Lo spirito guida, gli allacciamenti spirituali, l’uso delle tecniche

D – Come si può fare per sentire questo spirito guida?
Guarda lo spirito guida, proprio per sua natura, per esigenza di portare avanti il suo lavoro, ben difficilmente si manifesta alla persona che sta aiutando, e sarebbe forse troppo lungo spiegare i motivi che in qualche modo risalgono a certe credenze magiche dell’antichità, del conoscere il nome di persona e del potere che si può avere su questa persona..

Facciamo un esempio: tu hai poca evoluzione e riesci in qualche modo a conoscere il nome del tuo spirito guida, il nome è una vibrazione, e attraverso il tuo desiderio ripetendo questo nome potresti disturbare, infastidire in qualche modo il tuo spirito guida che, allora, non riuscirebbe più a effettuare quello che è il suo compito principale, che è quello di guidarti. Quindi ben difficilmente lo spirito guida si presenta veramente alla persona che sta aiutando. 

Può accadere in casi in cui la persona che sta guidando sia particolarmente evoluta ed abbia una tale serenità, tranquillità da non far diventare questo contatto con lo spirito guida una ragione della sua vita, far diventare lo spirito guida quella entità a cui ad ogni dolore, ad ogni sofferenza, ad ogni momento di bisogno e via dicendo si ricorre, si chiama, si urla, si tempesta fino a quando lo spirito guida non dice qualche cosa. Georgei

Errata concezione dei fattori di evoluzione e utilità delle tecniche

D – Secondo me riuscendo a mettersi in contatto con i propri corpi più sottili si arriva a migliorare se stessi. Ora volevo sapere se facendolo si ha uno sbalzo evolutivo molto forte e poi…

Un momento. Intanto spiega a tutti cosa intendi dire dicendo “metterci in contatto con i corpi più sottili”. Georgei

D – Cioè… so che spesso avete anche detto che potrebbe esserci in qualsiasi momento della nostra vita sul piano fisico quei pochi attimi di sentire maggiore in cui ci si allaccia con gli altri corpi. Se c’è una media di 100 incarnazioni e se io sono alla cinquantesima, riuscendo ad avere questi allacciamenti in qualche modo mi evolvo al punto da ridurre le vite in cui dovrei reincarnarmi?

Tanto per incominciare ci sono alcune tue concezioni sbagliate perché non si tratta di mettersi in contatto con questi corpi sottili in quanto il contatto avviene quasi automaticamente allorché avviene la comprensione; non è che tu dica: bene, oggi cerco di mettermi in contatto… ci vuole la comprensione perché senza questa non succederà nulla. Tu potresti usare delle tecniche che si dice, si presume che possano aiutare a fare questa cosa. Questo è un grosso errore perché è evidente che se il sentire non è pronto, se non vi sono determinati germi di sentire, non è possibile sforzare il sentire e allacciarsi con queste parti di sentire non ancora organizzate: perché ciò avvenga è necessario che il sentire sia arrivato a un punto tale per cui l’allacciamento sia possibile.

Ora, usando certe tecniche che vengono appunto propagandate come mezzi evolutivi e via dicendo non si fa altro che cercare di sforzare il sentire. La conseguenza qual è?
E’ che molto spesso (poiché non si può avere un sentire diverso da quello che si ha effettivamente e non si può forzare un sentire altrimenti, proprio per il fatto di essere eventualmente forzato, non sarebbe evidentemente un sentire, allora l’individuo si illude, si crea le sue belle illusioni: si illude di essere molto evoluto, si illude di essere diventato molto sensibile, un grande sensitivo, un guru e via dicendo.
Ecco perché così spesso i vari maestri avvisano di stare attenti con le tecniche: certamente è possibile aiutare il rilassamento, la concentrazione e via dicendo, ma non credete a tutti quelli che vi promettono un’evoluzione perché l’evoluzione non ve la può dare nessuno, assolutamente!

Ritornando a quanto stavamo dicendo, senza dubbio non è possibile forzare l’allacciamento con i corpi: ciò è possibile farlo solo quando è giunto il momento per farlo. Dirò di più: molti di quelli che partecipano a questi incontri pensano di essere facilitati per potersi evolvere, invece non è assolutamente vero, è solo un’illusione! Certamente, venendo a questi incontri si ha magari la possibilità di capire quali sono le dinamiche che portano all’evoluzione e via dicendo, ma ricordate che anche la persona apparentemente più ignorante e chiusa in se stessa, che vive magari in campagna, in mezzo alle pecore e senza contatto con gli altri può evolvere come le altre e non è detto che, magari, non abbia un’evoluzione maggiore di tutti voi che siete qui presenti questa sera. Quindi ricordate che la possibilità di partecipare a questi incontri non è assolutamente una possibilità di evolvere diversa da quella che hanno tutti gli altri, è soltanto una possibilità tra le tante messe a disposizione per poter migliorare e cambiare se stessi. Georgei

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D – D’accordo, noi non riusciamo a sapere praticamente a che punto sta la nostra comprensione, però supponendo che fossimo pronti…

Ma è proprio questo quello che non vuoi capire: non ha importanza che voi riusciate a sapere a che punto è la vostra comprensione perché in questo modo ragionate in termini di Io: non siete voi, come Io, che dovete comprendere, ma è qualcosa che sta al di là, e voi, magari, non vi renderete mai neppure conto di aver compreso! Georgei

D – Però c’è qualcosa che ci fa capire quando si è pronti per questo allacciamento…

Ma non è detto: voi potreste essere all’ultima incarnazione e non accorgervene neppure. Da cosa potreste accorgervene? Se ne potrebbero forse accorgere gli altri, osservandovi, se fossero abbastanza sensibili da notare quanto siete diversi dagli altri, ma solitamente ciò non accade, perché gli altri cercano sempre dati negativi nelle persone che stanno accanto, quindi è difficile che uno si accorga se la persona è molto evoluta anzi, molto spesso quando una persona di evoluzione media incontra una persona evoluta nota la sua diversità e siccome tutto ciò che è diverso è “inferiore” a ciò che si conosce, ecco che questa persona non viene considerata bella ma piena di problemi che non si riescono a precisare. Georgei

D – Ma io penso che una persona molto evoluta si renda conto che certi limiti non li ha più, che certi egoismi li ha superati…

Ma non è detto: se voi comprendete qualche cosa, ad esempio che se vedete una persona in difficoltà dovete aiutarla, nel momento in cui avrete raggiunto questo sentire aiuterete ogni persona che vedrete in difficoltà o bisognosa d’aiuto, ma la cosa sarà talmente spontanea che sarà una cosa naturale, come mangiare: voi non state a ragionare sul perché mangiate, la fate e basta perché è una cosa naturale, spontanea. Non vi verrà mai da pensare: sto aiutando quella persona perché sono arrivato ad un ottimo punto di evoluzione anzi, se vi arriva quel pensiero, vuol dire che quello che state facendo nasconde e maschera un vostro motivo egoistico.

Voi penserete: ecco, poverini, noi dobbiamo fare tutto questo e neanche avere la gratificazione di accorgercene! A parte il fatto che non c’è bisogno di gratificazione in queste cose, tutto ciò che acquisite vi porta già da un benessere: il fatto di raggiungere un sentire elimina molte possibilità di sofferenza e questo è già abbastanza, ma la consapevolezza di ciò che siete veramente riuscirete ad averla dopo aver abbandonato il piano fisico e i piani dell’Io, quindi quando riuscirete ad arrivare sul piano akasico con i vostri sensi akasici ben strutturati, un bel corpicino akasico ben fatto e vi troverete in comunione con gli altri, ecco, lì, in quel punto, vi renderete conto di aver raggiunto una buona evoluzione, perché senza quella arriverete sul piano akasico e vi addormentereste di botto ritrovandovi poi sul piano fisico. Georgei

D – Un veggente che riesce a vedere i corpi fino al settimo può accorgersi dell’evoluzione dell’individuo che gli sta davanti?

A parte che sono pochissimi quelli in grado di farlo, senza dubbio la persona che ha questa possibilità può rendersi conto dell’evoluzione della persona che gli sta davanti. Georgei

D – Il veggente che ha questa possibilità a che punto evolutivo è?

Qua hai proprio messo il dito sulla piaga: infatti non è detto che perché una persona sia chiaroveggente e riesca a vedere questi corpi sia veramente una persona molto evoluta, ma può essere semplicemente che questa persona abbia bisogno di quel tipo di esperienza per comprendere qualche cosa: la famosa dote data una volta come dono e che se sarà usata male verrà tolta, no?
Ricordatevi questo: non è necessario, non è indispensabile, non è sempre vero che le persone che hanno queste facoltà abbiano una grande evoluzione, checché la persona stessa magari ne pensi, naturalmente, vero? Georgei


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8 commenti su “Lo spirito guida, gli allacciamenti spirituali, l’uso delle tecniche”

  1. Non possiamo fare altro che facilitare le comprensioni attraverso la nostra attenzione, le nostre conoscenze, la nostra dedizione. Altro non è possibile perchè le comprensioni che sono alla base dell’evoluzione di ognuno arrivano solo a tempi maturi non influenzabili dalle volontà individuali.
    A volte nelle nostre indagini e domande scorgo proprio una “fame di evoluzione” che a volte leggo come un dare maggiore spazio all’Io. Sperimento invece che esperienze come la pratica meditativa che vivo maggiormente negli ultimi tempi sia una chiave di svolta in questo senso capace di produrre modifiche nel comportamento quotidiano che è il banco di prova del nostro grado di evoluzione.

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    • Il fatto che tutto quello che facciamo può avere un’intenzione egoistica, inquina tutto quello che facciamo, e allora anche la tanta decantata “meditazione”, sinceramente, non so che valore possa avere. Di certo non quella che le viene attribuita da tutte le parti. Jiddu Krishnamurti non ne parlava bene. Intendo la meditazione come esercizio di rilassamento e concentazione.
      Comunque, questo dialogo mi è piaciuto perchè ha chiarito una volta di più, alcune cosette sull’evoluzione. E ha fatto emergere come, purtroppo, noi vediamo tutto questo in modo sbagliato. Se ne è parlato anche nelle sedute del Cerchio Firenze 77. I maestri dicevano: “non cercate i mezzi”! E’ un argomento che ritorna spesso e sembra un cane che si morde la coda. Ci rendiamo conto che siamo fatti in un certo modo e che dobbiamo cambiare. E sorge spontanea la domanda: “come fare per cambiare?”. Ecco qui l’errore! Il divenire! La differenza tra essere e divenire.
      Non so se il Cerchio Ifior abbia affrontato questa tematica. Sarebbe interessante vedere come l’hanno affrontato.

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      • La sintonia delle nostre Guide con i messaggi del CF77 è sempre stata evidente.
        In quanto all’eterna domanda “come fare per cambiare”, la risposta data è che, intanto, bisogna davvero voler cambiare (la famosa frase di Scifo: se vuoi cambiare la tua vita cambiala!).
        In realtà il cambiamento avviene sempre e solo grazie alla comprensione che può non cambiare l’esteriorità della vita ma certamente cambia l’interiorità dell’individuo, quindi il suo modo di affrontare la vita.
        Tutte le scorciatoie che di solito vengono ricercate e messe in atto sembra che possano spianare certi percorsi, ma in realtà non fanno altro che innescarsi grazie alle comprensioni raggiunte e, quindi, fanno conquistare qualcosa che sarebbe stato conquistato comunque.
        Se non si hanno gli elementi della comprensione necessari io penso che non ci sia tecnica che tenga e che possa costringere, aiutare o spingere l’individuo ad evolvere.

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  2. Il brano infonde serenità dal momento che sgombra il campo da tutti i tentativi di voler misurare, classificare, giudicare il grado di evoluzione di ciascuno. Non è affar nostro; affar nostro è vivere consapevolmente.
    Grazie.

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  3. Forse ogni livello evolutivo ha la sua dose di fatica e di sofferenza. Ognuno di noi di li’ deve passare. Mi chiedo allora che senso ha voler conoscere l’evoluzione raggiunto. Credo che questa sia l’esigenza di un Io, che fatica a vivere il presente per quel che e’.

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    • È certamente un’esigenza dell’io che vuole misurarsi e confrontarsi con gli altri.
      Mi sono chiesto se si potesse evitare tutti questi pericoli non conoscendo tutto questo. Voglio dire, chi non crede o non conosce nullla di evoluzione, risveglio, illuminazione, non si pone queste problematiche e non potrebbe forse vivere più sereno?
      Ma credo dipenda da una errata comprensione. La vera comprensione libera l’individuo.

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  4. Porsi la domanda sul proprio grado di evoluzione penso sia normale e legittima quando si intraprende una via di conoscenza o spirituale. Il nodo è il tempo a cui rimaniamo attaccati a quell’idea… ecco allora la differenza tra maschere egoiche ed una semplice domanda tra le tante che costellano il percorso di conoscenza di sé.
    Interessante il motivo che qui spiega il motivo per cui uno spirito guida non si palesa.
    Infine, condivido pienamente ciò che scrive Gian circa l’illusione di avere scorciatoie per raggiungere una comprensione. Grazie a tutti…

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