Il cervello non è il produttore del pensiero [IF56-2focus]

Riprendiamo un attimo le fila di quanto detto a proposito del piano astrale, cercando di sottolineare quanto è valido anche per il piano mentale e quanto, invece, è peculiare solo di questo piano.

Anche il piano mentale è costituito di materia che si va formando grazie all’aggregazione di quell’unità materiale di base della materia mentale che abbiamo definito in passato unità elementare mentale.

La materia del piano mentale – analogamente a quanto avevamo detto per il piano astrale – è suddivisibile (per comodità teorica) in sette sottopiani classificabili in base alla densità della materia mentale che li compone. Si va così dal sottopiano di materia più densa (oltre il quale si arriva alla materia astrale) a quello meno denso (oltre il quale si arriva alla materia akasica).

Come la materia del piano astrale possiede la capacità di mutare e trasformarsi sotto la spinta dei desideri e delle emozioni rispondendo alle sollecitazioni emotive che provengono dall’esperienza vissuta sul piano fisico, altrettanto accade per il piano mentale.
In questo caso, però, è il pensiero a indurre trasformazioni nella materia mentale che risponderà sollecitamente a ogni pensiero emesso da un corpo mentale, mettendo in essere particolari caratteristiche come, ad esempio, la possibilità, per chi è disincarnato e consapevole sul piano mentale, di poter arrivare a conoscere tutto quello che nel passato dell’uomo è stato conosciuto con l’ausilio della sola spinta del desiderio di conoscere.

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È evidente che anche su questo piano la spinta ad agire è fornita dal desiderio e, quindi, dai bisogni del corpo akasico: senza di essa l’individuo non si muoverebbe e la vita dei suoi corpi sui vari piani sarebbe estremamente statica.

Ritornando un attimo alla suddivisione in sottopiani del piano mentale, possiamo sostenere che i piani inferiori, quelli più densi, hanno influenza principalmente sulle funzioni fisiche e fisiologiche (nonché su quelle astrali) del corpo dell’individuo oltre che sull’uso del linguaggio e delle parole, mentre quelli più sottili forniscono all’individuo le capacità di pensiero, ovvero le capacità di elaborazione, di sintesi, di correlazione e via dicendo, tutte quelle capacità, insomma, che solitamente – per chi non è addentro come voi all’insegnamento esoterico – vengono erratamente attribuite al cervello.

Il cervello, invece, non è il produttore del pensiero: esso costituisce il principale punto di contatto del corpo fisico con il corpo mentale, è una sorta di ricettore, di traduttore di ciò che il corpo mentale elabora, ed ha il fine di rendere possibile all’individuo incarnato di esternarsi sul piano fisico e di relazionarsi sia con la complessità esterna che con la personale complessità interiore.

È attraverso il cervello (ma non solo, perché la materia mentale contatta anche direttamente tutti i punti del corpo fisico mettendo in atto meccanismi locali di autodifesa fisiologica, per esempio) che il corpo mentale influisce sul corpo fisico, lo fa muovere e agire per seguire ciò che i pensieri che il corpo mentale ha elaborato lo inducono a sperimentare nel corso della vita.

Se vi chiedessi a cosa serve il corpo mentale sono certo che tutti voi rispondereste che serve per pensare ed io non potrei che assentire, tuttavia il corpo mentale è più complesso e ha altre importanti funzioni oltre a quella di elaborare il pensiero, funzioni che osserveremo più avanti.

D’altra parte per quanto riguarda il pensiero potreste commettere l’errore di credere che esso abbia la sua nascita, la sua genesi, all’interno del corpo mentale, mentre in realtà non è così: il pensiero nasce e viene a formarsi sotto la spinta dei bisogni di comprensione dell’akasico e, ancora più precisamente, sono le vibrazioni akasiche che, interagendo con la materia mentale, mettono in moto all’interno di essa quell’insieme di vibrazioni che porta la materia mentale a elaborare quella forma di dati concatenati che costituisce quello che comunemente viene definito pensiero.

Ma vedremo in seguito di fornirvi un quadro un po’ meno che approssimativo di come e perché ciò avvenga, sperando di riuscire a essere il più chiaro possibile in un campo difficile da spiegare mettendolo alla portata di individui incatenati alla fisicità.

Naturalmente anche per il corpo mentale è valido quanto detto per il corpo astrale: esiste un’atmosfera mentale ed esiste un ambiente mentale; le loro caratteristiche generali sono rapportabili a quanto detto per il corpo astrale e fisico (vedere il volume “La fonte del desiderio e delle emozioni, ndr) e su di esse non ha molta importanza soffermarci più che tanto, se non per sottolineare che l’ampiezza e la forza di quest’ambiente e di questa atmosfera sono direttamente riferibili alla qualità e alla forza delle vibrazioni emesse dalle materie che compongono il corpo mentale dell’individuo incarnato. Andrea


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5 commenti su “Il cervello non è il produttore del pensiero [IF56-2focus]”

  1. Concetti rivoluzionari, seppure già incontrati nel percorso del sentiero contemplativo.
    Esercitano fascinazione e incontrano qualche resistenza ad aprirsi al nuovo, nonché qualche difficoltà di comprensione.
    Resto in ascolto.

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  2. Un altro colpo cade sull’io che pretende di identificarsi con il proprio pensiero. Qui viene messo in discussione l’attività del pensiero stesso in quanto attività autonoma generata dalla mente.
    Il pensiero ha la sua fonte nella coscienza.

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  3. Non mi ero mai posta la questione ma se è il corpo akasico a creare le nostre scene, é chiaro che anche il pensiero ha lí la sua origine.
    Grazie.

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