La comprensione e la sofferenza

D – Avete detto che la sofferenza serve per portarci ad una comprensione; quindi penso che, fintanto che questa comprensione non sarà avvenuta, ovviamente continueremo a soffrire. Ora, ci sono delle situazioni karmiche, nelle nostre vite, dolorosissime e irreversibili.

Per esempio, la nascita di un figlio con dei problemi, un figlio non normale che addolora un padre e una madre; e questa sarà una cosa irreversibile, che durerà tutta la vita. Allora io mi chiedo:”Anche se questi genitori arriveranno ad una comprensione, che dovrebbe migliorare la situazione, questa, che per principio durerà tutta una vita, mi sembra che tolga la speranza…

Io non credo, perché anche in una situazione così difficile, come quella che tu hai prospettato, vi può essere una comprensione.
Che cosa succede allorché avviene questa comprensione? Chiaramente non si può dire che tipo di comprensione, perché varia da caso a caso; ma supponiamo che questa comprensione avvenga in un esempio come quello tuo, di un figlio che non sia fisicamente normale; il genitore, che arriva a comprendere ciò che questo karma gli mette davanti in continuazione per tutta la vita, farà sì che la situazione non porterà più sofferenza.

Certamente, si renderà sempre conto che questo figlio non è uguale agli altri bambini; però la cosa verrà talmente accettata, talmente introiettata, che l’amore verso il bambino sarà sempre lo stesso, non cambierà, come se fosse un figlio completamente normale.
In realtà la sofferenza, molte volte, anche in questi casi, deriva dal fatto che il bambino è diverso, come si diceva all’inizio; ed essendo diverso, questo porta tutto un insieme di situazioni psicologiche anche nei confronti del mondo esterno. Ma il genitore, che accetta l’anormalità del figlio, lo fa diventare non più un diverso, ma un normale per se stesso; e diventando normale – questo bambino – agli stessi occhi dei genitori, il genitore non soffrirà più per questa anormalità apparente. Georgei

D – Sì, capisco che può avvenire una comprensione dovuta alla accettazione, all’amore che si ha per questo bambino, ma ci sono casi,  per esempio di malattie dolorosissime, dove si vede il figlio soffrire tremendamente, anche a livello fisico, senza poter far niente, in cui secondo me è difficile avere un’accettazione.

Pensa all’altra faccia della medaglia, all’altro aspetto della situazione che tu stai prospettando: alla persona malata; certamente la persona malata soffre ancora di più, perché subisce la sofferenza fisica, mentre chi gli sta vicino la immagina, non la vive direttamente; e la situazione karmica è altrettanto forte e dolorosa per la persona che ha la malattia; però ci sono casi di persone che imparano a convivere con la malattia sino a non soffrire più, per quanto questa possa essere grave e dolorosa. Georgei

D – Quindi la comprensione si ha quando si ha la piena accettazione delle sofferenze,  di quel tipo di sofferenze lì; cioè comprensione vuol dire accettazione.

Diciamo che in qualche modo si può tradurre il concetto; è un po’ difficile da spiegare  per chi non lo vive direttamente, che cosa accade con la comprensione…
Si può tradurre in quella famosa frase: “Sia fatta la Tua volontà e non la mia”.
E’ una situazione interiore analoga, dal momento che l’individuo, in questo karma irreversibile, riesce a toccare quella comprensione che, tradotta, dà voce a questo tipo di frase ed ecco che da quel momento la sofferenza diventa tutta un’altra cosa.

D – Pur tuttavia non è che migliori la situazione karmica; cioè, mentre si vedono nella vita dei casi in cui al momento della comprensione la situazione matura e poi si estingue, quindi hai un fatto tangibile per dimostrare che la comprensione è avvenuta; in caso di malattia irreversibile, tutto quello che può succedere è quello dell’accettazione; non è che avvenga un miracolo (eccetto in casi eccezionali, in cui si ha una risoluzione), la malattia continua ad esistere.

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Certamente; se il karma è irreversibile – come dice la stessa parola – lo è anche la malattia. Vi sono casi, come tu hai accennato, in cui quelli che sono karma fisici irreversibili ad un certo punto per un “miracolo”, tra virgolette, si modificano, cambiano, come mai? Come è possibile questo?
Perché il karma che voi ritenete irreversibile, che funge da karma irreversibile per diverse persone che stanno attorno alla persona-nucleo, fulcro di questa situazione, si risolve? Perché la situazione si possa veramente risolvere – quindi in realtà non esiste del tutto un karma completamente irreversibile – bisogna che tutte le persone che sono assoggettate a questo karma abbiano la comprensione che questo karma può far arrivare; quindi potete immaginare che è una cosa molto rara che possa accadere, in realtà. Georgei

D – Vorrei fare una domanda anche io, sull’illuminazione; vorrei sapere se l’illuminazione, che, come avete detto può avvenire in qualsiasi momento della vita di una persona, vale anche per le persone non troppo evolute, o deve esserci alle spalle una certa evoluzione perché questo canale verso la divinità ci sia.

Oh! Incomincia ad essere una eterna ricerca, questa! E devo dirti, ancora una volta, che non hai capito. 
Il problema nasce dal fatto che solitamente avete un’idea sbagliata di quello che è l’illuminazione; perché voi, per illuminazione solitamente intendete la persona che di punto in bianco si fonde con l’Assoluto; ma non è soltanto quello.
Certo, ci sono anche i casi di persone che fanno un salto totale di evoluzione, un salto di qualità tale per cui riescono a raggiungere la divinità; e quindi dopo quella vita non si incarnano più.
E’ naturale che succeda, prima o poi accadrà persino a voi, però l’illuminazione arriva ogni volta che uno ha compreso qualche cosa; ogni comprensione è un’illuminazione. Georgei

D – Ma io mi riferisco al tipo di illuminazione che una volta raggiunta permetta all’individuo di vivere solo karma positivo per tutto il resto della sua Vita.

Questa è una situazione che non si verifica mai. Georgei

D – Quindi anche un illuminato continua eventualmente a soffrire?

Senza dubbio; non si può dare un colpo di spugna su tutto quello che ha combinato prima di essere illuminato; sarebbe un’ingiustizia, anche perché, ricordate, che il karma va anche restituito quindi ci sono dei debiti nei confronti degli altri. Georgei

D – Pur sapendo ciò che concerne i debiti karmici, pensavo che l’illuminazione, una volta raggiunta, comportasse tutta una serie di situazioni positive per il resto della vita.

Anzi, io direi di più; se si osserva la vita dei grandi illuminati notiamo che negli ultimi anni hanno avuto molte cose che si possono considerare un eccesso di karma negativo; e questo proprio perché, essendo alla loro ultima vita, devono assolvere tutto il karma che è rimasto indietro. Non hanno più altre vite per fare qualcosa che modifichi la situazione, devono chiudere i conti in pari altrimenti la cosa non avrebbe senso. Georgei

D – Un mio istruttore di yoga ha detto una volta che le tensioni negative di un essere umano sono vere e proprie onde che gli altri sono in grado di percepire, fare proprie e rinviare; è proprio cosi?

Mah, in un certo senso direi di sì. Effettivamente ogni sensazione, ogni emozione, ogni pensiero, è una vibrazione, in realtà; e questo è un fatto compreso abbastanza da tutti voi che ci seguite da più o meno tempo; e voi sapete che le vibrazioni si accrescono quando incontrano vibrazioni simili.
Ora, che cosa succede se una persona emette delle vibrazioni negative e queste vibrazioni incontrano un’altra persona che ha lo stesso tipo di vibrazioni?
Metterà in moto, per assonanza, questa vibrazione giacente, sopita, all’interno dell’altra persona; ecco così che vi è una specie di contagio psichico, di passaggio da uno all’altro di questa negatività.
Ma questo accade soltanto perché tra le vibrazioni delle due persone vi è una similitudine; ecco perché noi sempre diciamo che non vi è nessun mago, nessun ipnotista, nessuna fattucchiera, nessuna entità, che possa far niente contro di voi se voi non avete all’interno quel tipo di cosa che la fattucchiera, il mago, I’entità cerca di farvi fare. Georgei

D – Di conseguenza una persona calma ed equilibrata non percepisce queste vibrazioni negative?

No, magari le percepisce; però non risuonano dentro di lui creando problemi.
E’ un po’ lo stesso discorso dell’ipnotismo; voi sapete che con l’ipnotismo, lo vedete anche nelle vostre televisioni, si possono fare cose meravigliose – a prescindere dagli esperimenti truccati – come far divenire insensibili o aumentare la sensibilità e via dicendo; e, in teoria, si potrebbe indurre anche una persona al suicidio; ma in realtà ciò non è possibile, a meno che questa persona non possieda già interiormente, lei stessa, la spinta verso il suicidio. Georgei

D – Ci deve essere la capacità di risuonare…

Quindi queste cose hanno la funzione di far scattare quella molla, che altrimenti sarebbe scattata in tempi successivi. Georgei

D – E un po’ come il malocchio, che colpisce le persone deboli e facilmente suggestionabili.

Più che suggestionabili, che hanno già una tendenza negativa interiormente. Georgei

D – Ma se una persona è talmente sensibile da percepire qualsiasi cosa cattiva o buona che sia, non ne ha colpa.

La persona percepisce delle vibrazioni, a cui darà una connotazione che molte volte può non essere giusta, in quanto l’interpretazione avviene secondo la propria soggettività.
Piuttosto vorrei che tu, poi, tra te e te, non certamente in questo ambito qua, ti chiedessi perché hai detto “non è colpa sua”. Uno dei più brutti concetti che il mondo cattolico ha introdotto nella vita di tutti voi è il concetto di colpa; noi diciamo e i maestri in particolare dicono sempre che la colpa non esiste. Georgei


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6 commenti su “La comprensione e la sofferenza”

  1. Il post tratta questioni da tenere a mente. Mi ha colpito soprattutto come georgei liquida la nostra pretesa di illuminazione affermando che ogni comprensione è illuminazione.

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  2. Quindi vibrare con una persona significa emettere una nota che l’altro è in grado di riconoscere, e viceversa? La condizione di benessere vi sarà solo nel caso di vibrazioni positive? Quando noi diciamo di essere in sintonia con l’altro è perché le vibrazioni emesse da entrambi si riconoscono? Quando questa sintonia viene meno è perché il campo vibratorio delle due persone è differente?

    Interessante la spiegazione del miracolo che viene data da questo paradigma.

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  3. Il meccanismo che permette l’annullamento della sofferenza è chiaro: la sofferenza generata da qualsiasi situazione si annulla allorché viene raggiunta la comprensione. Questo avviene indipendentemente dall’oggettività della situazione stessa.
    Interessante invece la spiegazione dei così detti “miracoli” i quali si possono realizzare solo quando la comprensione coinvolge tutti gli attori che ruotano intorno alla persona-nucleo dicendoci quindi che non esiste un karma irreversibile.

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  4. “Sia fatta la Tua volonta’, non la mia.” Queste parole mi colpiscono e rifletto sul concetto di accettazione, non come atteggiamento passivo, ma piuttosto come il riconoscere quella sofferenza necessaria per giungere ad una comprensione. Affidandosi ala saggezza dell’Assoluto e non comprendendone sempre il disegno.

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