Condizionamenti nella ricezione delle vibrazioni simboliche [A101-simboli9]

È del tutto evidente che la ricezione da parte dell’individuo delle vibrazioni simboliche provenienti dagli Archetipi permanenti è condizionata da molteplici fattori, sia interni che esterni.

Può risultare utile, a questo punto del complesso percorso che abbiamo tracciato negli ultimi tempi, soffermarci a osservare quali siano questi elementi e quali conseguenze essi portino per l’individuo incarnato.

Il condizionamento degli archetipi transitori

Un elemento di importanza primaria che influenza la ricezione delle vibrazioni simboliche da parte dell’individuo è l’influsso esercitato dagli Archetipi Transitori. Essi, infatti, per loro stessa costituzione in quanto derivanti da elementi interiori che dettano le linee di sperimentazione e l’ambito nel quale detta sperimentazione viene attuata, favoriscono il collegamento tra un gruppo, più o meno esteso, di individui incarnati, ai quali forniscono una base comune di interpretazione delle vibrazioni recepite dai loro corpi e rendono più facile la comunicazione di quanto recepito individualmente all’interno del gruppo “di sperimentazione” che hanno formato.

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Naturalmente ogni individuo collegato alle vibrazioni dell’archetipo transitorio riesce più facilmente a comunicare (e di conseguenza trova maggiori possibilità di condivisione e di espressione dei propri raggiungimenti) con gli altri individui collegati allo stesso archetipo. Per fare un esempio concreto, consideriamo l’archetipo transitorio creato da coloro che seguono con una certa costanza l’insegnamento che vi stiamo portando: ognuno di voi comunicherà più facilmente le proprie decodifiche interiori simboliche riguardanti l’insegnamento a chi, al pari di voi, sta sperimentando il vostro stesso percorso.

Questo dovrebbe, teoricamente, facilitare la comunicazione tra di voi, quanto meno allorché si tratti di comunicare su argomenti di interesse comune (nel caso che stiamo esaminando l’insegnamento delle Guide) ma, come potete constatare voi stessi, non è proprio sempre così. Ciò accade sia a causa delle sfumature di interpretazione che le possibilità percettive individuali permettono ad ogni individuo, direttamente collegate all’ampiezza e alla strutturazione del suo sentire, sia per l’ingerenza dell’Io nel processo di decodifica proprio di ogni individuo (elemento interno che esamineremo più avanti con maggiori dettagli, dato che, nell’ottica che stiamo esaminando l’Io diventa il compendio delle varie decodifiche messe in atto dai corpi inferiori).

Si tratta, quindi, di un andamento “normale” della decodifica, in quanto è “normale” che ogni individuo recepisca sempre relativamente alle sue possibilità. Certo, ci si potrebbe domandare se non sarebbe stato più funzionale all’intero processo fornire i vari corpi che costituiscono l’individuo di caratteristiche di base tali da permettergli una decodifica sempre esatta e precisa della vibrazione simbolica proveniente dalla Vibrazione Prima e, senza dubbio, una tale possibilità avrebbe eliminato molti problemi all’individuo incarnato nella conduzione della sua vita all’interno del piano fisico.

Tuttavia, altrettanto senza dubbio, in questo modo l’intero processo evolutivo avrebbe perso significato e sarebbe venuta a mancare la possibilità di esercitare il proprio libero arbitrio, sotto il condizionamento inesorabile costituito dalla forza delle vibrazioni simbolica trasmesse dalla Vibrazione Prima, e questo avrebbe portato a una condizione di rigidità del Cosmo, dal momento che la vibrazione simbolica sarebbe diventata una costrizione che indirizza verso binari che avrebbero costretto la materia del Cosmo ad adeguarsi a essa a prescindere e senza avere, in realtà, ancora raggiunta la capacità ricettiva di poterla fare sua in maniera sentita e non imposta.

Il condizionamento dell’ambiente

Un altro elemento esterno, peraltro in gran parte strettamente collegato agli archetipi transitori, è l’ambiente in cui l’individuo compie la sua esperienza incarnativa.

Come abbiamo visto in passato, gli archetipi transitori finiscono col diventare dei creatori di modelli sociali per le individualità che a essi fanno riferimento, contribuendo a creare idee, comportamenti, riti, filosofie, abitudini, tipologie di reazione e così via che, con la loro interazione, formano i presupposti della nascita, dello sviluppo e del decadimento dei gruppi sociali che, in questo modo si formano, dal piccolo gruppo con l’esistenza limitata nel tempo come può essere stato in passato, per esempio, il movimento dei “figli dei fiori”, ai grandi gruppi come quelli che hanno contribuito a formare le varie civiltà che si sono sviluppate sul pianeta o le grandi religioni che, di volta in volta, sono nate su di esso nel corso dei millenni.

Tuttavia l’ambiente non è identificabile col solo risultato dell’influenza che gli archetipi transitori attuano sul vivere sociale dell’uomo: anche l’ambiente fisico, non direttamente dipendente dall’influenza degli archetipi transitori, ha una influenza primaria sulle possibilità di decodifica dell’individuo, in quanto influisce sulla reattività dei suoi corpi e li indirizza a recepire prima di tutto quelle parti delle vibrazioni simboliche che servono all’individuo per interagire con esso al fine di preservare la sua esistenza e permettere, di conseguenza, all’evoluzione di potersi sviluppare nel tempo e nello spazio fisico.

Non dimentichiamo, infatti, che le direttive della Vibrazione Prima non indirizzano soltanto la componente “spirituale” della materia cosmica, ma anche la natura, l’aggregazione e la formazione stessa delle varie materie da cui essa è costituita. Questo significa che l’individuo, anche se il più delle volte senza averne una precisa e cosciente consapevolezza, recepisce non soltanto i dettami etico-morali proposti come modelli a cui adeguarsi e a cui tendere dalla Vibrazione Prima, ma anche quelli che, proprio grazie all’attività della Vibrazione Prima, stabiliscono la strutturazione delle varie materie secondo le direzioni di esistenza che un determinato Cosmo mette in essere al suo interno.

Se, ancora una volta, volessimo fare un esempio, possiamo pensare all’istinto di conservazione della propria vita insito in ogni creatura vivente, secondo il quale l’individuo tende a preservare intatta la propria forma e la propria funzionalità in maniera da avere sempre al meglio la possibilità di sperimentare il percorso che deve compiere per evolversi. Ombra

Annali 2008-2017

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