L’evoluzione e il dolore [A239]

D – Da quanto è stato detto dalle Guide, mi sembra di capire che si afferma che, per l’individuo incarnato, non è necessario e indispensabile l’osservazione del proprio Io, ovvero il “conosci te stesso”, in quanto si evolve comunque sotto la spinta del dolore.

È vero, non c’è dubbio, tutti evolvono anche se non conoscono l’Insegnamento delle nostre Guide! Resta allora da chiedersi perché le Guide di tutti i tempi e in tutti i modi abbiano suggerito di praticare il “conosci te stesso”, oltre al fatto che la scelta resta tra il procedere sul cammino evolutivo tramite la conoscenza della propria verità interiore oppure tramite il dolore! Ovviamente, va benissimo anche chi sceglie di evolvere grazie al dolore! Contento lui!

Al di là del fatto che ci fai dire qualcosa che non abbiamo mai detto, trovo la tua concezione di evoluzione dell’individuo estremamente pessimistica (e, oserei dire, piuttosto tendente al vittimismo) e frutto di una cattiva interpretazione di quello che vi siamo andati dicendo nel tempo.

Ogni individuo incarnato non trova evoluzione solamente o principalmente sotto la spinta del dolore (sarebbe davvero ingiusto, deprimente e drammatico se fosse davvero così!), ma la via del dolore è l’ultima via che percorre l’individuo quando l’esperienza non riesce a tracciare al suo interno nuove comprensioni.

Infatti, prima di forzarlo a ricercare la comprensione attraverso al dolore, gli viene offerta sempre, e più volte, la possibilità di comprendere attraverso ciò che il suo sentire ha acquisito, ovvero le molteplici sfumature dell’amore che sperimenta nel corso della vita, dall’amicizia alla sessualità, dall’essere genitore all’essere figlio, dalla condivisione dei propri moti più intimi alla felicità della creazione di un rapporto di reciprocità e di mutuo sprone verso il miglioramento della propria interiorità.

In quanto al “conosci te stesso” non è un insegnamento in cui viene tracciata una modalità a stante di autoconoscenza, bensì un processo inevitabile che l’individuo mette in atto in continuazione anche senza rendersene conto, perché viene messo incessantemente in condizione di osservare e riconoscere la valenza positiva o negativa delle scelte che compie, grazie al fatto di trovarsi davanti alle conseguenze provocate dal suo agire.

Voglio ancora chiarire che l’indicazione data dalle Guide di ogni tempo sul “conosci te stesso” come via maestra per evolvere rispecchia, come ho appena detto in precedenza, una realtà inderogabile per l’individuo ma, certamente, vi è una grande differenza tra perseguire il “conosci te stesso” in maniera inconsapevole e, invece, applicarlo in maniera consapevole, ed è proprio quella maggiore consapevolezza di tale percorso che le varie Guide hanno sempre indicato come meta da perseguire per facilitare il progresso evolutivo individuale.

Per finire credo che nessun individuo incarnato (tranne in casi limiti di gravi disfunzione psicologiche) scelga mai volontariamente di cercare di evolvere attraverso il dolore. Anzi, molto spesso il dolore viene in essere proprio nel momento in cui l’Io individuale cerca di compiere delle scelte che lo porteranno, secondo lui, a essere meno in balia della sofferenza.

Senza dubbio il dolore dà una spinta molto forte all’Io per spingerlo verso la comprensione a seguito del suo tentativo di evitare la sofferenza, tuttavia la comprensione viene raggiunta anche grazie alle esperienze felici che ogni incarnato vive e ai periodi di serenità che attraversa, altrettanto frequenti dei momenti pervasi di dolore anche se, certamente, l’Io attribuisce maggiore importanza e dà maggiore attenzione alle situazioni che più lo destabilizzano, come avviene di fronte a un’esperienza dolorosa.
Continua nella pagina seguente…

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Natascia

Interessante. Non conoscevo la possibilità di adattamento del DNA. Avevo inente la teoria darwiniana, per cui la specie si selezione in base alle caratteristiche proprie e all’ambiente, facendo soccombere chi non ha queste peculiarità.

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