Le forme-pensiero e la loro influenza sugli altri

Tra le molte verità conosciute in ambito magico-esoterico vi sono anche molte verità mal comprese, mal proposte e mal usate allo scopo di poter influenzare e in qualche modo esercitare coercizione sulle persone suggestionabili e poco portate a sapersi districare indenni dalle reti di inganno intessute – volontariamente spesso e involontariamente qualche volta – da altri. Tra queste, l’esistenza delle cosiddette forme-pensiero ne è un tipico esempio.
Purtroppo anche attorno a questo argomento vi è molta confusione e molte cose andrebbero sfrondate; per prima cosa direi di chiarire che cosa sia una forma-pensiero, cosa che non tutti i presenti conoscono completamente.
La forma-pensiero è una costruzione su altri piani di esistenza di una determinata ideoplastia (così viene definita tecnicamente), ovvero una forma costruita con materia di altri piani di esistenza e avente caratteristiche particolari.
Ora, solitamente, queste forme-pensiero vengono immaginate capaci di fare molte cose, mentre in realtà le loro possibilità sono alquanto limitate, ed inoltre vi è confusione tra gli effetti che esse possono produrre e certe vibrazioni riscontrabili in certi ambienti ed in certi oggetti e via dicendo.
Ora la forma-pensiero, per il fatto stesso di venire creata consciamente o inconsciamente da un individuo, è a questo individuo fortemente legata. Mi spiego meglio: un individuo che possieda un forte desiderio, una forte passione o qualcosa di piuttosto importante per lui, con la forza del suo pensiero organizza la materia degli altri piani di esistenza costruendo su di essi questa particolare forma di materia, adeguata a ciò che lui desidererebbe e a ciò che lui vorrebbe; ecco quindi che vi è stretto legame tra la forma-pensiero e l’individuo che, ripeto, volontariamente od involontariamente la crea.

A queste forme-pensiero (che solitamente hanno una brevissima durata perché richiedono da parte di chi le crea una forza di concentrazione non indifferente per renderle stabili per lungo tempo) vengono attribuite capacità di influire sugli altri uomini; per esempio, viene citato spesso il caso di forme-pensiero proiettate da un individuo su di un altro individuo al fine di nuocere a lui, alla sua famiglia, al suo ambiente.
Oh, fratelli cari, questa è una considerazione in buona parte errata, perché è molto difficile, come ho già accennato, che una forma-pensiero possa essere resa stabile e duratura, ed inoltre è ancora più difficile che questa forma-pensiero possa venire indirizzata su altre persone al fine di influire su di esse. Per riuscire a fare questo ci vorrebbe una volontà non indifferente e sono molto poche le persone che abbiano una volontà tale da riuscire ad indirizzare e a muovere le proprie forme-pensiero verso determinati scopi.

Questo non basta ancora: se anche la possibilità vi fosse, se anche un individuo avesse una forte volontà di agire con la forma-pensiero su un’altra persona (e sottolineo che per riuscirci dovrebbe avere anche un grandissimo odio per questa persona, cosa che non è facile) e supponiamo che tutte queste possibilità si avverino, la forma-pensiero non è detto che sortisca un effetto, perché ogni individuo è dotato personalmente di difese contro queste possibilità, difese che non sono consapevoli, difese che fanno parte della sua costituzione attraverso i vari piani di esistenza.
Ad esempio il corpo eterico è una di queste difese, poiché fa da filtro tra ciò che proviene dagli altri piani ed il piano fisico; ma ancora di più è utile all’individuo, per non sentire gli influssi di queste eventuali forme-pensiero negative, riuscire a corazzarsi nei pensieri; affinché qualunque mago o qualunque persona, anche dotata di un odio e di una volontà così forti, possa inviare una forma-pensiero contro un’altra persona e
 questa forma-pensiero possa agire, bisogna che incontri delle vibrazioni analoghe nell’individuo a cui è indirizzata. (Ad esempio, l’odio inviato deve trovare nel destinatario un odio di simile natura, autonomamente coltivato, ndr) E questo è molto difficile che accada.
Potete considerare da tutti questi elementi quante possibilità vi possano, in realtà, essere che una forma-pensiero venga creata e mantenuta in vita a lungo, venga indirizzata dalla volontà, riesca a raggiungere l’individuo, la famiglia verso cui è indirizzata e riesca a toccare all’interno dell’individuo, o della famiglia, le stesse vibrazioni che le permettano di agire; potete considerare da questo quanto sia difficile che ciò possa accadere.

Nei rarissimi casi in cui ciò accade, questo dura soltanto pochissimo tempo; perché, ripeto, la forma-pensiero non ha una durata enorme nel tempo. Vi sarebbero molte altre considerazioni da fare su questo argomento, in particolare per quello che riguarda la confusione tra forma-pensiero e impregnamento di energia da parte degli oggetti. Sono due cose completamente diverse e qua il discorso sarebbe alquanto lungo, bisognerebbe per questo parlare della psicometria, la capacità cioè dell’individuo di percepire le vibrazioni degli oggetti e via dicendo, ma il parlare diverrebbe troppo lungo e, forse, noioso. Andrea

Juventus-Liverpool, finale di coppa dei campioni, centomila spettatori sugli spalti, milioni e milioni di spettatori che al caldo nelle loro case osservano l’incontro attraverso i teleschermi.
L’arbitro dà il fischio di inizio e ventidue giocatori si affannano di gran lena intorno a un preziosissimo pallone di cuoio. I minuti scorrono, il nervosismo cresce, uno dei giocatori, preso dal nervosismo per non riuscire ad impadronirsi del pallone e sbatterlo con disprezzo nella rete avversaria, allunga un calcio malandrino ad un altro avversario e lo fa finire lungo per terra tra scene di disperazione dei compagni e rotolamenti sul prato di colui che è caduto.
L’operatore televisivo inquadra il volto sofferente, l’addetto ai rumori alza il tono delle urla sugli spalti…
Fermiamoci qua creature. Perché questo discorso?
No, non temete, non è che ad un certo momento il vostro amico Scifo abbia deciso di abbandonare la spiritualità per diventare tifoso di questa o quell’altra squadra.
Ho voluto usare questo esempio per ritornare su un argomento che avevo iniziato tanto tempo fa e che riguardava le forme–pensiero. Noi abbiamo sempre detto che il pensiero dell’individuo è tale da poter creare sugli altri piani di esistenza delle forme che hanno una certa capacità di agire nel mondo.
Questo discorso però può essere male interpretato da coloro che credono nella magia, nelle fatture, nella cattiveria degli altri che agisce sulle altre persone e via e via e via.

Ho usato l’esempio che vi ho fatto ascoltare all’inizio perché è un esempio tipico di quanto, in realtà, le forme–pensiero possono fare: voi immaginate milioni di persone che osservano con passione e con attenzione uno stesso avvenimento, milioni di menti concentrate su quell’unico avvenimento, almeno una metà di questi milioni di menti che parteggia per una squadra o per l’altra, e quindi almeno metà di questi milioni di persone che per un attimo almeno odiano il giocatore che ha fatto lo sgambetto all’altro.
Immaginate tutte queste menti accomunate da questo improvviso odio, malanimo nei confronti di questa persona.
Certamente la forza del pensiero di tutte queste persone unite non può far altro che creare una potente forma–pensiero.
Il che dovrebbe stare a significare che in quel momento preciso il giocatore malandrino dovrebbe cadere a terra “stecchito”, o rotolarsi per terra con la bava alla bocca…
Tuttavia ciò non accade; perché non accade?

Per due motivi abbastanza semplici: prima di tutto perché il giocatore non si rende conto in quel momento delle reazioni che sta suscitando negli spettatori che stanno osservando il suo operato, quindi la sua mente non è predisposta ad accogliere le eventuali influenze negative.
Secondariamente perché, prima di dare inizio alla partita, per parecchi giorni, se non addirittura per un settimana o anche più, ha avuto un periodo di concentrazione e preparazione; egli cioè è concentrato attentamente su quello che dovrebbe essere lo scopo: cercare di vincere la partita.
Ebbene, questa concentrazione ha fatto sì che la sua mente creasse nei suoi corpi una configurazione tale per cui le energie altrui non potevano penetrare; ha fatto sì da rendere il suo corpo eterico inattaccabile dalle forme–pensiero, in quanto il suo pensiero non offriva ad esse alcun appiglio.

Mi sembra che questo esempio possa essere sufficientemente chiaro per spiegare ciò che intendo dire, e mi sembra a questo punto che sia abbastanza semplice capire che quando noi affermiamo che non vi può essere malocchio di sorta se l’individuo non ha al suo interno qualcosa che predispone, che aiuta questo malocchio, che non vi può essere il tentativo di fare mentalmente il male agli altri se questi altri, inconsciamente o anche consciamente, non desiderano di star male, di essere delle vittime; se noi affermiamo che nessun mago può operare veramente contro colui che è convinto di essere invincibile, tutto questo, creature, è una conseguenza logica e se noi affermiamo tutto questo vi sono dei motivi razionalmente ineccepibili. Scifo


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8 commenti su “Le forme-pensiero e la loro influenza sugli altri”

  1. Grazie. Di fatto quindi le forme-pensiero non hanno nessun effetto. Sono solo una conseguenza temporanea di un’attività mentale intensa.

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  2. Scifo ha una vena irona che lo contraddistingue.. si parla di malocchio!
    Però interessante che se certe forme pensiero incontrano una frequenza simile possono arrivare.

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  3. Mi piacerebbe capire cosa accade invece in persone che in qualche modo sono vibratoriamente predisposte a certe forme-pensiero, ad esempio chi, all’interno del paradigma della vittima, crede fortemente nel malocchio o negli effetti dell’invidia altrui. In tal caso la propria coscienza non genererebbe comunque scene di malessere anche in assenza di forme-pensiero altrui? Cosa apporta in più la forma pensiero?

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  4. A Claudio.
    Già dal punto di vista psicologico è chiaro che chi crede al malocchio o alle influenze negative perde la sua obiettività rispetto alle esperienze che attraversa, interpretando ogni avvenimento nell’ottica della sua percezione soggettiva e quindi si può dire che effettivamente diventi vittima di se stesso e delle influenze esterne che pensa agiscano contro di lui. Evidentemente il suo corpo della coscienza non è ancora strutturato in maniera tale da permettergli di comprendere che la prima causa dei suoi problemi risiede all’interno di se stesso e che solo lui può creare barriere ai fantasmi che la sua mente gli pone davanti.
    L’ingerenza delle forme pensiero in questo procedimento interiore è legata all’atmosfera vibratoria che l’individuo crea intorno a sé: tale atmosfera può creare delle connessioni con forme pensieri con vibrazioni simili che finiscono con l’aumentare la forza delle reazioni negative dell’individuo.
    Di conseguenza si può dire che le forme-pensiero possono influire sull’individuo solamene se questi fornisce loro dei collegamenti con la sua interiorità mentre non possono assolutamente agire sulla persona se la persona non è vibratoriamente consenziente.
    Le stesse considerazioni possono essere fatte per il malocchio: credere che un’altra persona ci abbia fatto il malocchio predispone l’individuo ad assorbire eventuali vibrazioni negative esterne che vanno ad aumentare le nostre problematiche interiori, cosicché si può dire che, in realtà, siamo noi stessi a crearci quelle difficoltà che etichettiamo come “malocchio”.

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