L’intenzione altruistica giustifica l’azione

L’opere della mia vita passata io muterei, ché molti son quelli che ne hanno fatto capo grosso, malo judicio dando de’ miei ragionamenti. Non di manco tempo è fuggito molto da che lasciai l’italico loto di val di Pesa, facendo da allora capitale d’un’altra veste cotidiana, sì che or muterei alcuna parte de lo mio pensiero, secondo l’eccellentia delle cose dette in queste e altre assemblee d’omini e magistri.

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L’altruismo: dal rispetto di sé sorge l’azione gratuita per l’altro

Caro Ernesto,
come vedi non ho resistito alla tentazione di rispondere nel più breve tempo possibile alla tua peraltro graditissima lettera, nella quale, prendendo spunto da una frase del Maestro, mi chiedi la mia umile opinione sul concetto di altruismo.
Certo che, sinceramente, sentirmi porre una cosiffatta domanda da te, da un cosiddetto ricercatore spirituale, devo ammettere che la cosa mi ha lasciato non poco stupito, tuttavia cercherò di fare del mio meglio ed esprimerti nel modo più chiaro possibile la mia opinione in merito.

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Il cambiamento necessario per disporsi ad aiutare l’altro

Quanto vi occorrerà meditare per migliorare voi stessi anche di poco? Per comprendere che tutti i giorni, tutte le ore, tutti i secondi, date aiuto solo a chi vi ispira sentimenti d’amore e d’amicizia, rifiutandolo a coloro che non appagano in qualche modo i bisogni del vostro Io?
Meditate un attimo: per quale motivo una persona vi risulta antipatica? Non può essere che forse non dipenda solo da lei? Non può essere che il suo comportamento e il suo parlare colpiscano qualche cosa di dolente in voi, cosicché vi rifiutate di riconoscerlo e nascondete a voi stessi le vostre ferite, facendo scaturire in voi quella reazione che siete usi definire “antipatia”?

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