Domande e risposte sulle energie negative (2en)

D – Allora siamo noi che abbiamo questa negatività?
Diciamo che con le vostre incomprensioni, la vostra poca chiarezza interiore, i vostri dubbi, i vostri problemi, create delle vibrazioni, delle energie che ne attraggono delle simili e che alimentano nel vostro intimo i problemi che già avevate.

D – Quindi bisogna trovare la forza per diventare positivi, creare una forma mentale…

Non soltanto mentale: è un problema di comprensione. Certamente l’atteggiamento migliore da tenere è, a un certo punto, quello che dicevate oggi, quando avete affermato che non bisogna drammatizzare.
Riuscire a sdrammatizzare è una dote eccezionale, perché sdrammatizzare una situazione difficile e dolorosa significa osservarla con più serenità e, quindi, scioglierla e risolverla nel modo migliore possibile.

[…] D – Che tipo di valutazione dai del pensiero positivo come azione rivolta verso situazioni di cui si è parlato oggi con l’intenzione di dare un aiuto o di contrastare una determinata realtà?

Contrastare”. Forse uno dei problemi sta proprio in questo: il fatto di contrastare certe energie provoca conflitti, provoca uno squilibrio in ciò che sta accadendo. Molto meglio sarebbe imparare non a contrastare ma a lasciar scivolare su se stessi queste energie, senza farsi toccare interiormente.

Esercizio. Provate – come insegnammo agli inizi di questa lunga avventura agli strumenti – nei momenti in cui sentite o avete l’idea che delle energie negative incomincino ad accumularsi su di voi come nubi minacciose, a rilassarvi (chiudendo, magari, gli occhi) qualche minuto e a cercare di creare intorno a voi, con la vostra mente, una cupola di cristallo che, chiaramente, non esiste nella realtà, ma diventa un appoggio mentale per creare, intorno ai vostri corpi sui vari piani di esistenza, una sorta di pellicola che, supportata dalla vostra immaginazione e dal vostro pensiero, impedisce a queste energie troppo forti (e che potrebbero darvi fastidio) di infastidirvi.
Vedrete che anche solo l’idea di aver creato davvero questa fittizia difesa sugli altri piani di esistenza vi farà sentire immediatamente più liberi e più tranquilli. E questo senza contrastare perché si tratta di un mezzo di difesa e non di offesa.

La difficoltà, invece nasce – ripeto – quando non c’è l’accettazione ma c’è contrasto, in quanto contrastare, entrare in guerra con qualcosa significa voler mettere in atto i propri bisogni ed ecco che, così, le proprie energie negative si muovono per combattere le presunte energie negative altrui.

D – Io parlavo di energie positive…

Le energie positive sono sempre giuste, sempre supponendo però di essere in grado di emetterle e che le altre persone, da parte loro, siano in grado di riceverle.

Oggi qualcuno ha ricordato che nell’ambiente dove noi operavamo fino ad alcuni anni fa, venivano persone estranee a tutto questo, si fermavano, si guardavano attorno e manifestavano un certo disagio dicendo che avvertivano qualcosa di strano, eppure certamente non sapevano che in quell’ambiente noi e voi ci univamo. Questo perché?

Perché quando noi interveniamo lo facciamo attraverso vibrazioni, e queste vibrazioni impregnano l’ambiente compensando le vibrazioni di senso opposto che possono esserci. Poiché, invece, tutti gli altri ambienti in cui vivete sono un guazzabuglio di energie e di vibrazioni che si contrastano, quella strana atmosfera di pace che resta nel luogo dove facciamo le riunioni colpisce l’interiorità dell’individuo.

È un po’ come se una persona, abituata ad ascoltare musica tutto il giorno, di punto in bianco si trovasse immersa nel silenzio: senza dubbio si troverebbe a disagio e percepirebbe qualcosa di strano che non riuscirebbe a comprendere.

Ora, se tutti voi riusciste veramente ad emettere e a mandare verso gli altri energie positive, magari non riuscireste ad influire sugli altri fino a farli calmare o a fargli trovare l’equilibrio, ma senza dubbio potreste aiutare a creare intorno a loro un ambiente tale per cui nessun nuovo stimolo li investirebbe e, quindi, a creare una situazione più favorevole alla loro possibilità di comprensione.

D – Com’è possibile trasmettere energie positive, a parte il desiderio di farlo, l’intenzione di farlo?

Questo è un punto difficile da farvi comprendere.
Voi parlate spesso sia di persone che inviano energie negative che di persone che inviano energie positive. Questo è un concetto sbagliato, perché le persone, solitamente, si illudono di mandare energie positive o negative.
In realtà, ognuno e in continuazione, invia energie che provengono dal proprio intimo, dal proprio essere e che sono strettamente connaturate al proprio moto vibratorio e al proprio sentire.

Quindi le energie che voi inviate sono quelle che avete dentro di voi, non potete inviare energie diverse.

Se siete interiormente sereni, tranquilli, buoni, non riuscirete mai a mandare energie negative verso qualcun altro. La cosa avviene spontaneamente e il fatto che si pensi di mandare energia positiva o negativa è soltanto un artificio mentale per giustificare ciò che si sa di emanare in continuazione

D – Se uno non sente queste vibrazioni negative… cosa vuol dire?

Vuol dire che quel tipo di vibrazione nata dal bisogno di un altro che in qualche modo arriva fino a lui, non lo tocca nel suo intimo perché non trova una vibrazione analoga; significa che non si è mossi dalla stessa incomprensione che muove l’altro e che genera quella vibrazione. Moti


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7 commenti su “Domande e risposte sulle energie negative (2en)”

  1. Complimenti.. è forse la prima volta che sento… se ho capito bene.. che non esistono energie negative o positive ma il proprio o altrui stato d’ essere.. che si esprime con le vibrazione che ognuno possiede per natura.
    Grazie!

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    • Tutto questo mi porta a porre maggior attenzione all’ambiente vibratorio. A volte mi accorgo, che pur avvertendo delle sensazioni, le mie meccaniche identitarue tendono a coprire ciò che c’è.

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    • Espressi molto chiaramente concetti che condivido, dal “non contrastare x non alimentare” che mi viene da associare al non rispondere alle provocazioni, al fatto che si “contamina” l’altro con ciò che abbiamo dentro che è frutto in parte delle comprensioni acquisite ma anche di ciò che siamo e proviamo in quel momento. Da qui lo sprone a una continua vigilanza!

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