L’Io e la decodifica del simbolo [A104-simboli12]

L’Io. La prima considerazione importante da fare riguarda il fatto che l’Io non è una somma di componenti, ma è una risultante di esse, quindi qualcosa che, in qualche maniera, trascende la semplice somma delle parti che lo originano.

Questo è il principale elemento che differenzia personalità e Io: la prima è l’espressione diretta delle componenti fisica, astrale e mentale del carattere definito dai segmenti attivati del DNA, il secondo è la modulazione e interazione di questi elementi sotto la spinta sia dei fattori interni (carattere e personalità) che di quelli esterni (ambiente, società, archetipi transitori ecc.).

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A questo punto in voi può sorgere la domanda: “L’illusoria esistenza dell’Io che necessità ha per l’individuo? Non è una complicazione concettualmente inutile?”.
In realtà, pur nella sua illusorietà, la costituzione dell’Io ha una funzione essenziale per l’intero processo di conoscenza e comprensione di se stessi: esso, infatti, permette all’individuo di mettere in atto, nell’espressione della sua personalità, reazioni e controreazioni strutturate e in relazione tra di loro agli stimoli che l’individuo riceve dall’esperienza che incontra, in maniera tale che il comportamento sul piano fisico risultante dall’espressione delle decodifiche in corso da parte dei tre corpi inferiori possa fornire alle necessità akasiche di comprensione una gran quantità di dati relazionati tra di loro.

(Concetto non semplice, ma potremmo dire che l’Io è quella sintesi di autoconsapevolezza, quello specchio in cui si riflettono una moltitudine di dati che derivano dall’esperienza creata grazie all’intenzione, al carattere, alla personalità, all’ambiente e alle relazioni. Questa sintesi/specchio è al servizio del monitoraggio del sentire che ne ricava in modo immediato le impressioni della attuazione delle sue direttive. Ndr).

Questi permetteranno al corpo akasico di osservare in maniera più completa e strutturata le reazioni comportamentali dell’individuo nella sua totalità delle componenti inferiori e la loro variabilità anche in presenza di stimoli identici, in maniera da poter trarre da tali reazioni gli elementi che gli servono per cercare di mettere al posto giusto i tasselli mancanti al suo sentire.

Se il processo messo in atto dall’Io pur nella sua illusorietà e quindi nella sua aleatoria soggettività non esistesse, il corpo akasico riceverebbe dati poco utili o, quanto meno, poco soggetti a sviluppo, in quanto la manifestazione della personalità sul piano fisico sarebbe ripetitiva e priva di quella variabilità che permette di incontrare e analizzare le sfumature dei vari indirizzi della comprensione.

Dal punto di vista della decodifica delle vibrazioni simboliche per quanto riguarda l’Io, il fatto che esso sia una risultante non ha conseguenze da poco; infatti ciò significa che nell’Io si sommano, si radunano e interagiscono contemporaneamente tutte le decodifiche avvenute sulla vibrazione simbolica condizionando il comportamento dell’individuo sul piano fisico relativamente alle possibilità espressive del suo livello caratteriale e, di conseguenza, le manifestazioni della sua personalità. Questo fatto, indubbiamente, complica molto le possibilità di osservazione da parte del corpo akasico ma, in compenso, gli permette di attuare confronti e verifiche che, altrimenti, non potrebbe effettuare per mancanza di dati complessi e strutturati.

Infine, è necessario osservare che l’Io risente direttamente – dal momento che si estrinseca sul piano fisico dove le vibrazioni archetipali esprimono le loro istanze – dell’influenza degli archetipi transitori a cui, di volta in volta fa riferimento, finendo col modulare l’espressione della personalità individuale sul piano fisico anche attraverso le regole comportamentali espresse negli archetipi transitori. Questo insieme di “spinte” porta, in questo modo, alla variabilità di comportamento che ognuno di voi può notare in ogni individuo che, spesso, esprime diversamente la sua personalità che altrimenti reagirebbe sempre in maniera costante e univoca, a seconda degli elementi che influiscono sull’Io.

Ma vediamo se riusciamo a trovare un esempio accettabile per spiegarvi meglio questa differenza tra carattere, personalità e Io, prendendo in esame il comportamento di un bambino nel suo passaggio dall’età infantile a quella adolescenziale.

Supponiamo che il bambino abbia attivata nella sua catena genetica la sequenza di geni che gli fornisce una propensione, una sensibilità accentuata verso la musica. Dal momento che questa sensibilità particolare è una qualità caratteriale, quindi genetica, egli avrà sempre un rapporto particolare con l’espressione musicale, rapporto che lo accompagnerà costantemente nel corso della sua intera esistenza. Col passare del tempo e l’affinarsi delle sue possibilità espressive egli acquisirà la capacità di manifestare il suo carattere reagendo in forme personali al tipo di musica che ascolta: commuovendosi per una musica triste, ballando in conseguenza di una musica ritmata e via dicendo. Esprimerà, così, la sua personalità sotto l’aspetto della sua propensione caratteriale a percepire la musica.

Allorché, secondo il processo naturale che modula gradatamente l’individuo nella sua manifestazione fisica, il suo Io si andrà strutturando in maniera più complessa come risultante di tutte le sue componenti reagenti non alla sua sola costituzione interna ma, anche, agli influssi degli archetipi a cui è collegato, l’espressione della sua personalità attraverso la mediazione dell’Io lo porterà verso l’espressione di se stesso magari non più verso qualsiasi tipo di musica, bensì verso il particolare tipo di musica che più sarà confacente all’espressione delle “regole” comportamentali dettate dagli archetipi transitori di riferimento (ad esempio, in età adolescenziale, la musica Punk o il metal o l’hard rock). Ecco quindi che la presenza dell’Io e la sua graduale strutturazione derivante dall’essere una risultante delle influenze cui è sottoposto, permettono all’espressione della personalità di assumere modi e connotazioni diverse fornendo una gamma più ampia di elementi all’osservazione effettuata costantemente dal corpo akasico. Scifo

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