L’illuminazione, il completamento del corpo della coscienza-2 (IF18)

Insegnamento filosofico 18
Questo post sviluppa il ragionare iniziato in Personalità, nadis, chakra, allacciamento corpi, evoluzione-1(IF17)
Visto che questa sera abbiamo parlato per un attimo e brevemente di un Maestro, vorrei fermarmi di sfuggita per sfatare alcune cose che vengono dette a proposito dei Maestri e che non corrispondono a verità; vorrei cioè parlare di quella che viene definita “illuminazione”.
Se voi prendete i testi di filosofia orientale e non, potete leggere che determinati Maestri ad un certo punto si sono “illuminati”, e con questo termine comunemente viene inteso che da quel momento il Maestro si è fuso con il Tutto, che da quel momento il Maestro finirà il suo ciclo di vite e di nascite e siederà alla destra di Dio Padre Onnipotente, se non addirittura sulle sue ginocchia.
Bene creature, questo non corrisponde affatto alla verità!
La famosa illuminazione che i Maestri veri nominano e che i Maestri un po’ meno veri adoperano per scopi non certo altruistici, non è altro che il completamento della strutturazione del corpo akasico, grazie alla quale l’individuo raggiunge la consapevolezza degli impulsi che il corpo akasico gli invia.
Questo cosa significa? Significa che per quello che riguarda la persona che si trova in quella situazione, essa ha compiuto il primo ciclo della sua evoluzione, in quanto – ricordatelo – quello che voi vivete adesso sul piano fisico è in funzione della costituzione della vostra coscienza; il che significa ancora che appena voi riuscite ad avere il corpo akasico completamente formato e quindi la vostra coscienza completamente formata, cesserete di incarnarvi come esseri umani, e di morire e di nascere.
Tuttavia, gli uomini che arrivano a questo stadio, sono esseri che hanno raggiunto un punto evolutivo certamente superiore alla maggioranza attuale dell’umanità, ma ciò non significa che si identifichino già con Dio, contrariamente a ciò che si vuol credere, o si vuol far credere.
Coloro che ricevono la cosiddetta “illuminazione”, percepiscono il senso di fratellanza tipico del piano akasico, quel senso di far parte di un’unione con tutti gli altri fratelli, molto vicina, molto simile come concetto, al far parte del Tutto, ma non ancora di farne veramente parte, perché anche sul piano akasico l’individuo continua a sentirsi se stesso, mentre, allorché si fonde con il Tutto diventa il Tutto.
Certo, una parte di quest’errore è da attribuirsi proprio agli illuminati stessi, i quali non hanno saputo trovare le parole adatte per spiegare una condizione di quel tipo, ma, credetemi, non è facile, perché ciò che viene vissuto in quel momento, è qualcosa di completamente sconosciuto, di nuovo, di spaventoso persino, tanto che molti di questi illuminati sono stati male per lungo tempo, prima di riuscire a subire, ad ascoltare, a sopportare con pazienza, gli influssi che vengono dal corpo akasico.
Non voglio, con questo, arrivare a denigrare i Maestri illuminati perché, malgrado quello che ho appena detto, arrivare a quel punto significa non essere Dio, ma essere, come distanza tra voi e loro, come se lo fossero.
Si potrebbe quindi affermare, per spiegare ulteriormente il concetto, che loro distano dal Tutto quanto voi distate da loro. Ma non sentitevi demoralizzati figli nostri, è soltanto una questione di tempo ed anche voi li raggiungerete, anche voi arriverete a conseguire la stessa evoluzione dei Maestri.
Per consolarvi pensate che il tempo non esiste e, quindi, il loro arrivare “prima” è solo una percezione illusoria della vostra mente, ancorata alla successione temporale del piano fisico. Siate felici, invece, all’idea della loro “illuminazione”, perché essa significa che anche per voi – che così spesso disperate – esiste non soltanto la speranza, ma addirittura la certezza che arriverete alla comprensione.
Scifo


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5 commenti su “L’illuminazione, il completamento del corpo della coscienza-2 (IF18)”

  1. Occorre si tanta fiducia cara Anna.
    Ho passato tanti anni a scalpitare facendo più scavi nel terreno per fare un pozzo che arrivasse alla vena d’acqua ma nessuno di questi era sufficientemente profondo.
    Ora ho lasciato perdere tutto e bevo l’acqua delle pozzanghere.
    È una agonia questa sensazione che nulla in fondo vale la pena ma nello stesso tempo non avere questa fusione di cui parlano le guide.
    Non potendo uscire da questo limbo né potendo tornare indietro mi sento un somaro che non ha più la sua carota davanti e si carica da solo sulla groppa il suo carico sapendo che quello gli tocca.
    Periodo di lavoro intenso, con il verde scoppiato tutto una volta che non si tiene a bada e alcune beghe difficili da sgavinare.
    A volte sembra di non aver le forze se non per il solo fatto di vivere e per nient’altro.
    E sopraggiunge allora il timore di non aver le forze per fare entrare i soldi necessari per le tante uscite fisse.
    Fiducia.

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  2. Per arrivare alla condizione di illuminati da parte di tutti mi viene da ritenere che ci saranno epoche con moltissimi illuminati. Saranno epoche migliori credo, con grande fratellanza e solidarietà.

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    • Per Samuele. Ci saranno certamente epoche con un numero maggiore di persone con un sentire evoluto e probabilmente anche con coscienze all’ultima incarnazione.
      Ciò detto, ogni giorno qualcuno esce dalla ruota delle nascite e delle morti e qualcun’altro si misura con le sue non comprensioni: il pianeta è una grande officina, questa è la sua funzione.
      Può darsi che venga anche una stagione di maggiore fratellanza e solidarietà, è quantomai auspicabile, ma non dimenticare l’intersezione delle razze: quando una razza inizia ad esprimere il meglio delle proprie comprensioni, già giunge la prima ondata della nuova razza che porta con sé sentire molto primari e dunque problemi e conflitti..

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