Ogni essere torna all’origine, ogni vita ne è lo strumento

Forse, chissà, anche voi, come me, sarete riusciti a cogliere la meraviglia e lo stupore per quel Grande Disegno in cui sta scritta la storia di ognuno di voi.
Pensate: miliardi e miliardi di esseri umani che hanno attraversato le varie epoche dell’uomo su questo pianeta, ed ogni storia, ogni vita, è un piccolo miracolo di equilibri, di esperienze, di comprensioni, di dolori e di gioie e nessuna vita si può considerare identica a quella di un’altra persona perché, anche se magari gli avvenimenti possono in gran parte essere simili, c’è poi quel meraviglioso insieme di interiorità, di maniera in cui l’individuo vive ciò che gli capita e che rende il tracciato della sua vita, nella sua enorme complessità, qualcosa di unico, personalissimo e, oserei dire, persino irripetibile.
Se voi siete riusciti a percepire questa sensazione, certamente non potrete che restare quasi senza parole all’idea di quanto grande sia il Sogno dell’Assoluto che tutto questo ha sognato e quale estrema pazienza, costanza e opera d’amore vi è stata nel riuscire ad intessere così tante storie, col risultato di ottenere un bilanciamento perfetto tra le varie vite nel corso delle epoche, arrivando, col trascorrere del vostro tempo – così relativo eppure per voi così reale – a ricondurvi tutti, uno per uno, all’origine da cui vi eravate allontanati.
Ed è lungo questa strada che noi – coi mezzi che possiamo usare, con le possibilità che abbiamo, con gli stimoli che siamo in grado di darvi, che ci è concesso darvi – vi riconduciamo.
È a quest’origine che noi cerchiamo di indirizzarvi e di far sì che la vostra vita intessuta di fatti materiali, di esperienze interiori, di vissuti si avvicini sempre di più alla via che vi riporta all’origine dove TUTTO È UNO e UNO È IL TUTTO.  Moti


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11 commenti su “Ogni essere torna all’origine, ogni vita ne è lo strumento”

  1. Non è sempre facile riconoscere il disegno perfetto che l’Uno ha creato per noi. Le fatiche, i dolori, le difficoltà di questa vita che a noi sembra tanto reale, non sempre ci permettono di andare oltre la nostra piccola esperienza. Ma in ognuno di noi c’è un desiderio profondo verso il ricongiungimento al tutto. Una volta intrapresa la Via della Conoscenza che all’Uno porta, non è possibile tornare indietro, vivere in superficie, accontentarsi dei beni transitori come fonte di soddisfacimento. Non basta più. Allora è possibile cogliere la grande meraviglia della Vita, così complessa, ma anche semplice al tempo stesso. Mi basta un gesto, una parola, una lieve sensazione per riconoscermi non separata, ma parte integrante di qualcosa molto più grande di me.

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  2. “Forse, chissà, anche voi, come me, sarete riusciti a cogliere la meraviglia e lo stupore per quel Grande Disegno..”
    No, non l’ho colta questa meraviglia del Grande Disegno.
    E’ come un magnete ma la sua forza attrattiva non riesce a passare.
    Vorrei entraci ma non so neanche dove dirigermi e cosa posso nutrire perché ciò avvenga..
    La sto inconsapevolmente negando, sabotando.
    Forse gli amori giovanili sono finiti e non mi bastano più barlumi, ma da tempo non ho più neanche quelli.
    Moti risiede in questa meraviglia, cos’hanno i suoi occhi che i miei non hanno pur avendo avuto lui i miei stessi occhi miei?

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    • Non credo che sia del tutto vero quello che dici quando affermi di non essere riuscito a cogliere la meraviglia del Grande Disegno… se così fosse non saresti qui con noi a meditare sulle parole delle Guide! Se anche fosse davvero come dici resta il fatto che, comunque, stai compiendo la tua ricerca della comprensione della Realtà in cui sei immerso.
      Io credo che non si possa imporre a se stessi di vedere la grandezza del Disegno, ma che ognuno ne diventi consapevole e partecipe quando l’ampiezza del suo sentire gli offre i mezzi per percepirla. spostando la propria attenzione dall’osservazione della realtà limitata che solitamente l’individuo riesce con maggiore facilità a percepire e che è gestita dall’Io individuale.
      Io non ti conosco, non so che età hai, ma la mia impressione (certamente parziale e limitata) è che in te ci sia un Io che rimpiange, che non accetta ciò che i giorni gli hanno negato e che vorrebbe l’indicazione di una strada ben precisa da seguire quasi come se l'”illuminazione” fosse insegnabile.
      Purtroppo non è così, e i mille fattori che l’accompagnano rendono ogni percorso unico e personale cosicché non credo che ci sia una via precisa, ma solo la via che la somma delle proprie esperienze di più vite traccia a poco a poco per ognuno di noi, mettendo spesso a dura prova la nostra pazienza e la nostra capacità di sperare.
      Gli occhi di Moti non hanno niente di più dei tuoi se non un sentire più ampio che gli permette più facilmente di abbracciare porzioni maggiori del Grande Disegno, condizione che, inevitabilmente, io, te e ogni altro individuo senza dubbio avanzando nella propria evoluzione raggiungerà.
      Ma c’è davvero differenza tra me, te o chiunque altro da Moti? Se vuoi capire meglio quello che intendo ti consiglio di leggere sul forum del Cerchio il messaggio conclusivo degli interventi delle Guide (“Dai vostro fratelli”, 8 luglio 2017)

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  3. “Se voi siete riusciti a percepire questa sensazione, certamente non potrete che restare quasi senza parole all’idea di quanto grande sia il Sogno dell’Assoluto che tutto questo ha sognato..”
    E’ possibile fare un tentativo nel vedere il Sogno dell’Assoluto in questo Intensivo?
    Stamperò e porterò questo post di Moti all’Intensivo da tenere sul comodino.

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    • Personalmente posso dire questo: ogni volta che non c’è identificazione, affiora limpida la percezione e la comprensione della meraviglia di ciò-che-è.
      Per favore, Alessandro, porta la questione all’intensivo e l’affronteremo..

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  4. Caro Gianfranco,
    provo ad articolare meglio, “.. è che in te ci sia un Io che rimpiange, che non accetta ciò che i giorni gli hanno negato e che vorrebbe l’indicazione di una strada ben precisa da seguire quasi come se l’”illuminazione” fosse insegnabile.”
    Si.
    Ciò è probabilmente dovuto al fatto che non sto rispettando nelle mie giornate una certa ‘ecologia interiore’.
    E’ una forbice, più mi faccio assorbire dalle beghe del lavoro e più questa sensazione di fare una vita ‘non appagante’ mi logora e mi tende. Mi fa uscire con queste affermazioni, nella negazione di poter vedere il Grande Disegno.
    Aspetto che si riveli, senza la necessaria dedizione a mantenere un equilibrio.
    Una tensione che vedeva quando ero più giovane una certa radicalità oggi è cambiata, si è smorzata, e a volte mi sembra di averla messa nel cassetto.
    Leggerò di nuovo quel post.
    Grazie per le tue parole.

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