Lo stato di veglia senza consapevolezza delle decodifiche [A114-sogni1]

Malgrado le molte ricerche compiute dalla scienza nel corso del tempo, gli scienziati non sono ancora pervenuti a una definizione che accomuni le varie ipotesi su cosa sia il sogno e quale sia la sua natura e la sua funzione.

Una maggiore conoscenza si possiede, attualmente, solo per quanto riguarda alcuni suoi meccanismi. Ad esempio, per quanto concerne la produzione del sogno, sono state individuate alcune fasi collegate a determinate aree cerebrali che danno ragione di alcune delle meccaniche che usano i sogni nel loro processo di formazione durante il periodo di sonno dell’essere umano.

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Dal punto di vista del linguaggio del sogno, invece, non si sono fatti ancora grandi passi avanti, ma si è ancora praticamente fermi agli elementi individuati dalla teoria freudiana che, all’inizio del novecento, ha catalogato una buona parte degli elementi che danno una struttura di linguaggio accessibile all’osservazione umana, catalogando e definendo quei meccanismi (come la censura o lo spostamento) che possono fornire una chiave di lettura del sogno e offrire una possibilità di decodifica degli elementi che appartengono al “pensiero onirico”.

L’interpretazione dei sogni fornita da Freud, malgrado i grandi meriti che possiede e la descrizione accurata di molti dei meccanismi che nei sogni agiscono è, però, fortemente limitata dal fatto di attribuire la spinta creatrice che induce i sogni ai desideri, finendo col collegare in maniera troppo stretta i sogni alle pulsioni del solo Io, col risultato di fornire una visione del sogno molto limitata e costretta in binari estremamente rigidi.

Ma, in realtà, che cosa sia il sogno e quale sia il motivo della sua esistenza – nonché la sua utilità – sfugge ancora, in gran parte, alla comprensione di chi cerca di studiare questo aspetto così affascinante e misterioso della vita dell’essere umano.

Questa incapacità di arrivare a una più ampia comprensione del sogno deriva dal fatto che la scienza – basata attualmente sull’esplorazione del fenomeno e delle sue meccaniche, anche se negli ultimi anni vi è stato un suo notevole avvicinarsi al pensiero più filosofico – non è in grado di accettare come scientificamente valido il concetto che vi sia qualcosa che va al di là dell’uomo immerso nella materia fisica con il suo bagaglio di emozioni e di pensieri, e che tutta la Realtà sia permeata da un principio generatore e creatore che ha delle sue leggi ben precise e una sua estrema coerenza logica nello strutturare la Realtà.

Una diversa chiave di lettura del sogno è stata fornita dall’insegnamento che in questi decenni vi è stato portato dalle Guide, basato, alla resa dei conti, su pochi concetti di base essenziali, senza i quali, però, la struttura della Realtà (e anche quella dei sogni) difficilmente può essere affrontata e veramente compresa.

La trama della realtà del Cosmo, hanno insegnato le Guide, viene intessuta dalla Vibrazione Prima che inizialmente avvia la formazione del Cosmo e delle varie materie che lo compongono e, successivamente, trasmette le sue informazioni creatrici a tutta la materia cosmica, stimolando, nell’interezza del Cosmo, la messa in atto dei processi che ne permettono la differenziazione e lo sviluppo, diventandone, così, una sorta di matrice, di DNA cosmico che stabilisce le regole interne del Cosmo e le sue maniere di estrinsecazione.

È fondamentale, in questa concezione del Cosmo, il concetto di equilibrio: ogni variazione delle vibrazioni all’interno del Cosmo turba il suo equilibrio energetico (una sorta di immagine energetica del Cosmo, stabilita come unica possibile fonte di riferimento per la struttura di un determinato Cosmo), e la conseguenza è che all’interno dell’intero Cosmo le energie tendono a ridistribuirsi in maniera diversa per ristabilire quell’immagine energetica che è stata dettata dalla Vibrazione Prima fin dal suo primo attimo di formazione del Cosmo. La conseguenza di questo continuo riallinearsi del Cosmo alla sua immagine porta al dinamismo delle sue parti, processo che dà forma e struttura all’evoluzione dell’intero Cosmo attraverso l’evoluzione delle sue componenti.

Allo stesso modo è di fondamentale importanza la concezione che le regole guida del Cosmo, trasmesse in continuazione dalla Vibrazione Prima, trasportano informazioni da una materia all’altra e il fatto che ogni materia, a seconda della sua strutturazione, le percepisca in maniera relativa alle sue possibilità percettive, dando così vita alla percezione soggettiva della Realtà da parte di ogni creatura facente parte dell’ambiente cosmico.

Questo determina la necessità, per ogni materia strutturata – e quindi anche per la struttura “uomo” – di decodificare in un linguaggio a lei comprensibile (e trasmissibile alla materia del piano successivo) quanto viene dettato dalla Vibrazione Prima e che, a ogni passaggio in una materia diversa, avvenga una decodifica che in maniera più o meno importante decodifica le vibrazioni ricevute secondo le sue caratteristiche capacità di decodifica, caratteristiche strettamente legate all’ampiezza del suo sentire – e quindi, al procedere dell’evoluzione delle varie materie che compongono i corpi dell’essere umano – ovvero alle comprensioni raggiunte e stabilizzate all’interno del suo corpo della coscienza, il quale, mediante questo processo, permette alle sue comprensioni e alle sue incomprensioni di manifestarsi nell’azione dell’individuo all’interno del piano fisico sotto lo stimolo delle esperienze che si trova, di volta in volta, ad affrontare.

Credo che non sia difficile, sulla scorta di queste considerazioni, giungere alla conclusione che il sogno possa essere il risultato della percezione da parte dell’individuo dei vari tentativi di decodifica che vengono attuati dai suoi vari corpi sia nella fase di discesa delle vibrazioni che in quella di risalita nel corso dell’attuarsi del piccolo ciclo corpo akasico/corpo fisico.

Perché nello stato di veglia non c’è consapevolezza delle decodifiche

Il flusso delle vibrazioni che attraversano i corpi dell’individuo è incessante e continuo, quindi l’attività di decodifica attuata dai vari corpi non subisce interruzioni o pause, di conseguenza viene spontaneo domandarsi perché durante la fase di veglia non sembri esserci alcuna traccia percepita di questi processi interni, mentre durante la fase del sonno essi possono essere percepiti tramite quel processo che viene abitualmente definito “sogno”. Questo fatto deriva dalla presenza di quel processo reattivo che abbiamo definito “Io”.

Durante la fase di veglia l’Io esercita la sua massima influenza sull’individuo, in quanto tutte le sue componenti sono attive e pienamente reattive trovandosi l’individuo a interagire con l’azione sul piano fisico, azione che favorisce e innesca in maniera complessa le reazioni dell’Io.

Durante la fase del sonno, invece, gran parte della reattività dell’Io viene a mancare dal momento che viene a mancare lo stimolo dovuto all’incontro con l’esperienza diretta, e si può dire che l’Io attraversi una fase di relativa quiete, durante la quale restano in atto essenzialmente solo le reazioni di difesa principali.

Senza dubbio, come la stessa scienza ha evidenziato, l’attività cerebrale (e di conseguenza quella del corpo mentale) è ancora presente, così come quella del corpo astrale, come dimostra il fatto che i sogni hanno spesso connotazioni emozionali a volte anche molto intense, ed è presente, anche se in minima parte, anche l’attività del corpo fisico: certamente l’attività fisio-biologica continua, e il corpo reagisce alle vibrazioni che lo attraversano (ad esempio agli impulsi di tipo sessuale), ma questo lavorio non si traduce in un’azione consapevole all’interno del piano fisico.

In definitiva, possiamo dire che i sogni sono il risultato dell’attività di decodifica attuata dai vari corpi dell’individuo e questo fatto dà ragione di alcune caratteristiche tipiche del sogno: la sua estrema mutevolezza, la frammentarietà delle immagini che lo compongono, la sua frequente illogicità temporale, il suo presentare sotto forma simbolica le situazioni che per l’Io risultano ansiogene, in quanto rappresentano i suoi punti di incomprensione e gli errori di reazioni che dette incomprensioni inducono nell’individuo nel corso della sua vita di esperienza. Ombra

Annali 2008-2017

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1 commento su “Lo stato di veglia senza consapevolezza delle decodifiche [A114-sogni1]”

  1. Non ho elementi per dire che non sia come Ombra dice, data la sua esperienza e dottrina dia da incarnato che da disincarnato, ma non capisco perché la decodifica dei corpi debba essere così poco lineare e chiara, tanto è vero che un sogno per comprenderlo bisogna interpretarlo simbolicamente.

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