Domande sull’istinto e sul fluire non condizionato del sentire

Domanda – Prima ho avuto l’impressione che tu scindessi il corpo fisico, fisiologicamente parlando, da tutto il resto, cioè lo tenessi come se non fosse troppo legato al resto degli altri corpi.

Hai parlato di fisiologia, di cibi non graditi all’organismo, quindi mi dava l’impressione che questo corpo fosse una cosa a parte. Quanto della nostra fisiologia, e mi riferisco anche a quella mentale, che sappiamo essere dipendente dal nostro corpo mentale, però se io sento, sento una cosa; poi passa attraverso meccanismi mentali che io immagino essere fisiologici, i cosiddetti programmi, cioè quelle cose già precostituite che ti portano a dire che 2 più 2 fa 4. Nell’ambito di questo programma che io reputo fisiologico, quanto c’è di sentire e quanto di presente nel corpo mentale? Nell’ambito del meccanismo mentale umano, quest’ultimo come s’interseca?

Allora: esiste questo benedetto corpo fisico che, certamente, è collegato con gli altri corpi, come abbiamo sempre detto. Tenete presente che il corpo fisico, dal punto di vista (continuiamo a dire fisiologico anche se non è preciso) può essere considerato sotto 2 aspetti diversi.

Vi è tutta una parte di meccaniche e movimenti, di vibrazioni, di reazioni chimiche e via dicendo che avvengono a livello istintivo, senza che l’individuo se ne renda conto, almeno la maggior parte delle volte. Giusto? In realtà questo, a livello fisiologico, è il 90% di ciò che costituisce il corpo fisico.

Vi è poi, invece, quella parte che è governata dalla parte inconscia dell’individuo e che provoca, che so io, i mal di testa o le reazioni psicosomatiche o le dimenticanze, le perdite di memoria, la stanchezza, la cattiva volontà e tanti altri atteggiamenti fisici, malanni fisici, disagi fisici.

Vi è poi un’altra parte, piccolissima in confronto al resto, del corpo fisico che invece passa attraverso il livello cosciente del vostro modo di essere; è quella piccola parte che, ad esempio, fa muovere la vostra bocca nel parlare, che fa trovare le parole e le fa venire a galla nel mondo fisico; che fa sì che voi apriate gli occhi per guardare e via dicendo; che muove certi muscoli delle labbra per sorridere o per baciare, o muove le mani per accarezzare.
Questi sono tutti atteggiamenti fisiologici che passano attraverso la razionalizzazione del vostro organo del pensiero (il cervello, ndr), dell’organo cioè attraverso il quale passano gli impulsi che provengono, ricordate, non soltanto dal piano mentale, ma anche dal piano astrale e dal piano akasico, a volte. Moti

D – Di questa piccolissima parte che tu hai detto, molti sono fondamentalmente anche riflessi che rientrano nell’arco di reazioni chimiche e interazioni a livello fisiologico, però sono riflessi anche questi. Perché questa terza distinzione?

Perché volevo sottolineare il fatto che, ad esempio, un sorriso che può avvenire istintivamente, in realtà non è istintivo, ma parte, la maggior parte delle volte, questo sorriso spontaneo, dal vostro interno, dalla vostra interiorità.
Però vi sono anche i casi in cui questo stesso sorriso invece viene dal vostro raziocinio, quando voi vi sforzate, volete sorridere. Quindi vi è tutta una somma di reazioni e di comportamenti del vostro fisico che non è soltanto istintuale e che può non essere soltanto inconscio, ma che è anche diretto dalla vostra razionalità. Su questo sei d’accordo? Moti

D – Le manifestazioni spontanee sembrano provenire più facilmente dal corpo akasico, mentre quelle più razionalizzate sembrano provenire dal corpo mentale?

Forse vuoi complicarti un po’ le cose perché a questo punto, bisognerebbe andare a ricercare l’intenzione per cui uno si sforza di sorridere e non è il caso di addentrarci nel campo di Scifo questa sera!

Ma non era ancora finito il discorso. Resta ancora da cercare di comprendere un attimo la relazione del sentire con tutto questo.
Il sentire, dunque, avevo detto che è un impulso, è uno stato di coscienza che tende ad arrivare alla coscienza nel corpo fisico, quindi a manifestarsi all’interno del piano fisico.

Ora, senza alcun dubbio, a seconda dell’evoluzione dell’individuo e, quindi, della forza di questo sentire, il sentire arriverà più o meno inquinato, come dicevamo prima, sul piano fisico. Ecco, il fatto che arrivi più o meno inquinato a che cosa si deve?

Si vede proprio dagli esempi che tu facevi. Ovvero, quando il sentire arriva veramente puro alla coscienza sul piano fisico, non vi verrà mai in mente di pensare al perché avete fatto un’azione, di chiedervelo.
Basta soltanto che possa venire in mente di chiedervelo per significare che il vostro sentire poteva anche essere quello ma, in realtà, conteneva qualcos’altro che dovevate comprendere e, quindi, non era totalmente puro.

Moti

D – Si può prendere in considerazione l’ipotesi di fare un’azione perché si sente, però questo sentire più o meno puro è in un contesto della vita o della persona che non è ai massimi livelli. Il cosiddetto lampo a cielo sereno. Allora la persona di media evoluzione si potrebbe chiedere: come mai ho fatto questo? L’ho fatto così d’istinto. Potrebbe esserci questa possibilità?

Io direi di no. Io direi che, effettivamente, se uno sente di fare qualche cosa, la fa e, come abbiamo detto spesso, il più delle volte non si rende neanche conto di aver seguito il proprio sentire. Non soltanto, ma qualunque sia il contesto sociale o ambientale o famigliare relativo in cui viva, se l’individuo possiede il sentire di fare una certa cosa, potete star tranquilli che l’individuo la farà sempre e comunque, al di la del contesto in cui si trova a farla.

Parlo, naturalmente, del sentire che arriva vero, pulito alla coscienza dell’individuo. Nel momento in cui vi sono dei ripensamenti o delle incertezze, o si fa un’azione apparentemente sentita e poi si ha un ripensamento, ecco, in quei casi è indice che il sentire era inquinato da qualche cosa d’altro; da un bisogno personale, da un egoismo di un momento, dal tentativo di nascondere qualche cosa e via dicendo, ed è quindi il momento di cercare di comprendere cos’è che nascondeva. Moti

D – Quindi il riflesso, anche fisiologico, può essere un moto di sentire?

Certamente sì, ma senza dubbio. E d’altra parte ricordate che noi abbiamo sempre detto che i problemi interiori dell’individuo nascono sempre da squilibri interiori di energie, sia che questi squilibri provengano da energie squilibrate sul corpo astrale, sul corpo mentale, e via dicendo.

Lo stato di equilibrio non può far altro che portare una sensazione di pace, di benessere che, magari, durerà anche soltanto fino a quando un altro impulso non pulito, non purificato, arriverà a scombussolare questa condizione di equilibrio.

A volte vi è capitato, capita a tutti nel corso della propria esistenza, di avere un improvviso e inspiegabile, apparentemente senza un motivo, momento di serenità, di tranquillità, in cui eravate in pace col mondo, felici di tutto e di tutti; eppure se vi guardavate intorno non vi era nessuna causa reale per questo stato d’animo. Ecco questo è il fluire di un sentire pulito che provoca un momento di equilibrio all’interno dell’individuo.

Moti

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5 commenti su “Domande sull’istinto e sul fluire non condizionato del sentire”

  1. Si evince quanto sia importante ed utile lavorare per far fluire il proprio sentire in modo puro.
    Lo zazen credo ci aiuti in questo perché ci espone, ci apre, al sentire, in modo particolare capace poi di irraggiare la giornata.

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