Ma per essere sinceri con se stessi, miei cari, bisogna principalmente imparare a non osservare gli altri e fare di essi un termine di paragone, in quanto il formulare un giudizio, una valutazione sul comportamento altrui è veramente qualcosa di totalmente sciocco.
relazioni
La persona sincera non ha bisogno di orpelli (s3)
Eh sì, creature: «Gran bella cosa la sincerità!» si è soliti dire ed io, strenuo osservatore degli esseri umani, osservo il mondo attuale, sia nelle componenti più generiche che in quelle che sono le componenti più individuali, ovvero gli uomini e le donne.
La consapevolezza degli stimoli esterni ed interni (s2)
Con questo esempio portato dal nostro Vito si voleva semplicemente far notare come il discorso della sincerità sia rapportabile a qualsiasi comportamento umano, a qualsiasi aspetto del comportamento umano.
Siamo uniti a tutto ciò che ci circonda
Mai pensare di essere un centro staccato dagli altri centri che, con voi, sperimentano e sono.
L’evoluzione della coscienza di essere parte dalla mera sensazione di sentirsi vivo per arrivare alla più sublime rappresentazione del sentirsi d’essere una parte di un Tutto unico…
Conformismo, anticonformismo, ipocrisia
Io vorrei parlarvi del conformismo e di qual è l’atteggiamento dell’evoluto nei confronti del conformismo.
L’evoluto è conformista oppure no? Ebbene, se voi ricercaste sul dizionario la definizione di questo termine vedreste che conformismo significa adattarsi, conformarsi a delle regole etico-morali di una società. E questo, sotto un certo punto di vista, può essere valutato positivamente in quanto è logico che in una società che si rispetti debbano esserci dei principi etici, dei principi morali che devono essere rispettati da tutti gli individui che compongono questa società.
L’abitudine e la noia nel rapporto d’amore
Si dice che – molte volte – la fine di un rapporto d’amore sia dovuto alla noia ed all’abitudine: questo è un detto che più di una volta si può ascoltare nei discorsi di coloro che si trovano a vivere o ad essere a contatto con la fine di un rapporto d’amore.
La noia e l’abitudine vengono quindi indicate come la causa della cessazione di qualcosa che prima sembrava essere perfetto, duraturo e durevole.
Io vi dico che non può essere così: quando un affetto è veramente duraturo e durevole, non vi può essere noia, non vi può essere abitudine.
La Realtà, la sua conoscenza mistica, la sopravvivenza dell’Io (r3)
“Le montagne finiranno col non essere più montagne per tutti voi ma, a poco a poco, ritorneranno ad essere tali, anche se avranno, per voi che le osserverete con occhi diversi, una qualità ed una realtà nuove”.
Avevamo espresso questo concetto già parecchio tempo fa, ed era riferito a colui che si accosta, segue e introietta l’insegnamento che, tramite nostro, viene proposto. Ma che significato ha un discorso del genere?
La manifestazione del sentire nelle relazioni e l’interferenza dell’Io
[Ci sono state nella vita del Cerchio tante fasi in cui abbiamo trattato svariati argomenti] ma non c’è mai stata una fase del sentire.
Certo, sul sentire avete discusso, anche se non molto, tuttavia ciò non ha lasciato in voi grandi conseguenze. Come mai? Forse perché del sentire avevate già letto in altri luoghi? Forse per presunzione ritenendolo un concetto facile da comprendere? Forse perché non vi dava la possibilità di giustificarvi, di depenalizzarvi, di concettualizzare, di teorizzare o anche, soltanto, di sognare?