Considerazioni sul misticismo e sul sentire che parla di sé

Il misticismo è qualche cosa che l’individuo ha al suo interno ad un certo punto della sua evoluzione. Ed è tanto facile, invece, volersi convincere a tutti i costi di essere mistici, e, quindi, dimenticarsi che la propria realtà e la propria evoluzione, di mistico non possiedono ancora quasi nulla.

Quanti uomini si nascondono dietro parole che ritengono divine o sante, e dimostrano ad ogni piè sospinto che queste parole servono loro soltanto come scusa, come paravento per giustificare quelle che sono le loro passioni.

Il vero mistico è colui che non ha bisogno di parlare, di dire, perché si sente già talmente unito a Dio che ogni suo atto, ogni sua espressione, ogni suo modo di essere, anche un suo silenzio, parlano da soli. Rodolfo

Poi, in fondo, se è vero, fratelli, che Dio esiste in tutta la realtà che vi circonda, e se è vero che misticismo significa sentire un afflato insopprimibile verso la divinità, allora bisogna anche comprendere che il mistico può anche essere semplicemente una persona che ama la vita, ama la realtà, ama i suoi simili, ama ciò che lo circonda, dalla più piccola cosa alla più grande, in quanto, amando tutte queste cose, in realtà, egli già ama Dio, egli già manifesta il suo misticismo. Billy

Se nei secoli, nei millenni dell’uomo, tutti coloro che hanno parlato di Dio facendo spesso una grande confusione tra Dio e le religioni, se tutti costoro, dicevo, fossero stati veramente dei mistici, certamente il loro esempio sarebbe stato tale da modificare radicalmente la vostra società. Ben pochi, invece, nei secoli, sono stati coloro che veramente vivevano un vero misticismo.
Queste poche persone, questi pochi individui, questi pochi esseri che sono diventati talmente famosi da essere conosciuti dall’intera umanità, sfuggono in realtà alla comprensione di coloro che si accostano a ciò che essi sono stati.

Comprendete figli che il vero misticismo, il vero sentirsi attratti in modo quasi insopportabile dal richiamo di Dio, non può essere veramente compreso se non da chi, lui stesso, avverte lo stesso richiamo. Certo, chi osserva il vero mistico può restare colpito dalle sue parole, dalle sue espressioni, da quell’atmosfera di dolcezza che magari emana intorno a , tuttavia non può parteciparvi, può soltanto, come quasi sempre succede, cercare di imitarla nella speranza più che altro di essere considerato alla stessa stregua di coloro il cui giudizio gli importa.

È per questo motivo che il misticismo, in fondo, non viene mai veramente compreso ed anche coloro che cercano di studiarlo proprio per il fatto di avvicinarsi ad esso razionalmente, di comprendere razionalmente ciò che razionale, secondo la razionalità umana, non è, non potranno mai arrivare a classificarlo e a comprenderne la vera essenza. Moti

Nella lunga storia del cerchio ci sono state molte fasi, ma non c’è mai stata, invece, una fase del sentire. Certo, sul sentire avete discusso, anche se non molto; tuttavia ciò non ha lasciato in voi grandi conseguenze. Come mai? Forse perché del sentire avevate già letto in altri luoghi? Forse per presunzione, ritenendolo un concetto facile da comprendere? Forse perché non vi dava la possibilità di giustificarvi, di depenalizzarvi, di concettualizzare, di teorizzare o anche, soltanto, di sognare?

Eppure il sentire è, per voi che dovete superare la famosa ruota delle nascite e delle morti, un concetto basilare, unico, necessario e insostituibile, senza il quale tutti gli altri concetti finiscono con il perdere ogni forza e ogni valore!

Come dire, creature? Ah, affermate di averlo compreso, questo sentire? Di averlo assimilato e di aver trovato che non vi è poi molto da capire su di esso?
Come mai, allora, accade che quando un ospite vi chiede una spiegazione in merito non siete quasi mai in grado di darne una accettabile e, cosa ancor più rara, comprensibile? Il fatto è che non avete compreso che superficialmente ciò che è il sentire e qual è la sua essenziale, insostituibile funzione.

Ma immaginiamo, per un momento e quasi per gioco, di renderlo una cosa viva e di potergli chiedere direttamente di parlarci di sé.
Ecco, forse, ciò che esso ci direbbe:

Io sono una creatura di Dio, come voi. Come voi non nasco perfetto e in grado di muovermi con sicurezza nelle regioni in cui vivo.

Nasco bambino, con tutte le mie incomprensioni e come un bimbo penso di aver capito e mi comporto di conseguenza, ma basta una piccola azione sbagliata per farmi rendere conto che ciò che avevo capito era solo frainteso e non era giusto.

Ad ogni esperienza rinasco a me stesso più ampio, più consapevole, più vero; ad ogni esperienza abbraccio una nuova parte di me stesso e, in questo modo, una nuova parte della realtà di cui anche io, come voi, faccio parte via via più consapevole.

So quale sia il mio destino: abbracciare per intero me stesso, e verso questo fine sono attratto e spinto da qualcosa che è vivo al di sopra di me ma che, nel contempo, permea e indirizza tutto me stesso.

Io cerco di afferrare questa entità che, senza capirne il perché, amo di un amore intrinseco a me, ma così forte da muovere ogni mia azione alla ricerca di espandere me stesso nella speranza di arrivare a fondermi, finalmente, con l’oggetto del mio amore.

Non piango, se sbaglio;
non mi abbatto, se fallisco;
non mi sento frustrato, se non riesco;
non mi vergogno, se non capisco;
non mi adiro, se non trovo subito la soluzione…
ma sono sempre pronto a rinnovare me stesso,
a trarre frutti dai miei sbagli,
a rendere utili i miei fallimenti,
a lottare contro ciò che mi frustra,
a cercare di comprendere ciò che sembra sfuggirmi,
a provare mille soluzioni diverse fino a quando non troverò quella giusta.

E so che solo allorché sarò pienamente maturo e tutto il mio essere sarà fuso in un’equilibrata e funzionale entità, io troverò la gioia di unirmi con quell’Amore sconosciuto ma potente, dolce ma tiranno, forte ma delicato, costante ma immenso che in continuazione mi chiama a Sé e che costituisce il vero perché della mia esistenza. Scifo


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2 commenti su “Considerazioni sul misticismo e sul sentire che parla di sé”

  1. Argomento quanto mia attuale nel nostro organismo. Ringrazio per la definizione di misticismo. In quanto a definire il sentire, solo uno tra noi potrebbero definirlo come Scifo, tuttavia sappiamo che prima o poi si aprirà anche a noi la comprensione.

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