La consapevolezza degli stimoli esterni ed interni (s2)

Con questo esempio portato dal nostro Vito si voleva semplicemente far notare come il discorso della sincerità sia rapportabile a qualsiasi comportamento umano, a qualsiasi aspetto del comportamento umano.

Infatti, è opinione comune il pensare che l’essere sinceri sia dire sempre la verità, dire sempre e comunque ciò che si pensa, cercare di essere schietti e aperti..
In realtà non è proprio così: anche se le cose che ho appena citato sono fondamentali e essenziali per avere un rapporto di sincerità con gli altri, è altrettanto evidente che l’individuo deve prima cercare di capire se stesso per riuscire, poi, a essere sincero.

L’uomo, nella sua vita di tutti i giorni, è un mondo di sensazioni, di sentimenti, di contrasti, di tensioni, di turbinio di pensieri che lo avvolgono e lo avvincono.
Egli riceve dall’esterno decisamente innumerevoli stimoli, stimoli che il più delle volte lo fanno restare frastornato, tanto che ben difficilmente questa povera creatura riesce a capire qualche cosa di se stesso e delle sue reazioni.
La società in cui vivete attualmente è molto ricca di stimoli, è molto attiva, è molto dinamica e vi porta, inevitabilmente, ad essere altrettanto attivi ed altrettanto dinamici. In questo modo tende a farvi distogliere con facilità dalla vostra costante consapevolezza, dal vostro costante rapporto con la parte più vera di voi stessi.

Così, di fronte a questi innumerevoli stimoli che vi provengono dall’esterno, voi avete un altrettanto innumerevole numero di reazioni, reazioni che il più delle volte sono totalmente impulsive, non ragionate, non valutate e, nel peggiore dei casi, non in grado di essere riviste in un secondo tempo con meditazione e, quindi, con lo scopo di cercare di capire il perché avete reagito così.

Poveri uomini! Voi che ricercate la via della spiritualità, proprio voi che giungete, magari, a questi incontri spinti dal desiderio, mossi dall’anelito di trovare finalmente la via giusta per riuscire a stare meglio, a non soffrire, a conoscervi:
non è il venire ad ascoltare le nostre parole, non è la lettura di un testo sacro, la lettura della Bibbia o del Corano o cose di questo genere che possono darvi la vera tranquillità, ma ciò che veramente può darvi la tranquillità, la serenità – anche solo momentanee – è il fatto di riuscire ad essere sempre spettatori delle vostre azioni, spettatori degli stimoli che vi provengono, ma, soprattutto, spettatori delle reazioni che ognuno di voi ha a questi stimoli.

Cercate, dunque, nel corso della vostra vita di tutti i giorni, di non creare l’occasione per essere tormentati da stimoli diversi, ma cercate di far giungere a voi questi stimoli con un certo ordine, con una certa calma, in modo che voi stessi abbiate proprio il tempo materiale per valutare la realtà delle vostre reazioni.

Ed invece succede che, mossi dal caos di tutti i giorni, voi stessi vi mettete in condizioni tali da farvi giungere questi stimoli «a pioggia» in modo da crearvi una situazione di confusione, in modo – forse – da potervi giustificare col dire: «Ma tutto quello che mi è successo oggi è stato così repentino, così veloce, così arrivato in fretta che non ho avuto il tempo materiale per cercare di capire perché ho reagito così!».

Ma siccome siete soltanto voi gli artefici del vostro modo d’essere, gli arbitri della vostra esistenza, i direttori del vostro vissuto, è anche responsabilità vostra il riuscire a comportarvi in modo tale che anche gli stimoli esterni vi provengano, vi vengano diretti con una certa regolarità, in modo da essere consapevoli di quello che vi sta accadendo.
Se pensate che oltre a questi stimoli che vi provengono dall’esterno, e che la vostra società, il vostro modo di vivere, le vostre abitudini vi inviano, vi sono altrettanti stimoli che vi provengono dall’interno, provenienti dai vostri piani superiori e che vi spingono a cambiare, a migliorare e ad essere diversi, da soli vi potrete rendere conto come siete tartassati, come gli stimoli esterni si confondano con quelli interni e come la vostra confusione non sia soltanto più momentanea e parziale ma continua e totale.

Cercate dunque di essere più cauti, cercate dunque di andare in mezzo a tutti gli altri, ai vostri compagni, ai vostri figli, ai vostri amici, con calma:
cercando di «sentire» ciò che gli altri vi mandano,
cercando di «sentire» ciò che vi proviene dall’interno
– e cercando di valutare la vostra reazione del momento!
Soltanto con una pacata meditazione delle vostre azioni potrete essere sicuri di agire nel giusto e nel bene, anche se questo bene, magari e per il momento, è soltanto il bene vostro. Francesco


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5 commenti su “La consapevolezza degli stimoli esterni ed interni (s2)”

  1. Forse, solo dopo i cinquant’anni ho cominciato a fare un po’ di ordine e valutare con più attenzione ciò che ho intorno. Prima ero più attratta dai molteplici stimoli esterni e poco all’ascolto interiore. Una faticosa conquista, non priva di insidiosi passi indietro.

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  2. +Il test ci invita ancora una volta all’osservazione delle nostre azioni e reazioni e a selezionare i troppi stimoli . Vedo le mie reazioni di fronte a pochissimi stimoli e mi accorgo come il lavoro sulla non identificazione sia ancora in cantiere.

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  3. Divenire spettatori di noi stessi attraverso un sano distacco e dopo l’analisi dei fatti….un compito difficile, solo l’atteggiamento di vigilanza e di contemplazione ci può salvare.

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