Modelli morali ed esigenze del sentire

D – Volevo chiederti: noi perseguiamo la nostra personale evoluzione ma la responsabilità di poter indirizzare le nostre scelte in una certa maniera, che comporterà comunque una serie di ricadute, anche negative, qualora noi perseguissimo la nostra felicità, il raggiungimento di certi fini, di certi traguardi personali, come la possiamo gestire?

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Sessualità, morale comune, evoluzione (IF31)

Insegnamento filosofico 31
I due sessi, nel mondo spirituale non esistono e non possono esistere, perché il sesso lo possiamo definire un attributo morfologico e fisiologico di quella che è la struttura del corpo fisico.
Quindi il sesso è qualcosa che riguarda la materia fisica, tuttavia il concetto di sesso o meglio ancora di sessualità non è strettamente legato alla struttura fisica ma, soprattutto quando il corpo fisico raggiunge la sua maturità sessuale (sempre da un punto di vista fisico, anatomico) incomincia ad interagire sia con la sfera emozionale che con la sfera mentale.

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La morale è soggettiva e risponde all’intenzione

Vi avevo chiesto una volta se è più morale colui che uccide nel nome di un ideale in cui crede fermamente, o colui che uccide per salvare la propria vita e quella dei suoi familiari.
Poiché siamo qui con il solo scopo di discutere e di cercare di allargare – se ci è possibile – la comprensione personale, svolgerò io stesso il compito assegnatovi, facendolo dal mio punto di vista – come al solito in apparenza bizzarro – liquidando il tutto con poche parole, e non per presunzione ma perché, effettivamente, la risposta era molto più semplice di quanto poteva apparire.

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La morale, la conoscenza, l’accettazione di sé

Diffidate di chi dichiara immorale qualcosa, amici, perché quasi sempre la sua dichiarazione nasconde il fatto che egli compie proprio gli stessi atti, o che li compirebbe se solo non avesse paura di venire scoperto.
Diffidate di chi è convinto che compiere un’azione ritenuta immorale mandi dritti all’inferno, perché non è certo agire nella moralità il non compiere un’azione solo per il timore di essere puniti.
Diffidate anche di chi chiude gli occhi inorridito nello scorgere la pagliuzza nell’occhio altrui, perché, con buona probabilità, le sue palpebre si abbassano per non mostrare la trave che gli trafigge le pupille.

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