Dare e ricevere nella spontaneità e nell’abbandono

Vi vedo, fratelli, vi vedo, sorelle, riempire il vostro essere di carezze mai date e di sorrisi mai ricevuti, che rimangono dentro di voi simili a fiori seccati tra le pagine di un libro.
Tristi carezze e tristi sorrisi, miei cari; come fiori tra le pagine del libro – per voi che sfogliate le pagine dei vostri giorni in cerca di validi perché – più che ricordi sono rimpianti di qualche cosa di incompiuto che era sul momento, che avrebbe potuto essere anche più a lungo, ma che invece è appassito nell’indifferenza, lasciando solo una povera spoglia, un pallido ricordo di ciò che era un giorno e che poteva essere ma che non è stato.

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La realtà percepita, l’illusione, la realtà oggettiva (IF5)

Insegnamento filosofico 5
Abbiamo parlato del piano fisico, cercando di inserire il discorso che abbiamo fatto in un contesto più ampio, che includeva il concetto di illusoria percezione della realtà, arrivando a sostenere che la realtà non è quella che voi vedete e che vi appare così sotto l’influenza della vostra mente; la quale ha l’indubbia capacità di modificare con i suoi schemi quello che percepite.
Ho appena usato la parola “indubbia” e – certamente – ciò non sembrerà ad alcuni di voi altrettanto indubbio;

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Per il nuovo anno: più attenzione ai processi interiori

Ecco che un nuovo anno è incominciato per voi immersi nel piano fisico, e il miglior augurio che possa essere fatto ad ognuno di voi è quello di riuscire a trovare posto, nel corso delle vostre giornate, per tutta quella parte di voi stessi che così spesso dimenticate, o evitate, o frustrate, magari sotto la spinta delle pressioni che i bisogni materiali vi presentano giorno dopo giorno.
Noi vi diciamo, figli: cercate di mettere un po’ più da parte le questioni materiali.

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Il bilancio di un anno passato nel tentativo di comprendere

Padre mio,
un anno è trascorso e i cambiamenti che l’esistenza ha portato alla mia vita sono stati grandi, pesanti da affrontare, da comprendere, da accettare.
So che la fine di un anno e l’inizio di un anno nuovo sono soltanto convenzioni, tradizioni prive di una vera realtà, tuttavia non posso fare a meno di guardare indietro all’anno trascorso e chiedermi se è stato un anno buono, né, tanto meno, di cercare di guardare avanti per svelare a me stesso come sarà l’anno che verrà.

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Il cambiamento necessario per disporsi ad aiutare l’altro

Quanto vi occorrerà meditare per migliorare voi stessi anche di poco? Per comprendere che tutti i giorni, tutte le ore, tutti i secondi, date aiuto solo a chi vi ispira sentimenti d’amore e d’amicizia, rifiutandolo a coloro che non appagano in qualche modo i bisogni del vostro Io?
Meditate un attimo: per quale motivo una persona vi risulta antipatica? Non può essere che forse non dipenda solo da lei? Non può essere che il suo comportamento e il suo parlare colpiscano qualche cosa di dolente in voi, cosicché vi rifiutate di riconoscerlo e nascondete a voi stessi le vostre ferite, facendo scaturire in voi quella reazione che siete usi definire “antipatia”?

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La vibrazione e il suo influsso sulla materia (IF4)

Insegnamento filosofico 4
Proseguiamo il nostro discorso sul piano fisico; il piano in cui siete immersi e del quale possedete la maggiore consapevolezza. Anche se ad alcuni di voi ciò potrà sembrare superfluo io ritengo invece che sia utile ricapitolare ancora una volta quanto siamo andati dicendo fino a questo momento.
Penso, infatti che sia meglio rifare spesso il punto della situazione invece di imbottirsi troppo velocemente la mente di una gran massa di elementi nuovi, che finirebbero per accatastarsi generando confusione invece che comprensione.

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La favola dei tre fiori

C’erano una volta tre fiori, nati nello stesso giorno di sole e nello stesso prato rigoglioso, simili perché della stessa specie, ma dissimili in quanto ogni componente di una specie è, in se stesso, una specie a , differenziato non solo da elementi formali ma anche, e soprattutto, dal diverso modo d’essere.
Questi tre fiori appartenevano ad una specie che, per ragioni biologiche, richiudeva la corolla al tramonto per riaprirla non appena il sole illuminava l’aria.
Nel loro mondo, da fiori, tutte e tre le creature avevano i loro pensieri.
Quando si avvicinò il loro primo crepuscolo – cosicché la reazione di chiusura della corolla avrebbe dovuto venire messa in atto – il primo fiore così andò pensando mentre, con riluttanza,

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