Il Dio di Mosè, tra il serio e l’ironico (1m)

Vorrei spulciare qua e là tra le varie figure di deità, che sono state presentate dall’uomo ed all’uomo, porgendo alcune mie considerazioni – ironiche, naturalmente, come al solito – più che altro per rendere un po’ meno faticosa la serata.

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Ciò che avete perso vi sarà restituito

Ecco che, inaspettatamente, ci troviamo ancora una volta assieme per rinnovare questo contatto tra il visibile e l’invisibile, tra la dualità e la non-dualità, contribuendo con la nostra partecipazione alle vostre vite a riequilibrare le energie del Cosmo in cui voi portate avanti le vostre esistenze.

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Il cammino dell’intenzione dalla Scintilla all’azione

Quello che purtroppo porta un pochino fuori strada, nel seguire il processo dell’insegnamento che vi portiamo, è il fatto che il linguaggio che siamo costretti ad usare pone limiti ben precisi. Così, anche se abbiamo usato il termine intenzione sia per quanto riguarda la Scintilla che per quanto riguarda il corpo akasico, in realtà si dovrebbe precisare il termine nei due casi.
Si potrebbe parlare di intenzione assoluta, per quello che riguarda la Scintilla e di intenzione relativa, per quello che riguarda invece il corpo akasico.

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La ricerca della Verità in tutte le epoche e i suoi simboli

La mitica Atlantide è descritta solitamente, da chi l’ha conosciuta, come una terra speciale, come una sorta di terra promessa in cui erano disponibili (o sono state disponibili per un certo periodo di tempo) le più grandi verità, le più grandi conoscenze, le più grandi individualità di una razza. Tuttavia, Atlantide non è stata, non è e non sarà l’unica Terra promessa dell’umanità. Vi sono stati, vi sono e vi saranno altri periodi in cui le civiltà possiederanno gli stessi raggiungimenti e le stesse mitiche felicità.

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La Realtà, la sua conoscenza mistica, la sopravvivenza dell’Io (r3)

“Le montagne finiranno col non essere più montagne per tutti voi ma, a poco a poco, ritorneranno ad essere tali, anche se avranno, per voi che le osserverete con occhi diversi, una qualità ed una realtà nuove”.
Avevamo espresso questo concetto già parecchio tempo fa, ed era riferito a colui che si accosta, segue e introietta l’insegnamento che, tramite nostro, viene proposto. Ma che significato ha un discorso del genere?

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La Realtà soggettiva è funzionale alla conoscenza di sé (r2)

Siamo giunti alla conclusione che la Realtà è Una, Unica e Assoluta ma che nel mondo fisico questa Realtà viene percepita soggettivamente, si fraziona, diventando relativa. Questa diversa percezione che varia da individuo ad individuo è strettamente connessa e legata al sentire individuale.
L’esempio che più o meno aveva chiarito questa per altro semplicissima enunciazione, se vi ricordate, era così formulato: se due individui guardano una stessa montagna e uno la percepisce verde e l’altro la percepisce rosa, questa differenza nella percezione, cioè nel percepire la montagna verde o rosa è legata all’evoluzione dell’individuo.

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La Realtà oggettiva, quella soggettiva, l’illusione della percezione (r1)

Il pesciolino rosso nella sua vasca chiamò a il figlio e gli disse: “Oggi è una giornata noiosa, facciamo una cosa assieme: andiamo a fare un giro e vediamo cosa stanno facendo gli uomini chiusi nel loro recinto di cristallo!”. Billy

Questa favola è esemplificativa di quella che è la percezione soggettiva della Realtà; infatti il pesce rosso che viveva la sua vita in un mondo fatto d’acqua e racchiuso in una boccia di cristallo, filtrando l’immagine attraverso la sua concezione della vita, era giunto alla conclusione che in realtà erano gli esseri umani che, al di fuori della boccia di cristallo, vivevano chiusi in un recinto di vetro.

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