Domande su: illusione, immagine di sé, suicidio [A231]

D – Nei momenti in cui mi sono trovata di fronte a reazioni altrui secondo me spropositate rispetto alla situazione mi sono chiesta: se questa reazione (dell’altro) mi colpisce, vuol dire che anch’io sono così? Però a me non sembra. Ecco: a me non sembra perché non ne sono consapevole? Oppure perché non arrivo a quegli eccessi, ma comunque condivido la stessa base? Oppure perché potrei arrivarci ma per motivazioni, secondo me, ben più importanti? Oppure perché ho maggior capacità di controllo emotivo, e quindi esteriorizzo di meno, ma ciò che si muove nel profondo è identico?

I rapporti di relazione con le altre persone sono costruiti sulle mutue relazioni tra di loro, quindi vi è sempre uno stretto legame tra la reazione di un individuo e la percezione dell’altro individuo con cui si sta esprimendo.

Ora, come sappiamo, l’opinione che ci si forma dell’altro, dal momento che i veri perché dell’altro non possono essere quasi mai compresi, sono soggetti alla percezione da parte nostra dei modi in cui l’altro reagisce, e questo significa che notiamo in tali modi principalmente quelli che suscitano al nostro interno una risposta reattiva di qualche tipo.

Questo significa che su di noi si riflette la stessa problematica che è sottintesa nella reazione che stiamo osservando e che, di conseguenza, tale problematica è anche nostra? In altre parole, se noi notiamo una reazione di forte invidia in un altra persona, significa che anche al nostro interno esiste una forte componente di invidia?

È anche possibile che sia così, ma l’interazione tra le reazioni dell’individuo è molto più complessa e sfumata di così e non può essere descritta come “bianco” o come “nero”, ma può contenere anche tutte le sfumature di grigio necessarie per transitare tra i due estremi.

Nella maggior parte dei casi ciò che si muove nel profondo degli individui non è e non può mai essere identico, anche semplicemente per il fatto che il sentire delle persone non è mai identico come non è identico il percorso compiuto per acquisire il sentire che esse possiedono.

Pensando all’esempio fatto sull’invidia, si è notato quel particolare elemento perché esso ha richiamato qualcosa di non compreso al nostro interno: certamente può essere che siamo invidiosi anche noi ma, magari, la percezione preminente di quel particolare elemento è conseguenza anche solo del fatto che non abbiamo ancora compreso tutte le sfumature collegate al concetto di invidia o, se vogliamo proprio essere più positivi, è il desiderio di poter trasmettere all’altro quello che abbiamo compreso in maniera che anche l’altro possa comprendere e superare il suo essere invidioso. Scifo
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