Carattere/personalità 5: la spinta caratteriale [A14]

D – Prima che l’individuo abbia una data comprensione, il carattere potrebbe in qualche maniera bloccarlo, ma una volta che l’individuo ha avuto la comprensione, questo diventa un talento, una positività?

Può essere usato coscientemente per cercare di usarlo nella maniera migliore.

D – Dobbiamo studiare bene questa cosa…

Hai ragione, è una cosa interessante: se voi riusciste veramente a rendervi conto di come è cambiato, non la vostra personalità, ma il vostro carattere nel corso degli anni, sapreste che avete una riserva di comportamenti che non adoperate più, che pure sareste ancora capaci di attivare se voleste, che vi potrebbero aiutare in determinati momenti, quando magari non riuscite a fare qualche cosa.

Allora forse dire: «Io però una volta ero capace di farlo, quindi non lo faccio più perché ho compreso ma in questo momento mi verrebbe utile un comportamento di quel tipo e allora potrei anche vedere di cercare di metterlo in moto, volontariamente questa volta e sotto il mio controllo, non più allo stato brado».

[…] D – Il mio amore per il disegno e la pittura fa parte del carattere? Penso di sì, perché è una cosa che m’ha accompagnata da quand’ero bambina.

Una cosa vorrei chiarire: la spinta verso una determinata cosa – mettiamo giusto la pittura, come nel caso della nostra amica – non significa che lei sia una grande pittrice, significa che ha questa spinta! Non è per essere cattivo nei tuoi confronti, ma semplicemente volevo che capiste che il fatto che voi avete caratterialmente una certa spinta, non fa di voi immediatamente un Leonardo da Vinci! Significa che avete una predisposizione per quel tipo di cosa.

  • Letture per l’interiore: ogni giorno una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp e su Telegram.
  • Sintesi dell’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior: COME LA COSCIENZA CREA LA REALTA’ PERSONALE, qui puoi ordinare il libro. Se lo stai leggendo e vuoi supporto, scrivici.

D – Come facciamo noi a far sì che la personalità riesca a esprimere … 

La risposta è sempre la stessa. Diciamola in maniera laterale, invece che in maniera così diretta: con il «conosci te stesso». Per potersi esprimere nella maniera più limpida possibile è necessario che non ci siano elementi che turbano. Perché non ci siano elementi che turbano bisogna che le altre spinte siano inferiori.

Perché le altre spinte siano inferiori è necessario che ci sia una certa comprensione, una certa consapevolezza, in modo tale che quella determinata spinta possa emergere nella maniera più pulita; quindi è necessario conoscere se stessi. O è necessario, quanto meno, essere già arrivati a un buon punto di evoluzione, per cui, anche se non se ne è consapevoli, si conosce già abbastanza se stessi per poter lasciar fluire nella maniera migliore quello che veramente appartiene a noi stessi.

D – C’è un aspetto che ancora mi sfugge: quando la nostra personalità non riesce a manifestare le direttive del nostro carattere allora entra in ballo l’Io, ci nascondiamo per la solita paura, per non affrontare quello che dovremmo affrontare, questo è perché la comprensione non è ancora abbastanza consistente perché riesca a passare, perché l’Io fa censura eccessiva?

C’è un errore di fondo in quello che hai detto, perché non accade mai che la personalità non manifesti quello che il nostro carattere suggerisce; tutt’al più lo manifesta in maniera diversa perché modulata da quello che è l’Io.

[…] Tu manifesti in realtà il tuo carattere, è che lo ricopri talmente di istanze tue personali provenienti dalla tua personalità e dal tuo Io, come delle istanze provenienti dagli archetipi transitori, che non è più riconoscibile come parte realmente caratteriale.

D – Il carattere mi dà una spinta; la mia personalità può manifestare questa spinta in due modi contrapposti? Cioè, io posso manifestare, partendo da una stessa spinta caratteriale, in una situazione una determinata espressione di personalità e in un’altra una determinata espressione di personalità, ma che partono comunque dalla stessa spinta? A quel punto, influenzata da cosa?

Influenzata, prima di tutto, dal fatto che abbiamo semplificato molto le cose ma non sono così semplici; intanto la spinta caratteriale, quando arriva, non è mai una sola ma sono tante spinte; così come le risultanze all’interno della personalità sono tante e diverse.

Ora, chiaramente, a seconda di quali sono le risultanze di questa personalità e quali sono le influenze esterne, ambientali e archetipali che influenzano la personalità, vi può essere la risposta diversa. E poi, principalmente, la risposta può essere diversa e contrastante a seconda di quanto nel frattempo vi è stato come comprensione.

D – Inoltre, che ruolo gioca la mia personalità nel momento in cui ricevo uno stimolo dall’esterno, quindi non è più una spinta del mio carattere ma è qualcosa che magari fa una persona con la quale io sto interagendo in quel momento? La personalità fa da filtro, prima che il mio carattere reagisca a quel determinato stimolo, oppure è in modo diverso?

[…] Tu hai questa spinta proveniente dall’esterno, e cosa fa? Influisce prima di tutto sulla tua parte più immediata, sul corpo fisico, e quindi sulla parte fisica della tua personalità, perché la tua personalità è strutturata in parte fisica, parte astrale e parte mentale, ovviamente. 

Ecco, così, che influisce sulla tua personalità, quindi mette in moto il ritorno dall’esperienza – la vibrazione che passa attraverso i tre corpi transitori, che poi sono quelli che danno vita alla tua manifestazione nel mondo fisico, quindi alla tua personalità. Non arrivano a manifestarsi all’interno del carattere, non hanno nessun motivo di manifestarsi nel carattere, perché il carattere è una cosa che è soltanto lì per fornire una traccia, in realtà la vibrazione continua sul suo cammino e ritorna su verso l’akasico.

Annali 2008-2017

Print Friendly, PDF & Email

3 commenti su “Carattere/personalità 5: la spinta caratteriale [A14]”

  1. Il carattere fornisce una spinta all’esperienza, una sorta di inclinazione strutturale, la quale è attivata e mantenuta attiva dalla coscienza.

    Rispondi

Rispondi a Catia Belacchi Annulla risposta