La decisione di abortire (3)

In ciò che noi vi diciamo esiste un pericolo che non dovete sottovalutare: noi abbiamo appena affermato che, in definitiva, l’uomo non può che “vivere un certo tipo di vita” e che in realtà, qualunque cosa egli intenda fare, non potrà mai evitare un’esperienza che gli era stata assegnata.
Questo concetto è alquanto pericoloso, perché può indurre a quel tipo di fatalismo e supinità che, ad esempio, l’uomo occidentale crede di percepire nella maggior parte delle popolazioni orientali, all’interno delle quali questi concetti – facenti parte da generazioni del loro modo di pensare – sono stati spesso travisati dalla gente comune.

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Se nulla accade per caso, come comprendere l’aborto? (1)

Questa volta voglio raccontarvi una storia, forse un po’ inconsueta – visti i protagonisti – ma vi sarete certamente accorti che i miei interventi sono sempre un poco sconcertanti, tanto da suscitare reazioni brusche e opposizioni varie, il che – ben lungi dal dispiacermi – mi sollecita invece ad andare avanti, perché significa che, malgrado il tono a volte indisponente che cerco di usare, in realtà ciò che dico – anche se non accettato e condiviso totalmente – per lo meno riesce a ottenere quello che è il mio scopo: aiutarvi a uscire dal vostro fermarvi in schemi di pensiero rigidi e, in quanto tali, più dannosi che utili all’avanzamento dell’individuo.

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