Cristallizzazione astrale e mentale: aspetti filosofici (c2)

Dedichiamo ora uno spazio per riassumere in breve e nel modo più semplice possibile il funzionamento del “meccanismo vibratorio” che si cela dietro la nascita e il perdurare della cristallizzazione.

Facciamo risalire tutto alla vibrazione proveniente dalla Scintilla, e al suo cammino attraverso i veicoli situati sul piano akasico e nei piani inferiori: mentale, astrale e fisico.
Data la dualità cui abbiamo accennato nell’introduzione, risulta evidente che, per poter capire come può avvenire una cristallizzazione, si rivela necessario capire come funziona l’altro termine della dualità, ovvero nientemeno che l’evoluzione. E qui, dobbiamo intendere ovviamente “evoluzione della coscienza”.

L’evoluzione della coscienza consiste in una progressiva strutturazione, organizzazione del veicolo o corpo akasico, che comporta quello che è stato definito come “ampliamento del Sentire”.
Meccanicamente avviene che la vibrazione che permette questa strutturazione proviene da quella che è stata chiamata Scintilla Divina, che, per brevità e semplicità, la potremmo definire in modo impreciso come la parte di noi più vicina all’Assoluto. Questa (la vibrazione, ndr) attraversa i vari veicoli inferiori subendo tutte le modifiche e i filtri e interferenze da essi dipendenti, si esprime nel piano fisico e poi ritorna alla fonte col suo bagaglio di informazioni, che verranno usate dall’akasico per modificarsi e sintonizzarsi meglio con le direttive che avverte provenire dalla Scintilla, che – in quanto provenienti dall’Assoluto stesso – dovranno essere le migliori possibili.

Noi pensiamo di poter identificare sul piano akasico le principali direttive che la Scintilla riceve dall’Assoluto con gli archetipi permanenti, mentre al risultato transitorio dei vari tentativi che gli esseri umani incarnati compiono nel loro avvicinarsi a questo ideale – che sarà in ultima analisi un ideale di Amore con la A maiuscola – mediante ideologie, comportamenti basati su convinzioni illusorie e relative (potremmo citare il concetto di famiglia che andrà superato, come a suo tempo fu superato quello di tribù) è stato dato il nome di archetipi transitori.

Localizziamo quindi sia gli archetipi transitori che quelli permanenti nel veicolo akasico – o corpo della coscienza – sede anche del Sentire.
Quindi l’individuo incarnato è in qualche modo preso in questo gioco di vibrazioni che giungono come richieste provenienti dalla Scintilla, e che indirizzano il suo bisogno di comprendere a livello akasico, i suoi pensieri e ragionamenti a livello mentale, i suoi desideri a livello astrale e infine, ovviamente, le sue azioni sul piano fisico.
Questo però non significa che l’uomo non abbia libertà di scelta.

Infatti, di fronte alle diverse esperienze che la vita gli propone, ha la possibilità di percorrere strade diverse che lo porteranno alternativamente a esprimere scelte che potranno essere più o meno in linea con le richieste della Scintilla. Questo accade perché, a livello umano, l’individuo si esprime in modo autoconsapevole (quindi apparentemente libero) ma attraverso un “Io”, un ego, che, a causa dei suoi limiti e dei suoi bisogni e desideri (ricordiamo che l’Io è l’illusoria risultante dell’attività dei corpi inferiori mentale, astrale e fisico), interferisce in queste scelte individuali, con un peso differente a seconda del livello di Sentire raggiunto.

Ora, se il livello di Sentire è ancora molto basso, l’Io espresso è talmente grossolano e limitato che viene attratto quasi inevitabilmente, e con poca libertà, dalle scelte più forti ed eccitanti, che permettono all’individuo di sgrossare le comprensioni che ha appena incominciato ad affrontare (per cui, per esempio, può uccidere senza scrupoli e senza porsi troppe domande). Le scelte, quindi, sono quasi obbligate.

Un sentire, invece, un po’ più evoluto (un sentire medio, diciamo), a volte (forse è più esatto dire spesso e volentieri) tende a portare l’individuo a fare le scelte che sul piano umano spesso sono gratificanti o comode ma che, sul piano della coscienza, costituiscono un non affrontare, un non esperire una data situazione fino al limite e al livello di qualità che quel Sentire invece consentirebbe. Questo maggiore margine di libertà che l’individuo di media evoluzione ha lo mette in condizione – di fronte ad una richiesta akasica – di poter scegliere tra tutta una serie di esperienze alternative, ognuna delle quali rappresenta una delle diverse sfumature di comprensione già raggiunte dal suo Sentire.

Ora, il fenomeno della cristallizzazione scaturisce dal ripetersi di risposte di basso profilo evolutivo (quelle apparentemente comode, tanto per intenderci) ad una certa richiesta akasica che, proprio per il fatto di rimanere disattesa, si ripropone ai corpi inferiori fino a quando la risposta non è completa. Questo, per l’individuo che ne è interessato, significa trovarsi per periodi più o meno lunghi (a volte una vita intera o più) nella condizione di non acquisire, se non in minima parte, quei dati necessari per avanzare ulteriormente sul piano della coscienza.

La cristallizzazione, in questo contesto filosofico, quindi può essere definita come un “rallentamento” più o meno accentuato del processo evolutivo della coscienza dell’individuo.

A livello dei corpi inferiori (soprattutto mentale e astrale) questo si traduce nel corpo astrale e mentale in una formazione di “nodi” che bloccano le vibrazioni e che sono stati definiti come vortici vibratori (o fantasmi vibratori), che determinano anche una sorta di irrigidimento e contrazione del corpo interessato (in tutto o in parte), con conseguenze che possono essere molto variabili sia in qualità che intensità a seconda anche delle situazioni ambientali che circondano l’individuo in un dato momento.

Possiamo visualizzare il processo immaginando lo scontro tra due fasci di vibrazioni: uno che proviene dall’alto – dal corpo akasico, che domanda dati per le sue comprensioni – e l’altro dal basso, cioè dalle esperienze che l’Io affronta nella sua vita di tutti i giorni, e che dovrebbero in qualche modo soddisfare queste richieste.
Se questo non accade, i due fasci di vibrazione finiscono col creare nello “scontro” delle disarmonie, delle forzature, che si concretizzano come vortici vibratori astrali e mentali. Questi possono sciogliersi rapidamente, come possono rimanere attivi per molto tempo, anche per una vita intera. Possono rimanere silenti alla percezione dell’individuo, come possono manifestarsi sotto forma di sofferenza e disagio psichico o sotto forma di somatizzazioni (quindi malattie); e anche se non sempre sono causa di sofferenza evidente, condizionano comunque le scelte dell’individuo, in quanto le caratteristiche dell’Io sono determinate proprio dal numero e dalla tipologia dei fantasmi che, numerosissimi, impregnano i corpi inferiori.


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3 commenti su “Cristallizzazione astrale e mentale: aspetti filosofici (c2)”

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