L’origine del pensiero non è nel corpo mentale [IF62focus]

Se ricordate, avevamo sottolineato il fatto che il desiderio non nasce sul corpo astrale, ma si manifesta all’interno di esso, giusto? E la sua genesi veniva posta in un’altra porzione della realtà.

Ora, io aggiungerei qualche cosa di più per tutto questo (lasciamo da parte il concetto di desiderio e fermiamoci alle emozioni): in realtà le emozioni che l’individuo prova, non nascono dal corpo astrale… e con questo penso di scombussolarvi del tutto!

È questo il concetto di base che non avete compreso: le emozioni non sono create dal corpo astrale, sono delle conseguenze di ciò che vive il corpo astrale, riuscite a vedere la differenza?

Quindi il corpo astrale in se stesso, da stante non può assolutamente creare nulla: perché le emozioni vengano messe in atto, è necessario che vi sia quel circolo di energie che attraversa i corpi inferiori e che viene alimentato dai bisogni di comprensione del corpo akasico, ovvero della coscienza. Se non vi fosse questa spinta, il corpo astrale non avrebbe la possibilità di vibrare in modo tale da ottenere quell’effetto che viene definito emozione.

Quindi, certamente, come abbiamo detto in passato, il corpo astrale è preposto alle emozioni e ai desideri, ma è preposto all’esteriorizzazione, al manifestarsi delle emozioni e dei desideri, perché ha una materia tale che reagisce a un certo di tipo di vibrazione; soltanto per questo, non perché il corpo astrale, di per sé, crei le emozioni e i desideri.

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Ora per quanto riguarda il corpo mentale non avete compreso esattamente la stessa identica cosa: il corpo mentale non crea i pensieri, assolutamente, e se avevate pensato questo, creature, avete sbagliato alla grande! Il corpo mentale ha un tipo di materia che elabora gli impulsi provenienti dal corpo akasico, dai suoi bisogni di esperienza e, siccome reagisce a un certo tipo di vibrazione che crea concatenazioni logiche, ecco che da queste concatenazioni logiche si formano i pensieri, ma il corpo mentale di per se stesso, così come accadeva per il corpo astrale, non pensa. Qualcuno tra voi era arrivato a concepire questo aspetto della faccenda? Sembra di no! Questo è un punto molto importante da tenere presente.

D – I pensieri, possono nascere, avere I’impulso dal piano fisico prima ancora che abbia determinato un effetto sul piano akasico, o ci vuole il circolo completo, sempre?

Non è possibile che vi sia un mezzo circolo soltanto, vi può essere la vibrazione di ritorno che alimenta una catena di pensiero che era già presente all’interno del corpo mentale, però teniamo presente che, comunque sia, tutte e tre i corpi inferiori vivono, agiscono e reagiscono sotto gli impulsi del corpo akasico, quindi non vi è mai nulla di ciò che accade nei corpi inferiori che sia slegato dal corpo akasico. E la nascita di ciò che accade ai tre corpi inferiori è situata sempre e comunque all’interno del corpo akasico dell’individuo.

Voi direte: «Vi sono, però, le influenze dell’ambiente esterno… come si inseriscono in questo quadro?» Questo, creature, è molto semplice comprendere come si inseriscono: basta che vi osserviate nella vita quotidiana, nei momenti di tutti i giorni che vivete: quante volte vi ritrovate davanti a situazioni o fatti particolari che pure vi scivolano addosso senza che neanche li notiate?

Questo perché, evidentemente, sotto gli impulsi che provengono dal vostro corpo akasico, notare, sottolineare o entrare nell’ambito di ciò che vi stava sotto gli occhi come esperienza possibile in quel momento, non era interessante e, quindi, se ne deduce che anche l’ambiente fisico esterno può influire sui corpi inferiori dell’individuo soltanto nel momento in cui questa influenza entra nella sfera d’interesse, di comprensione del corpo della coscienza.

Ora non vorrei entrare molto nel merito di una spiegazione didattica o scolastica di come sia composto, strutturato il corpo mentale dell’individuo… anche perché vi sarà poi la parte di insegnamento «semplificato», che per gli incontri di Ananda di quest’anno verterà proprio sul corpo mentale, e nella quale daremo qualche elemento della meccanica, delle funzioni di ciò che accade, in generale, nel corpo mentale dell’individuo.

Vorrei, invece, soffermarmi un attimo su alcuni concetti che devono servire come base per il seguito del mio faticoso discorso: è stato accennato ultimamente alla divisione del corpo mentale in corpo mentale inferiore e corpo mentale superiore. Questo, mi sembra quasi inutile ripetervelo, è un continuare a ritrovare quegli elementi del «così in alto, così in basso» che in tutti questi anni abbiamo sempre incontrato nell’esaminare la realtà, a mano a mano che ve la dispiegavamo davanti agli occhi.

Infatti, anche in questo caso si può esaminare il corpo mentale per immagini, ancora una volta associandolo alla famosa immagine della clessidra, in cui vi è una parte inferiore – quella più vicina al corpo astrale -, una parte superiore – quella più vicina al corpo akasico – e, infine, questo perno centrale intorno a cui ruota un po’ tutto il corpo mentale nelle sue varie reazioni. Ricordate questo esempio che era stato fatto qualche tempo fa?

Questa suddivisione, l’abbiamo dovuta fare (anche se non abbiamo insistito molto, negli anni, sulle suddivisioni all’interno di ogni piano di esistenza, quindi sui vari sottopiani e via dicendo, perché tutto sommato sono cognizioni soltanto mentali e ben poco possono aiutare se non si entra in profonde e dotte – ma anche noiose – disquisizioni), perché poteva aiutarvi a comprendere tutto il discorso che riguarderà gli archetipi.

A questo proposito, ho sentito alcuni di voi avere dei dubbi su delle frasi che io ho proferito a distanza di tempo le une dalle altre; ora, in realtà, il discorso si ricollega a quanto detto all’inizio. E’ stato notato da alcuni di voi che io avevo affermato che gli archetipi risiedevano all’interno del piano akasico, mentre, ultimamente, è stato affermato che gli archetipi transitori esistevano all’interno del piano mentale, del corpo mentale per la precisione, e questo ha provocato un attimo di sbalestramento in alcuni di voi, vero?

Ora, se voi pensate a quanto detto prima a proposito delle emozioni per quello che riguarda il piano astrale, e per quello che riguarda i pensieri a proposito del corpo mentale, potete facilmente trovare una risposta a questa apparente contraddizione: infatti, quando ho affermato che gli archetipi esistono all’interno del corpo mentale, intendevo «esistono» proprio nel senso di «hanno esistenza» non che risiedono; mi sembra che tra «risiedono» ed «esistono» vi sia una differenza non da poco, giusto? Quindi si intendeva significare che all’interno del corpo mentale degli individui vi è una parte di corpo mentale dal quale prendono corpo, prendono esistenza, quelli che abbiamo definito archetipi transitori.

D – Allora prendono esistenza gli archetipi transitori che risiedono sul piano akasico?

Esatto. Ora non vorremmo neanche, però, che voi vi fissaste molto nella localizzazione delle cose: abbiamo sempre detto che quando noi abbiamo suddiviso teoricamente la realtà in piani, sottopiani, inferiore e superiore e così via, erano soltanto schematizzazioni usate per aiutare la vostra capacità mentale a comprendere gli argomenti, ma – in realtà – le cose non sono così semplici, non sono neanche così facilmente scindibili l’una dall’altra!

E questo tenetelo sempre presente, mi raccomando, perché, altrimenti, correte il rischio di stare a discutere per ore e ore su una cosa completamente priva di importanza come può essere quella se gli archetipi transitori sono situati sul settimo sottopiano inferiore del corpo akasico oppure sul sesto: non ha nessuna importanza primaria, l’importante per queste cose che vanno così al di là di quelle che sono le vostre conoscenze normali, quotidiane, generali e culturali, è comprendere il concetto di base e avere il più possibile un’idea di insieme di quella che è la situazione e del modo in cui si viene a strutturare la Realtà.

D – Era stato detto che il «pensatore» si trova sul piano akasico, e che può essere assimilato alla «mente». È giusto o è sbagliato?

Può essere giusto e può essere sbagliato! Non è un modo per svicolare dalla domanda, è che dipende un attimo dal punto di vista da cui la cosa viene osservata. Io direi che, in linea di massima, il pensatore può essere immaginato nel corpo akasico, in quanto è proprio questo corpo che mette in moto, con le sue esigenze, la costituzione dei pensieri all’interno del corpo mentale.

Questo se ci fermiamo ad osservare I’individuo nella sua parte inferiore e in quel perno della sua costituzione che è appunto il corpo akasico; naturalmente esiste questo circolo che unisce corpo akasico e corpi inferiori, nel quale nascono anche i pensieri all’interno del corpo mentale.

Ma non dimentichiamo, però, che esiste anche un altro circolo: quello che circola all’interno dell’altra parte della clessidra dell’individualità e non solo dell’individuo, cioè quello che va appunto dalla scintilla al corpo akasico e porta le spinte dalla scintilla fino al corpo akasico che manda, avanti e indietro, a sua volta, le energie, creando e ricevendo impulsi e alimentando a sua volta poi il circolo inferiore.

È una cosa molto complicata, evidentemente. Quindi, se si guarda dalla parte del (o Scintilla, ndr), ci si rende conto che, poi, in fondo, il libero pensatore è il Sé, non è più il corpo akasico, perché il corpo akasico, a sua volta, pensa o fa sì che vengano creati i pensieri sul corpo mentale in conseguenza di ciò che dal Sé gli proviene.

Se poi volessimo osservare (ancora con un attimo più di ampiezza, salendo in cima alla montagna) tutto questo altamente complesso insieme di situazioni, ci accorgeremmo che neppure il Sé è il vero pensatore ma che il vero pensatore non può essere altro che I’Assoluto, il quale, pur nella sua immobilità, ha pensato tutto l’esistente! Come vedete le conclusioni di ciò a cui si arriva dipendono sempre dal punto di vista da cui viene osservato quanto si sta cercando di dedurre.

Ritorniamo al corpo mentale. Perché la necessità di sottolineare la divisione tra mentale superiore e mentale inferiore? Intanto per qualcosa di molto importante, per le conseguenze che vi saranno in seguito. E poi per indicarvi la diversità di azione della materia del corpo mentale superiore da quella del corpo mentale inferiore.

Il corpo mentale inferiore (e, per convenzione, come inferiore definiamo quello più vicino al corpo astrale), ragiona, mette insieme i pensieri, dà forma ai pensieri, attraverso – come avevamo detto – ad un processo deduttivo: uno più uno uguale due. Ma come lo fa?

Lo fa attraverso a quelle che sono le cognizioni possedute dall’individuo incarnato, e lo fa attraverso parole o immagini; quindi qualcosa di concreto che appartiene alla sua vita di tutti i giorni e di cui voi avete ripercussione all’interno del vostro terminale, del vostro cervello, per cui identificate il vostro pensiero proprio come situato in questo organo che, in realtà, non fa altro che fungere da tramite tra ciò che nel corpo mentale viene elaborato e ciò che deve arrivare alla coscienza per giungere a manifestarsi sul piano fisico, affinché l’individuo tragga succo dall’esperienza che compie.

Nel corpo mentale superiore, invece, i processi che vengono messi in atto sono di tipo diverso: sono processi che non si basano più su parole, su immagini, bensì, processi che vengono messi in atto attraverso simboli, quindi attraverso qualche cosa di astratto, a qualcosa di meno facilmente afferrabile da quella che è la vostra comprensione all’interno del piano fisico. Vi è quindi questa diversa dicotomia di lavoro da parte delle due parti del corpo mentale che si completano, nel loro circolo interno, l’una con l’altra, dando forma e schemi e rivestendo di sovrastrutture quel passaggio di vibrazione che diventa, poi, il pensiero.

Posso anticiparvi che il mentale inferiore è collegato a quelli che sono gli archetipi transitori, ed il mentale superiore è invece collegato a quelli che sono gli archetipi permanenti. Voi direte: «perché? ». Ma la risposta la saprete ad una prossima occasione. Scifo

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2 commenti su “L’origine del pensiero non è nel corpo mentale [IF62focus]”

  1. Curioso come la distinzione tra mentale inferiore e mentale superiore sia presente, da sempre, anche in filosofia, là dove si distingue tra la “ragione discorsiva” che procede per concatenazione di logico-deduttive (mentale inferiore) e ragione intuitiva, la quale non deduce ma “com-prende” con un “colpo d’occhio” in modo immediato e intuitivo i relativi oggetti (mentale superiore.

    La cosiddetta “ispirazione” credo sia una capacità del mentale superiore.

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