La paura di sbagliare [A229]

D – A me sembra di vivere una vita sempre col freno a mano tirato e questo perché credo di avere paura di sbagliare e di fare del male a me stessa e a chi amo di più…

Questa tua affermazione pone diversi problematiche, di non facile e immediata soluzione, dal momento che può essere osservata da diversi punti di vista. Ma vediamo di analizzare più in dettaglio gli elementi presenti in quanto hai detto.
L’aver paura di sbagliare è un fattore che accomuna tutte le persone. Ma, pensandoci bene chi ha questa paura e per quale motivo?

Certamente entra in gioco la dotazione caratteriale che, magari, non attribuisce all’individuo grandi capacità di essere deciso o una forte volontà nel portare avanti quello che pensa di poter fare.
In realtà, però, si può anche affermare, con ragionevole certezza, che chi ha paura di sbagliare è l’Io, e non tanto per timore di fare del male a qualcuno (non può essere in grado, infatti, di sapere con sicurezza e a priori se le azioni compiute non porteranno alla fin fine a risultati utili e positivi sia per se stesso che per le altre persone coinvolte invece che creare risvolti negativi) quanto per il tentativo di non sminuire ai suoi stessi occhi l’immagine di potenza che desidera conservare o, al limite, per cercare di non prendersi la responsabilità di scatenare un insieme di conseguenze fuori dal suo controllo e che non sa se sarà veramente in grado di gestire.

In questa posizione di incertezza l’Io finisce col scegliere la via del preservare l’’apparente stabilità che pensa di aver raggiunto, finendo col non agire e vivendo, come dicevi tu, “col freno a mano tirato”.
Questa, senza dubbio, appare la via più facile da seguire e quella che non sembra presentare pericoli particolari ed è quella che, solitamente, seguono la maggior parte delle volte le persone.

Ma noi che sappiamo che se la vita ci pone davanti delle scelte e noi evitiamo di scegliere accadrà, inevitabilmente, che tali scelte ci verranno ancora riproposte e, quasi certamente, in condizioni ancora più difficili da gestire perché, evidentemente, quelle scelte hanno la finalità di indirizzarci a comprendere delle cose che, fino a quel momento, non siamo riusciti ad acquisire e a rendere sentitamente nostre. Che fare, allora?

Rimandare le nostre scelte di continuo fino a che diventano portatrici di una sofferenza sempre maggiore, o cercare di compiere delle scelte il più possibile immediate e nel momento in cui le condizioni di scelta sono più affrontabili?

Io credo che sia sempre meglio cercare di risolvere le situazioni nell’immediato, anche esponendosi al rischio di fare delle stupidaggini di cui poi ci pentiremo, dal momento che è proprio grazie a quegli eventuali errori che avremo la possibilità di essere maggiormente in grado di adeguare in maniera corretta le nostre risposte comportamentali alle situazioni più o meno simili che l’esistenza ci proporrà successivamente per testare il raggiungimento reale o meno della nostra comprensione.

La paura di fare del male a se stessi o agli altri con le nostre scelte, in fondo, non è altro che un falso problema perché non agire e lasciare le cose in sospeso e irrisolte finisce col far star male l’individuo con se stesso e a deteriorare i suoi rapporti con gli altri che potrebbero vivere il suo non agire come indifferenza e mancanza di partecipazione, lasciando, presenti ma inespressi, quei sentimenti di delusione, rancore e rivalsa che, inevitabilmente, portano con ampi contrasti e sofferenza.

Io credo, per averlo sperimentato sulla mia pelle, che è sempre meglio sbagliare che non agire per paura di commettere degli errori e che, alla lunga, l’azione messa in atto dà i suoi frutti.
Certo, non vi sto dicendo di andare a testa bassa contro le situazioni senza osservare con un minimo di attenzione quello che state per dire o fare, dal momento che anche questo non sarebbe altro che seguire ciecamente il proprio Io e la sua volontà di potenza e di prevaricazione supportata dalla sua presunzione di essere sempre e comunque nel giusto: l’azione deve essere sorretta dal desiderio di fare del proprio meglio e di dare il meglio di se stessi in ogni situazione, cercando di essere il più possibile onesti, coerenti e sinceri con se stessi e con le motivazioni che ci spingono.

In questo modo, quanto meno, la percezione di aver fatto con sincerità quello che pensavate potesse essere il migliore comportamento possibile da mettere in atto vi aiuterà a sentire meno pesante la sofferenza che un vostro eventuale errore potrà aver causato, in quanto la vostra coscienza saprà che non avevate certamente l’intenzione di  essere creatori consapevoli di dolore e sofferenza. Moti
Continua nella pagina seguente…

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