Il piano mentale 1 [IF38focus]

Ultimamente abbiamo parlato ancora una volta dei piani di esistenza affrontando, per prima cosa, quei particolari irrisolti e incompresi che riguardavano specificatamente il piano astrale.

Abbiamo cercato, in qualche modo, di sfrondare le vostre conoscenze e le vostre errate comprensioni di quei particolari che potevano indurvi a considerare in modo sbagliato i piani in cui, come incarnati, attualmente non siete consapevoli. 

Se è stato facile parlarvi di piano astrale perché tutti voi siete preda delle emozioni, dei sentimenti e dei desideri, risulta più difficile cercare di farvi comprendere come sia il piano mentale, e questo lo ricordo a chi vorrebbe sapere esattamente come sia il piano akasico e addirittura i piani spirituali.

Vediamo tra voi, che così tanto tempo avete dedicato alle parole dei Maestri, che idea c’è di questo piano mentale, come pensate che esso sia. Certo, la base è semplice: così come sul piano astrale, in cui il desiderio modella la materia, così sul piano mentale la materia è modellata non più dal desiderio bensì dal pensiero. Una cosa molto semplice a dirsi e forse apparentemente semplice a capirsi, ma oltre a questo, creature? Coraggio!

D – E’ il piano che traduce gli impulsi della coscienza?

Ma tutti i piani traducono, a modo loro, gli impulsi della coscienza.
[…] Il compito del corpo mentale è il compito che hanno tutti i corpi, quello cioè di servire da tramite per ciò che il corpo akasico ha compreso e, ancora di più, servire da tramite per portare nuove comprensioni, nuovi stimoli all’attenzione del corpo akasico in modo tale che possa arrivare ad aggiungere nuovi tasselli a questa sua comprensione.

D – E’ il piano dove si analizza l’esperienza, la si viviseziona, la si guarda da più punti – sempre a livello mentale – cercando di escludere (di questo, però, non sono sicuro) quello che è l’emozione. Non sono sicuro se analizzare una cosa dal piano mentale possa escludere l’emozione che questa cosa può dare.

Ecco, questo può essere un punto interessante da cercare di comprendere. L’individuo che ha abbandonato il corpo fisico, che ha abbandonato il corpo astrale e si ritrova a essere consapevole, a pensare, sul piano mentale, com’è che pensa?
O meglio ancora: voi sapete che noi che vi veniamo a parlare proveniamo un po’ da vari piani di esistenza; ad esempio c’è qualcuno che voi conoscete molto bene – l’amico Georgei – che ha lasciato il corpo fisico e il corpo astrale e, ora come ora, è consapevole all’interno del piano mentale.

Ora, la domanda che sarebbe da farsi e che potrebbe dar spunto a parecchie riflessioni è questa: se Georgei ha lasciato il suo corpo astrale, com’è possibile che quando parla con voi dimostri affetto, ironia, e sentimenti del genere? Dovrebbe presentarsi in modo strettamente freddo, razionale, o non è così?

D – No, non è così, perché c’è quello che ha scritto nel corpo akasico, che è passato come esperienza.

Però non ha più lo strumento per esprimere i sentimenti, le emozioni.

D – Sì, ma l’impulso del corpo akasico non glielo può dare ancorché Georgei sia sul piano mentale adesso? Cioè quella spinta, quella vibrazione, gli arriverà comunque.

Senza dubbio, questo è inevitabile. Quindi, accettando questo discorso, significa che le entità che risiedono sul piano mentale non sono delle entità fredde e strettamente razionali ma sono ancora soggette ai desideri, alle emozioni, alle affettività? Questa è la domanda.

D – Io penso che non siano più condizionate dall’emotività, cioè non ci sia più “l’interferenza”, diciamo, dei piani sottostanti durante l’elaborazione, anche, semplicemente, di quello che è il proprio vissuto.
D – Non è possibile che possano esprimere l’affettività tramite il corpo astrale degli strumenti?

Questo potrebbe essere un modo, senza dubbio; ma accade principalmente quando il metodo d’intervento usato è un metodo tale per cui richiede l’intervento diretto dell’entità. Voi sapete che noi interveniamo in un modo un po’ particolare, usando cioè gli strumenti come se fossero dei terminali che in qualche modo replicano per voi quanto noi andiamo stabilendo nei nostri piani di esistenza e certamente, nel mettere in atto gli “ordini” che noi mandiamo agli strumenti, mettiamo in movimento tutti i loro corpi inferiori e usiamo certamente la materia di questi loro corpi. 

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Tuttavia il problema era diverso perché noi stavamo parlando di qualcuno che si trova sul piano mentale avendo abbandonato i corpi inferiori. Se voi riusciste a mettervi in contatto con un’entità sul piano mentale e a parlare con quest’entità al di là dei corpi inferiori, cioè astrale e fisico, come la sentireste?
La sentireste fredda e razionale, strettamente logica, o trovereste ancora quegli elementi di affettuosità e di sentimento che permettono così facilmente di entrare in contatto da individuo a individuo?

D – Scusa, secondo me non ha senso che perda tutte le esperienze che ha fatto prima, compresa l’affettività e l’emotività; è un’entità più “matura”, che vive consapevolmente tutte le esperienze o, comunque, quello che ha vissuto lo rielabora; però non avrebbe senso che diventasse una cosa fredda e quindi perdesse tutte le esperienze che ha fatto prima, compreso l’espressione dell’affettività e dei sentimenti. Cioè, ha anche quelle però elaborate ed espresse in modo più completo, meno condizionante, secondo me.

[…] Certamente il corpo astrale è il corpo dei desideri, delle sensazioni, delle passioni, delle emozioni, ma è tale non soltanto perché la sua materia viene modificata da questi elementi, ma è anche tale in quanto ha il compito di far sì che l’individuo esprima sul piano fisico questi elementi, e sensazione, emozione, affettività e desiderio sono la punta finale di qualche cosa che non gli appartiene veramente, tanto è vero che abbiamo detto più di una volta che questo corpo appartiene a un Io che è transitorio e, in realtà, finisce per essere soltanto un’illusione.

Lo stesso discorso, identico, vale anche per il corpo mentale: certamente la materia del corpo mentale è plasmata dalla forza del pensiero e il corpo mentale è fatto in modo tale da permettere all’individuo incarnato di esprimere la sua razionalità all’interno del piano fisico – quindi non in funzione di se stesso ma in funzione di ciò che accadrà sul piano d’incarnazione – tuttavia, abbandonato il piano mentale, dovrebbe forse finire il pensiero? 

Significa forse che chi abbandona i corpi inferiori e si ritrova nel corpo akasico consapevole non ha più emozioni, non ha più sensazioni, non ha più affetti, non ha più pensieri, non ha più ragionamenti?

Sarebbe certamente una ben misera cosa, a questo punto, poiché veramente non avrebbe più alcun senso tutto quanto siamo andati dicendo in questi anni.
In realtà, effettivamente i corpi inferiori – come sapete – servono a far arrivare al corpo akasico la comprensione, le conoscenze, le sensazioni e le emozioni, perché tutte queste vibrazioni che gli arrivano (ricordate che tutto questo è vibrazione sempre e comunque) lo costituiscono, lo formano e lo aiutano ad aumentare il proprio sentire; sentire che non è una cosa a stante e indecifrabile, ma è un qualcosa che è stato formato in ogni unità dalla risultante di tutte queste emozioni, queste sensazioni, questi desideri e questi pensieri. 

Ecco, quindi, che nel corpo akasico vi è per forza di cose il riflesso di ciò che è accaduto nel corso dell’incarnazione, anche se non come avvenimento in se stesso bensì come vibrazione, come risposta vibratoria dei vari corpi inferiori alle esperienze compiute. Scifo
Continua.


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6 commenti su “Il piano mentale 1 [IF38focus]”

  1. Ogni esperienza si inscrive nel corpo Akasico e lì rimane come vibrazione.
    Nulla viene perduto.
    In questa vita fisica, lamento il fatto che avendo poca memoria, mi perdo dei pezzi d’esperienza, perché non più indagabili sul piano mentale.
    Consola sapere che su un piano più profondo tutto rimane e contribuisce ad una maggior consapevolezza. Almeno questo ho capito.

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  2. La risposta è nel “sentire”. Acquisisci un sentire e questo costituisce lo stare (anche nei diversi piani). Mi sembra comprensibile a partire dall’esperienza terrena.

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  3. Nella coscienza sono comprese le comprensioni fatte attraverso i corpi inferiori, pertanto non scompaiono affettività e pensiero. Scompare il loro condizionamento.

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