La telepatia: comunicazione tra corpi mentali [IF56-3focus]

Ascoltando le vostre discussioni mi sembra di aver individuato un fraintendimento delle parole dell’insegnamento o, quanto meno, una non perfetta comprensione di quale sia il rapporto tra il corpo mentale dell’individuo e il suo essere vivo all’interno del piano fisico.

Vediamo se riesco a riassumere uno dei luoghi comuni a cui siete fortemente attaccati e dal quale voglio cercare di farvi un poco discostare.
Voi dite: “L’organo che manifesta il corpo mentale è il cervello”.
Bene, fratelli miei, non è esattamente così: come al solito la Verità è più ampia di quanto solitamente la mente umana riesca a immaginare, anche nei suoi momenti di più sfrenata inventiva!

Per farvi comprendere dove voglio arrivare devo, purtroppo, tornare un attimo indietro a concetti ormai lasciati alle spalle però necessari per portarvi a comprendere.

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Avevamo detto spesso che le materie dei vari corpi dell’individuo non sono (come può apparire a prima vista a causa della catalogazione usata per fornirvi le nozioni dei piani di esistenza) una sopra l’altra ma, più giustamente, esse si compenetrano, cosicché delimitando una qualsiasi porzione del corpo dell’essere incarnato, si individua non soltanto una porzione di corpo fisico ma, anche, una porzione di corpo astrale e una di corpo mentale.

Questo significa che un’esperienza che interessa una certa porzione del corpo fisico, interessa contemporaneamente una porzione del corpo astrale e una del corpo mentale.

Per fare un esempio pratico: state raccogliendo delle rose dal vostro giardino quando una delle sue spine vi punge un dito.
Cosa si può presumere che accada ai vostri corpi inferiori in concomitanza con la puntura di quella spina?

Come conseguenza della lacerazione della pelle del vostro dito vi sarà la reazione da parte del vostro corpo fisico, reazione che porterà, per esempio, alla fuoriuscita di sangue o all’arrossamento della parte ferita.

Contemporaneamente la spina avrà provocato al vostro dito una sensazione di dolore e questa sensazione di dolore si trasforma, all’interno del vostro corpo astrale, in un’emozione: vuoi una semplice emozione di risposta alla sensazione fisica del dolore subito vuoi, per fornirvi un esempio, la stizza per non essere stato abbastanza attenti nel cogliere la rosa.

La vostra reazione irata giunge al vostro corpo mentale che, sfrondandola dalle emozioni avvertite, la analizza e deduce da quell’esperienza le conseguenze logiche che può trarre da quel piccolo incidente, ad esempio la necessità di prestare una maggiore attenzione alle proprie azioni.

Quello che voglio sottolineare è che tutto questo lavorio può avvenire completamente al di fuori del vostro cervello: la materia mentale collegata al dito ferito porta al corpo mentale i risultati di quell’esperienza senza necessariamente passare per il cervello.

Penso che voi non sarete completamente d’accordo con le mie parole o, quanto meno, che nutrirete dei forti dubbi: forse che, obietterete, il dolore sentito non passa per il cervello?
Non posso che essere d’accordo con voi su questo punto, tuttavia le cose non stanno propriamente come pensate voi.

Per prima cosa vorrei ricordarvi che l’organo che voi definite cervello è un insieme di materia fisica al quale, come dicevo poco prima, è collegata sia una porzione di materia astrale che una porzione di materia mentale.

Se siamo d’accordo (e penso di sì) che ogni materia interagisce con le altre nei corpi dell’individuo, allora dobbiamo arrivare a dedurre che il cervello è comunque sottoposto direttamente anche alle influenze del corpo fisico e a quelle del corpo astrale, e non solo a quelle del corpo mentale.

Tant’è vero che un forte trauma fisico può provocare, per fare un esempio, una totale amnesia, così come una forte emozione può ripercuotersi sui centri del linguaggio siti nel cervello provocando un’improvvisa balbuzie o un’incapacità a profferire alcunché.

Allora, in che senso è stato detto, in passato, che il cervello è la centralina del corpo mentale?

Nel senso che il cervello è costituito in maniera tale da fare da raccolta per la maggior parte dei dati provenienti dalle sensazioni e dalle emozioni che provengono dall’esperienza sul piano fisico (attenzione: solo la maggior parte, però, e più avanti vi spiegherò cosa resta fuori) radunandoli in maniera compatta per favorirne la ricezione da parte del corpo mentale il quale, in risposta, attraverso il cervello stesso, diramerà gli aggiustamenti che riterrà necessari (sia alla materia astrale che a quella fisica) in base ai dati ricevuti.

In altre parole, se non vi fosse il corpo mentale a sovrintendere il cervello, la nostra puntura al dito potrebbe avere come conseguenza, per esempio, uno sgorgare del sangue molto più protratto nel tempo di quanto accade in realtà, perché le difese automatiche del corpo fisico non garantirebbero il pressoché immediato attivarsi del lavorio fisico che permette di accelerare il processo di arresto del sangue.

Allo stesso modo il dolore provato sarebbe più duraturo nel tempo, di conseguenza l’emozione del corpo astrale più intensa e prolungata con le ovvie conseguenze che ciò potrebbe portare.

Ecco, quindi, che il cervello può essere senza dubbio visto anche come l’organo a cui è collegato il corpo mentale ma, principalmente, va immaginato come l’organo usato dal corpo mentale per diramare nel corpo astrale e nel corpo fisico le direttive che da lui provengono.

Avevo affermato in precedenza che il cervello raccoglie le risultanze della maggior parte delle percezioni, delle sensazioni e delle emozioni che provengono dall’esperienza fatta sul piano fisico, lasciando così intendere che vi è una parte di queste percezioni, sensazioni ed emozioni che possono non arrivare al cervello.

Così è, infatti: esiste una grande quantità di piccole sensazioni e percezioni fisiche, oltre che di emozioni astrali, che possiamo definire localizzate in una determinata area fisica o astrale, le quali perdono velocemente la loro valenza di disturbo, cosicché le reazioni che provocano non arrivano al cervello ma vengono in qualche maniera gestite e sistemate, direi quasi automaticamente, da quella porzione del corpo mentale collegato alle parti in questione.

Accade cioè che determinate porzioni di materia del corpo mentale, senza passare per il flusso e riflusso tra cervello e corpo mentale, mettono in atto e coadiuvano le leggi naturali che, spontaneamente, tendono a riportare tutta la materia di tutti i piani a una condizione di stabilità e di equilibrio.

È chiaro, ad esempio, che un piccolo e trascurabile foruncolo cutaneo non viene aiutato a risolversi direttamente dal cervello o dal corpo mentale nel suo insieme, bensì dalla parte di materia del corpo mentale a essa collegata, la quale metterà in azione localmente quell’attività biologica e fisiologica che porterà gradatamente alla guarigione del foruncolo in questione.

Quello che mi premeva farvi capire con questi miei ragionamenti, era che il cervello, di per se stesso non è autonomo se non nella misura in cui mette in atto le leggi della natura all’interno del corpo fisico, e anche in questo caso è comunque costretto a incanalarsi e a muoversi lungo i binari che le leggi naturali gli hanno messo a disposizione.. 

Volevo, inoltre, farvi rendere conto che il corpo mentale influisce su ogni individuo anche al di là del suo cervello… se così non fosse non avrebbero senso, ad esempio, i lunghi anni di vita dei cerebrolesi, e la loro esistenza potrebbe soltanto sembrare una prova evidente dell’inesistenza di Dio o, quanto meno, della sua indifferenza – se non addirittura ostilità – verso l’essere umano.

Le Guide, nel corso degli anni, hanno tolto a quest’organo del corpo umano molta della sua importanza (pur non potendone certamente negare l’assoluta necessità e insostituibilità) asserendo, ad esempio, che la concezione comune che sia il nostro cervello a pensare sia sbagliata e che, in realtà, colui che pensa è il corpo mentale, cosicché il cervello obbligatoriamente deve essere identificato più come l’organo del corpo fisico che riflette sul piano fisico i pensieri emessi dal corpo mentale che come il rappresentante principe dell’individuo stesso.

A mia volta io vorrei togliere al cervello un’altra ipotetica funzione che la mitologia del paranormale gli attribuisce: quella di essere l’organo che trasmette telepaticamente.

La telepatia avviene non da cervello a cervello come solitamente viene ritenuto, bensì da corpo mentale a corpo mentale, attraverso le energie e le materie proprie del piano mentale. Nelle comunicazioni telepatiche non si può trovare, quindi, nulla che possa venire misurato con l’ausilio di una strumentazione fisica, e questo dà ragione ai detrattori del paranormale che affermano di non aver riscontrato emissioni cerebrali particolari che possano dare ragione di un passaggio di informazioni telepatiche da un individuo a un altro.

Naturalmente ciò non prova che costoro abbiano ragione, ma semplicemente che essi – con la presunzione e la mancanza di umiltà che spesso accompagna la scienza – presumono e teorizzano sulla base di informazioni altamente deficitarie che, in quanto tali, non consentono loro una visione adeguata della realtà, quanto meno per l’argomento in questione.

Dal canto mio sorge spontaneo il chiedermi: è poi davvero così importante ed essenziale provare l’esistenza della telepatia o dimostrarne l’inesistenza?

 Esistono senza alcun dubbio altre cose ben più importanti ed essenziali (oltretutto già ben più che provate) a cui dedicare le proprie energie. È provata l’esistenza di milioni di persone che non hanno di che cibarsi o che muoiono per le strade durante l’inverno perché non hanno una casa in cui vivere.

Ma, purtroppo, è tipico di una certa categoria di esseri umani preoccuparsi più di dimostrare l’esistenza o l’inesistenza della telepatia che, magari, di far crescere in maniera sana – interiormente ed esteriormente – i propri figli. Andrea


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6 commenti su “La telepatia: comunicazione tra corpi mentali [IF56-3focus]”

  1. Contenuto davvero prezioso. Il materialismo imperante nella cultura cosiddetta scientifica moderno-contemporanea è ormai divenuta dogmatica e andrebbe corretto.
    Il pensiero non è identificabile con il cervello, che direi è un mero strumento e tra l’altro non esclusivo del corpo mentale. Ma non solo, in altri post si affermava che neanche il corpo mentale pensa ma decodifica ciò che proviene dalla coscienza.
    C’è un forte bisogno di ripensare l’antropologia.

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  2. È dall’età dei Lumi che paradigmi fondati sulla ragione e sulla scienza si alternano ad interpretazioni che appoggiano su facoltà irrazionali, mistiche, spirituali.
    In ogni periodo si aggiungono nuove comprensioni

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