L’armonia tra comprendere, desiderare e agire

D – Secondo me, se ho capito bene, deve esserci un’armonia tra il comprendere, il desiderare e l’agire, e tutto questo dovrebbe ampliare il nostro sentire, quindi dovrebbe andare a beneficio dell’akasico, quindi i nostri corpi inferiori dovrebbero contribuire a un ampliamento di coscienza.

Dal punto di vista tecnico si è parlato anche di vibrazioni dei corpi, fisico astrale, mentale e così via … Io mi sto chiedendo adesso se dal punto di vista tecnico la concordanza di queste vibrazioni debba tendere a quel famoso equilibrio che noi dovremmo perseguire, cioè se le vibrazioni del corpo fisico e rispettivamente del corpo astrale e del corpo mentale tra di loro debbano essere strutturate e modificate in funzione di questo ampliamento di coscienza del corpo akasico. 

Quella sarebbe senza dubbio la condizione ottimale, su questo non vi può essere alcun dubbio! Se tutte le energie dei corpi inferiori fossero indirizzate sulla stessa lunghezza d’onda – per farvi comprendere – sarebbe molto più facile che l’esperienza arrivasse nella sua vibrazione al corpo akasico permettendogli di trarre i dati in modo più immediato, più veloce e questi dati sarebbero più precisi. 

Purtroppo questa è una delle grosse difficoltà che tutti voi avete; non soltanto porta delle difficoltà poi per il corpo akasico, che si vede arrivare le risultanze delle esperienze sul piano fisico frammentate e non in una sola vibrazione comprensibile, ma in tante sotto vibrazioni che scompigliano un po’ tutto il discorso non rendendolo logico e coerente; ma questo fa sì che egli a sua volta, nel tentativo di cercare di comprendere, rinvii una vibrazione che ritorna indietro e questa sua “insoddisfazione” per non aver avuto una risposta precisa, ottimale, porta poi un movimento tale che aiuta quei fenomeni di psicosomatismo di cui così tanto abbiamo parlato in passato.

D – Georgei, scusa. Forse noi, in questo allineamento dei tre corpi che, chiaramente, ci avete detto che sarebbe una buona cosa, siamo un attimo impediti perché seguire i nostri desideri è estremamente egoistico; allora sappiamo, d’altra parte, che fare gli egoisti non va bene…

Non è vero che non va bene essere egoisti; anzi, non potete fare a meno di essere egoisti, in realtà, perché – non avendo compreso – non potete essere talmente evoluti da fare tutto istintivamente il meglio per gli altri oltre che per voi stessi.

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Voi continuereste comunque a fare gli egoisti anche se non voleste farlo. Diventerebbe soltanto più inconsapevole, la cosa; sareste tranquillamente e pacificamente egoisti.
Invece voi dovete essere egoisti però accorgendovi del vostro egoismo.
La differenza è tutta qua: nella vostra attenzione in ciò che voi siete, in ciò che voi fate; senza torturarvi, mia cara, sul vostro egoismo.
Siete stati egoisti, accettatelo; dite: “Bene, vedremo cosa si può fare per non essere più ancora egoisti a quel modo”. Georgei


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8 commenti su “L’armonia tra comprendere, desiderare e agire”

  1. Tutto l’insegnamento dell’Ifior, mi ha aiutata a scrollarmi di dosso una certa cultura cattolica, basata sul peccato e senso di colpa, riportandomi costantemente sull’ttenzione delle mie necessità di comprensioni e personali responsabilità.
    Non potendo delegare altri, siamo ognuno artefici del cammino personale.
    Trovo questo un grande gesto d’amore e di fiducia.

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  2. La comprensione di questi meccanismi rende il cammino leggero.

    Resta pilastro il concetto di onestà, in primis verso se stessi, senza il quale ancora più complesso può diventare il procedere

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  3. Ho capito meglio come opera la frantumazione dei corpi, quindi la difficoltà all’allineamento,in ultima analisi alla visione unitaria.
    Siamo frantumati quando la mente aderisce ad un contenuto, afferma una comprensione, ma gli stati d’animo e i sentimenti vanno in altra direzione, e allo stesso modo il corpo fisico parla di altro ancora. Come raggiungere l’unita? È sufficiente l’osservaazione minuta?

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    • Non credo ci sia veramente altro da fare…
      L’osservazione di noi stessi porta alla consapevolezza e questo è passo necessario per il cambiamento. Poi qualcosa comincia a cambiare nella profondità del nostro essere, non ce ne accorgiamo subito perché è un movimento sottile, ci vuole tempo, ce ne è voluto tantissimo per farci così come siamo ora… A un certo punto cominci ad accorgertene, il tuo sentire sta cambiando, ma è un cammino lungo e non ci sono scorciatoie.

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