Vivere lasciando che la Vita ci conduca

Fratelli, sorelle, io vi vedo nel corso delle vostre giornate affaticarvi a pensare a come meglio condurre la vostra vita.
Se vi rendeste conto, fratelli, se solo voleste prenderne coscienza, sorelle, capireste molto facilmente quanto è inutile pensare a quello che sarà o che potrebbe essere nel vostro immediato futuro.
Se voi lasciaste fluire, se voi lasciaste che le cose andassero seguendo il loro corso naturale, ben presto, vi rendereste conto di quanto sia semplice, bello e sereno vivere.

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Tu mi ami per il semplice fatto che esisto

Padre mio, io sono soltanto una piccola creatura, spesso sperduta nel mondo, triste, desolata, incapace di comunicare con gli altri, incapace di manifestare amore, di porgere una mano, di fare anche solamente un sorriso a coloro che mi stanno attorno.
Padre mio, non è falsa umiltà la mia, ma ogni giorno che trascorro mi rendo conto di quale sia, in fondo, la mia pochezza, di quanti difetti io possieda, di quante volte so che dovrei fare e non ho il coraggio o, forse, la voglia di mettere in atto quello che so essere il mio dovere.

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Il sogno del grande amore e l’amore vero mai riconosciuto

Fratelli, sorelle, è abitudine dell’uomo ricercare le grandi sensazioni, tenere conto dei grandi avvenimenti, delle situazioni superlative. Eppure, anche se in apparenza non sembra così, non sono le grandi azioni, né i grandi uomini, né le grandi invenzioni quelle che hanno davvero segnato una svolta nel vivere del genere umano, ma sono le azioni piccole, gli uomini comuni, i piccoli fatti di ogni giorno, quelli che lasciano davvero un segno nell’umanità e ne influenzano in modo inavvertito ma costante l’avanzamento e l’evoluzione.

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L’amore che chiede di divenire dolcezza

Fratelli miei, sorelle mie, “l’amore non ha bisogno che di se stesso” si è soliti dire razionalmente, ma razionalizzare l’amore vuol dire asservirlo agli schemi della mente, vuol dire costringerlo entro limiti troppo angusti per una cosa così grande come è l’amore. Forse che potete racchiudere l’oceano in un’ampolla, forse che potete costringere l’universo in una scatola? Se riuscite ad immaginare dei confini per il vostro amore dubitate del fatto che esso sia ciò che dice di essere.

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Avete mai amato davvero?

Avete mai amato davvero?
Riflettete attentamente, cercate di essere sinceri con voi stessi, poiché la chiarezza e la sincerità non sono mai stati così necessari come in questo caso.
Dal canto nostro per aiutarvi a chiarire questo punto, faremo alcune considerazioni, che poi voi – come siamo soliti dirvi – dovrete vagliare e decidere se accettare o rifiutare.
Se dovessimo noi rispondere alla domanda che vi abbiamo posto, risponderemmo che sì, avete amato in passato, ma non è stato amore quello che provavate per i vostri genitori, non è stato amore quello che avete provato, in età più adulta, per altre persone, non è stato amore quello che dite attualmente di provare per chi vi sta a fianco, o per i vostri figli.

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A colui che ama, al caritatevole, al fideista, all’avventuroso, allo scienziato

Uomo che ami l’amore, quanto ti odi se questo amore riesci a darlo solamente agli altri mentre continui a negarlo a te stesso!

Uomo che fai la carità sentendoti virtuoso e degno del paradiso, quale motivo c’è dietro al tuo dare se dai sapendo di dare e scegli, tra le monete che hai in tasca, quella che meno ti dispiace perdere?

Uomo che hai fede in Dio e non hai mai dubbi, e non hai mai domande, e non hai mai sconforti, come vorrei che la tua fede fosse davvero sincera e sicura come può sembrare!
Ma non è così, e non può esserlo perché sono le risposte ai dubbi, alle domande ed agli sconforti quelle che danno la vera misura della sincerità e della sicurezza di una fede.

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L’insicurezza e il bisogno di essere amati

Il tema dell’insicurezza è senza dubbio un argomento importante per la vita di tutti voi, in quanto è uno degli elementi che accompagnano tutti i vostri momenti di tutte le vostre vite.
Una domanda da porsi è la seguente: “Ma chi è che è insicuro?”. I più esperti tra voi delle nostre parole avranno già la risposta pronta; non posso fare altro che dire che la parte dell’individuo che avverte l’insicurezza non può essere altro che l’Io.
Ora resta da capire il perché della percezione da parte dell’Io di questa insicurezza.

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