Citazioni dai testi del Cerchio Ifior

Il cammino della coscienza

Io sono una creatura di Dio,
come voi.
Come voi non nasco perfetto
e in grado di muovermi
con sicurezza nelle regioni
in cui vivo.

Nasco bambino
con tutte le mie incomprensioni,
come un bimbo penso
di aver capito e mi comporto
di conseguenza,
ma basta una piccola
azione sbagliata
per farmi rendere conto
che ciò che avevo capito
era solo frainteso
e non era giusto.

A ogni esperienza
rinasco a me stesso più ampio,
più consapevole, più vero,
a ogni esperienza abbraccio
una nuova parte di me stesso
e una nuova parte della Realtà
di cui anche io, come voi,
faccio parte via via più consapevole.

So quale sia il mio destino:
abbracciare per intero me stesso,
verso questo fine sono attratto e spinto
da qualcosa che è vivo al di sopra di me
e che, nel contempo,
mi permea e indirizza tutto me stesso.

Io cerco di afferrare questa entità
che, senza capirne il perché,
amo di un amore intrinseco a me,
ma così forte da muovere
ogni mia azione alla ricerca
di espandere me stesso,
nella speranza di arrivare
a fondermi, finalmente,
con l’oggetto del mio amore.

Non piango
se sbaglio,
non mi abbatto
se fallisco,
non mi sento frustrato
se non riesco,
non mi vergogno
se non capisco,
non mi adiro
se non trovo subito la soluzione,
ma sono sempre pronto
a rinnovare me stesso,
a trarre frutti dai miei sbagli,
a rendere utili i miei fallimenti,
a lottare contro ciò che mi frustra,
a cercare di comprendere
ciò che sembra sfuggirmi,
a provare mille soluzioni diverse
fino a quando non trovo quella giusta.

Solo allorché sarò pienamente maturo
e tutto il mio essere sarà fuso
in un’equilibrata e funzionale entità
io troverò la gioia di unirmi
con quell’Amore
sconosciuto ma potente,
dolce ma tiranno,
forte ma delicato,
costante ma immenso,
che in continuazione mi chiama a ,
e che costituisce il vero perché
della mia esistenza.
Scifo, CI

“Se uno ha trascorso tutta la sua vita animale, per esempio, tra i bovini, certamente non si arrabbierà molto facilmente, ma sarà un tipo molto paziente come carattere, in linea di massima. Le tracce di quello che siete stati si rincontrano anche nella costituzione dei corpi più attuali che andiamo a rivestire.” (Da A36)

15. Il 90% delle volte, quando avete picchi emotivi così forti come la rabbia, si tratta di meccanismi di difesa, quindi bisogna che riusciate ad arrivare a comprendere da che cosa vi difendete.
Potreste difendervi da quello che vi sembra che gli altri vi stiano facendo, dalla paura di osservare voi stessi, dall’incapacità d’interagire in maniera tranquilla con gli altri; ci sono mille e mille ragioni diverse…(Da A34)

14. Se vedi un’ingiustizia, supponiamo le migliaia di bambini che muoiono di malnutrizione e malattie, e se hai una certa coscienza, ti viene un momento di rabbia. […] Se si presenta questa rabbia, significa che c’è qualche cosa che tu devi ancora capire, perché altrimenti non ti arrabbieresti; ti renderesti conto che quello che accade capita prima di tutto perché è scritto e giusto che deva accadere, secondariamente perché queste persone, questi bambini, purtroppo devono vivere quell’esperienza. Da A28

13. Il cambiamento che dovete operare è alla base di voi stessi, è riuscire a lasciar fluire il vostro Sentire, quindi lasciar fluire il vostro carattere, quindi lasciar fluire la vostra personalità, osservare come la vostra personalità fluisce e non cercare di essere la vostra reazione, ovvero il vostro Io. Quindi cambiare punto di osservazione della vostra vita. Da CI, A23

12. L’umanità sta attraversando un momento di destabilizzazione, come sempre prima di ogni cambiamento, e di apparente perdita di valori. Questo porta a uno scompiglio anche all’interno degli archetipi transitori, ovviamente; ma è soltanto una fase. È un po’ come se l’umanità stesse attraversando l’adolescenza, in poche parole. Da A23

11. Le ultime incarnazioni di un individuo sono, nelle aspettative di ognuno di voi, incarnazioni dove uno è più felice, dove uno più sta bene, dove uno è sereno, ha compreso tutto, è in pace con se stesso, è in pace col mondo, è in pace con l’Assoluto; il realtà, il più delle volte – o quasi sempre, se non sempre – sono le incarnazioni che, guardandole dal punto di vista umano, sono le più tormentate che possano esistere.

Questo, perché? Perché c’è la necessità, nel corso dell’ultima vita di eliminare, assolvere tutto il karma negativo che era stato accumulato fino a quel momento e che, altrimenti, non si potrebbe più assolvere. Da [A21]

10. Noi non siamo necessari e indispensabili per la vostra evoluzione; per combinazione vi siete trovati – per motivi karmici o per chissà quale motivo utile all’Assoluto – nella possibilità di intervenire a questi incontri e seguire per un certo periodo di tempo l’Insegnamento. Però, se non fosse stato necessario per voi o per le vostre esigenze evolutive e aveste seguito tutt’altra strada, per il vostro percorso evolutivo non sarebbe cambiato niente, voi sareste andati avanti comunque sia. Da [A17].

9. L’Io ha la funzione – pur non esistendo – di far sì che l’individuo non cerchi di assimilare o di comprendere troppo alla svelta e più velocemente di quanto può assimilare; perché rendetevi conto che al corpo akasico non arriva un dato o due dati, ma arriveranno milioni di dati. Da [A16]

8. Chi ha preso poco è stato messo davanti ai suoi limiti, chi ha preso tanto avrà certamente visto cambiare la propria vita. Avreste potuto prendere di più, senza dubbio avreste anche potuto dare di più: voi possedete la responsabilità di aver fatto fruttare le nostre parole, perché voi e nessun altro siete gli artefici del vostro percorso interiore. Da Annali 2008

7. Il tuo lungo percorso, il tuo lungo peregrinare attraverso ciò che da me proviene, in realtà non è altro che un continuo muoverti all’interno di te stesso. (da Lpi)

6. Non fare l’errore di convincere te stesso che il tuo modo di manifestarti sia veramente ciò che sei: quasi sempre non è così… (da sf 35)

5. Comunicare non significa rendere note le proprie idee, ma significa rendere noti se stessi; e questo, a volte, lo perdete facilmente di vista. Moti (da sf37)

4. Quello che potete veramente fare è cercare di creare dentro di voi un canale vibratorio attraverso il quale i dati di ritorno dell’esperienza possano muoversi verso la coscienza il più velocemente e il meno inquinati possibile, cercando di fare dentro di voi quel silenzio interiore che molti maestri del passato hanno cercato di far comprendere, e che non è il silenzio di chi è fermo e non agisce ma di chi lascia fluire dentro di sé le vibrazioni che lo attraversano. (Da sf 34)

3. Nulla si crea, nulla si distrugge,
tutto esiste sempre e per sempre nell’Eterno Presente.
La candela che stanotte brilla nel buio
brillerà per sempre nel Grande Disegno,
dove non esiste alcun vento
che possa spegnere la sua fiamma. (Da sf30)

2. Ricorda sempre che darai un senso alla tua vita nel momento stesso in cui, osservandoti, permetterai alla tua coscienza di comprendere. (Da sf29)

1. Non perdere mai di vista, non dimenticare mai che il tuo compito principale è, e resta sempre, quello di comprendere, e che per poterci riuscire nella maniera più veloce, per poter rendere la sofferenza non una condizione perpetua ma uno stato transitorio, è necessario che tu comprenda la tua interiorità. (Da sf29)

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1 commento su “Citazioni dai testi del Cerchio Ifior”

  1. “Comunicare non è rendere note le proprie idee ma rendere noti se stessi”.
    Come si rende noti se stessi?
    Non con le parole ma coi comportamenti che rivelano la persona che si è.

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