La fede come fiducia (1)

Ma tu, tu che affermi di appartenere a qualcosa, tu che implichi con questo appartenere a qualcosa il fatto di possedere quella qualità interiore che viene, solitamente, denominata fede.

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Non gettate la vostra interiorità nelle mani degli altri

«Non gettate le perle ai porci», disse il Maestro, «non date l’oro in pasto ai cani», non fate sì che chi non può comprendere, o chi può male interpretare, o addirittura travisare venga a conoscenza degli insegnamenti sublimi.
L’insegnamento, infatti, per una sua legge naturale che lo guida, tende ad arrivare là dove esso è atteso, dove le persone sono pronte a recepirlo, a confrontarlo con le proprie credenze e le proprie opinioni e, quindi, a metterlo in atto.

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Coltivare la fiducia, oltre l’apparente assurdità del mondo

Fratelli, sorelle, molto spesso vi osservo nel corso delle vostre giornate e vedo che vi lasciate prendere dallo sconforto, quasi dalla disperazione nel vedere la società, il mondo che vi sta attorno andare avanti in modo così brutto.
Vi vedo soffrire, fratelli, vi vedo versare lacrime, sorelle, e vi sento pensare che nulla di positivo mai potrà accadere.
Ma io sono qua tra voi questa sera per esortarvi, per chiedervi personalmente di imparare ad avere fiducia, a sperare, a credere che il domani possa essere diverso, ma soprattutto ad essere convinti che il vostro domani possa essere migliore.

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Fede e ragione, spirituale e materiale

Pace a te, figlio e fratello, a te che hai paura della spiritualità.
Io ti vedo, anche se tu non te ne rendi conto, aggrapparti alla ragione e – appena odi il termine spiritualità – sentire dentro di te qualche cosa che freme, che ha paura, che ha timore, perché tu temi di poter essere confuso con una persona che è fideistica senza avere la razionalità sempre presente.

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L’amare gli altri e l’abbandono all’Assoluto

«Non sappia la tua mano sinistra ciò che sta facendo la tua destra», sublime insegnamento del Maestro, fratelli.
Il Verbo del Cristo, carico d’amore, denso di umanità, voleva significare soprattutto che è necessario, giusto e bello che quando si compie un’opera di bene, quando si agisce con carità verso gli altri fratelli, non lo si deve fare allo scopo di far mostra di se stessi e della propria generosità.

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