D – Mi domando perché di alcuni sogni, anche a distanza di decenni, ricordo nitidamente ogni più piccolo particolare, comprese le mie emozioni, e saprei raccontarli con dovizia di particolari, illustrandone anche il significato metaforico (o almeno quello che io ritengo tale e che continuo ancora oggi a ritenere valido), mentre di altri non ricordo nulla di nulla.
Devo, forse, ritenere che quelli che mi ricordo così bene e che ho ritenuto di dover osservare attentamente, in realtà, sono i meno importanti visto che l’Io non si è impegnato per nulla ad attivare la censura della dimenticanza?
Come sempre, quando si parla di sogni, le interpretazioni possibili sono molteplici e difficilmente generalizzabili. Possiamo dire che, in linea di massima, quanto dici può avvenire per due cause principali.
La prima, come suggerisci tu, è che l’Io ha adoperato dei livelli di censura molto bassi, per cui i sogni in questione arrivano alla consapevolezza del sognatore e conservati nei “cassetti” della memoria più facilmente raggiungibili.
La seconda è che i sogni andavano a toccare qualche elemento particolarmente pregnante a cui l’interiorità del sognatore ha reagito catturando le immagini, le sensazioni e i pensieri che sono associati a esso e che l’individuo è relativamente pronto ad accettare e a elaborare.
In questo caso, tuttavia, l’Io attua solitamente una censura più forte ed è molto probabile che le parti del sogno che vengono ricordate siano quelle più “inoffensive” o che il vero nocciolo dell’elaborazione onirica venga nascosto dalla cattura di particolari vividi che riescono a lasciare nel sottofondo gli elementi del sogno che l’Io preferisce non affrontare.
Lavorare su questo tipo di sogno, cercando di analizzarne le componenti evidenti per cercare di risalire a quelle nascoste, può portare all’individuazione di elementi importanti per l’individuo, che lo possono aiutare ad allargare e a definire in maniera più utile la sua consapevolezza.
D – Quello che volevo sapere è in che modo i tentativi di decodifica producono degli effetti sui sogni. Esempio terra-terra: la Vibrazione Prima porta l’informazione “ama il prossimo tuo” e il corpo akasico la decodifica in modo errato (data la sua non completa strutturazione, il suo Sentire limitato) con: “ama la tua vicina di casa”; quindi nel corpo mentale sorge l’idea di provarci subito, il corpo astrale si riempie d’affetto e il corpo fisico va a suonare il campanello di casa della vicina.
Quello che dici, e che sembra già complicato così, in realtà è ben più complesso. Ma cerchiamo di restare nell’esempio che tu stesso hai fatto. La Vibrazione Prima non porta semplicemente l’informazione “ama la tua vicina di casa” ma porta tutte le informazioni connesse al concetto di amore fornendo, così, una versione completa del concetto di amore, e potremmo dire che essa è riassumibile nella singola parola “ama”.
Il concetto di amore è altamente complesso, anche perché investe la totalità del creato e chi ama davvero ama sempre e comunque senza alcuna distinzione nei confronti dei soggetti del suo amore.
Quando tale vibrazione incontra il corpo akasico ed esso tenta di decodificarla lo può fare soltanto attraverso il confronto con la struttura del sentire che ha raggiunto fino a quel punto del suo percorso evolutivo, e questo porta a delle decodifiche parziali, incomplete e, di conseguenza errate perché, nel confronto con il modello presentato dagli Archetipi Permanenti si rivelano limitate.
Allorché la decodifica attuata dal corpo akasico arriva a essere decodificata dall’Io (quindi dai corpi inferiori) l’inesatta decodifica di partenza subisce ulteriori inesatte decodifiche. Per esempio, passando al corpo mentale dell’individuo “ama” può restringere il suo campo di azione ad “ama i componenti della tua famiglia” che, in sé non è un concetto errato ma che, tuttavia, è ancora ben distante dal concetto di “ama” presentato come modello dall’Archetipo Permanente.
Allo stesso modo, il concetto, decodificato dalle possibilità di decodifica tipiche del corpo astrale dell’individuo in quel punto della sua evoluzione, può acquisire sfumature emotive e sensazioni che possono portare magari a confondere il concetto di amore con l’attrazione verso determinate persone.
E, andando avanti in questa linea di pensiero, la decodifica attuata dal corpo fisico può arrivare a confondere il concetto di amore con l’attrazione fisica e, quindi, con la sessualità, arrivando in questo modo a una decodifica del simbolo di partenza ben diversa da com’era all’inizio o, quanto meno, più settoriale.
E’ chiaro che i bisogni dell’Io e le necessità evolutive giocano entrambi un ruolo importante nell’indirizzare in specifiche direzioni le reazioni dell’individuo quando cerca di mettere in atto ciò che il suo sentire gli ha trasmesso come decodifica del concetto di partenza, ma credo che a questo punto dovreste essere in grado da soli (e sulla vostra pelle) di cercare di rilevare tutte le conseguenze che vengono a essere messe in atto a seguito del succedersi delle decodifiche incomplete attuate sull’informazione di partenza.
Se qualcuno si chiedesse che necessità c’è di un percorso così complicato e difficoltoso vorrei farvi notare che è proprio grazie agli errori di decodifica messi in atto dai corpi dell’individuo che egli ha la possibilità, attraverso l’esperienza compiuta sul piano fisico, di trovarsi faccia a faccia con le sue incomprensioni e, quindi, di ampliare il suo sentire.
D – E per la fase di “risalita” della vibrazione, quali sono i tentativi di decodifica nel percorso fisico-astrale-mentale e cosa emerge nel sogno?
Il percorso di risalita della vibrazione ha gli stessi elementi di quanto abbiamo appena esaminato: le decodifiche che vengono attuate verranno interpretate dalle vibrazioni dei vari corpi, portando la nuova versione del “simbolo” verso il corpo akasico che ne prenderà atto, le confronterà con quelle che gli provengono dalla Vibrazione Prima e aggiungerà al suo sentire le nuove acquisizioni parziali che avrà ricevuto mentre riinvierà verso il piano fisico quelle che saranno percepite come disarmoniche, attuando nuovamente la decodifica tenendo conto delle acquisizioni appena inglobate che modificheranno le sue possibilità di decodifica del concetto “ama” ripercorrendo il ciclo vibrazionale akasico/fisico fino a che non vi sarà una completa corrispondenza tra l’”ama” degli Archetipi Permaneti e l’”ama” in via di strutturazione all’interno del corpo akasico dell’individuo.
Ovviamente il simbolo “ama” è il più complesso che potevamo prendere come esempio e la sua perfetta decodifica sarà possibile soltanto alla fine del ciclo delle nascite e delle morti, e, di conseguenza, possiamo dire che secondo il concetto temporale dell’uomo incarnato esso sarà l’ultimo simbolo a essere perfettamente compreso.
D – È possibile che l’individuo, mettendo in atto una certa consapevolezza, riesca a riequilibrare almeno in parte le sue energie per poter affrontare i suoi momenti di difficoltà? Ci sono delle tecniche che, pur non essendo risolutive (risolutiva è solo la comprensione), possono dare un momento di sollievo riequilibrando momentaneamente i corpi per poter ripartire con maggiore lucidità senza lasciarsi schiacciare dagli eventi?
Credo che su questo punto si debbano fare delle precisazioni importanti, in modo da non sommare erroneamente elementi non assimilabili l’uno all’altro. Prima di tutto la consapevolezza è una conseguenza della comprensione dell’individuo e non è possibile accenderla o spegnerla come se ci fosse un interruttore che permetta di farlo e che l’individuo può decidere se premere o no; la comprensione (e di conseguenza la consapevolezza) c’è o non c’è e l’individuo non può fare altro che tenerne conto se c’è o commettere errori nelle sue azioni e reazioni all’interno del piano fisico se non c’è.
Le energie dell’individuo (e, di conseguenza il suo complesso vibratorio) invece sono sempre presenti ed è certamente possibile, al fine di raggiungere un maggiore equilibrio nell’affrontare le esperienze che si trova dinnanzi, cercare di riequilibrarle il più possibile in maniera da creare per se stesso le condizioni migliori interiori con cui rapportarsi con le difficoltà che incontra nel corso della sua vita, magari cercando di ottenere un fluire più quieto delle sue energie attraverso a tecniche come quelle insegnate da alcuni tipi di Yoga.
Ma facciamo attenzione: non si tratta di tecniche che risolvono i problemi dell’individuo ma soltanto di strumenti che possono permettergli di essere meno distolto dalle turbolenze interiori rispetto alla sua maniera di affrontare la vita.
La loro portata è limitata, sia come effetti generali che come protrarsi nel tempo, dal momento che non si tratta di equilibri acquisiti per evoluzione bensì di “illusori” stati momentanei di benessere che, più prima che poi, le spinte dei bisogni dell’Io finiscono con l’annullare.
Chi tra di voi ha provato a fare meditazione sa certamente, per esperienza diretta, che è difficile mantenere a lungo la concentrazione perché, a un certo punto, basta anche il più piccolo stimolo esterno come un prurito a una gamba o un pensiero improvviso per riportare la coscienza allo stato precedente prima della meditazione.
D – Vorrei capire che cosa, esattamente, si debba intendere per “decodifica errata”. Cioè, quale potrebbe essere un esempio di errata interpretazione/decodifica di una disposizione portata dalla Vibrazione Prima, a livello mentale e/o astrale? E può esistere – e quale potrebbe essere – una errata decodifica tra corpo astrale e corpo fisico?
Credo che le risposte che chiedi siano implicite (ed esplicite) in quanto è stato detto in precedenza.
D – Ci sono, quindi, almeno 4 livelli di decodifica e sembrerebbe essere l’Io, la causa degli errori di decodifica, su tutti questi livelli. Ma, di fatto, questo Io come interviene su queste decodifiche, per alterarle? E poi, carattere e personalità, che parte hanno in questi errori di decodifica? O non c’entrano? Inoltre, visto che l’Io è il risultato anche delle nostre incomprensioni, mi verrebbe da pensare che, l’errore di decodifica, sia un qualcosa di inevitabile, al punto che, lo scopo non può essere quello di evitare gli errori di decodifica (e, quindi i somatismi), ma quello di scoprirli e correggerli, o no?
Se per “quattro livelli di decodifica” intendi il passaggio dalla Vibrazione Prima all’akasico, dall’akasico al mentale, dal mentale all’astrale e dall’astrale al fisico direi che attribuire all’Io la causa degli errori di decodifica sia poco corretto dal momento che certamente l’Io non ha la possibilità di interferire con il corpo akasico dell’individuo, dal momento che la sua azione si espleta soltanto all’interno dei tre corpi inferiori.
In quanto al carattere, dal momento che è costituito dalla somma della dotazione genetica dell’individuo, entra nella decodifica solamente per il fatto che stabilisce le potenzialità e le caratteristiche reattive dell’individuo e, di conseguenza, anche le direzioni lungo le quali si diramano le decodifiche messe in atto dai vari corpi (ovviamente in maniera relativa al corpo che si possiede nel corso dell’incarnazione). Se la tua domanda voleva sapere se, in qualche modo, il carattere agisce sulla decodifica in maniera diretta la risposta è senz’altro no.
Per quanto riguarda la personalità anch’essa non ha una reale influenza sulle decodifiche anzi, si potrebbe dire che è in qualche maniera una sorta di conseguenza degli errori di decodifica: come conseguenza della dotazione caratteriale dell’individuo egli si trova davanti alla possibilità di reagire all’esperienza in maniere differenti tra di loro. La messa in atto di tale reattività (appunto la personalità) tenderà a seguire e a mettere in atto quelle possibilità di reazione che l’individuo, sulla scorta delle decodifiche errate, riterrà più aderenti a se stesso (e, quindi, al suo Io) e ai modelli reattivi che gli vengono prospettati dagli Archetipi Transitori a cui fa riferimento. Rodolfo
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