La volontà e il processo dalla conoscenza alla comprensione (v1)

Nei tempi passati vi era stato parlato del passaggio dalla conoscenza alla comprensione. Bene, ricordate fratelli che la conoscenza pur non fornendo essa stessa comprensione, d’altra parte invece è necessaria per fornire il materiale sui cui poi la consapevolezza e la comprensione diventeranno «sentire».

Colui che apparentemente in una vita nulla conosce ed è dominato dall’ignoranza, la realtà insegna che potrebbe anche “illuminarsi”; per voi che osservate dal piano fisico ciò risulta incomprensibile, ma ricordate che l’individuo ignorante che osservate e che apparentemente, senza motivo e senza bisogno della conoscenza, arriva alla comprensione, ha alle sue spalle la comprensione raggiunta attraverso la conoscenza maturata in altre vite.

Non dovete credere che soltanto in questa vita (e grazie alla conoscenza di questa vita) voi possiate arrivare a comprendere: molte volte l’atto della comprensione – quel momento in cui vi sembra improvvisamente di raggiungere la vostra coscienza e di trascrivere in essa qualcosa che proprio non vi aspettavate di poter trascrivere – anche se appare inaspettato e incomprensibile, ha le sue cause, come tutto nell’universo, e che se trascrivete un «sentire» attraverso la comprensione, questo accade perché le spinte di una conoscenza passata vi hanno fornito le basi per poterlo fare. Niente che voi possiate conoscere e ricordare in questa vita, ma certamente qualcosa che risuona in voi, proveniente da vite che avete avuto nel passato.

Questo sottolinea quanto occorra considerare l’insegnamento in tutta la sua totalità; infatti, soltanto considerando tutto ciò che sta alle spalle dell’individuo (dai suoi vari corpi astrale, mentale, akasico e via dicendo, alle vite precedenti avute) si può arrivare davvero a comprendere anche ciò che altrimenti non si comprenderebbe. E se voi, figli e fratelli, volete davvero avvicinare la realtà, se volete veramente arrivare a comprendere, è necessario che impariate non soltanto ad avanzare delle ipotesi, non soltanto a porvi delle domande e a trovare delle risposte frammentarie, ma anche a riuscire a trarre dalle risposte frammentarie che avete trovato, una sintesi che vi avvicini sempre di più alla conoscenza della realtà oggettiva nella sua totalità. Ananda

Ma cos’è, figli e fratelli, che impedisce all’individuo di ampliare la propria conoscenza? Se facessi questa domanda ad alcuni di voi, verrebbe risposto che è soltanto una questione di volontà, ovvero che l’individuo non riesce ad ampliare la conoscenza e quindi la comprensione, poiché non possiede la volontà per farlo. Ma, in realtà, io vi dico, che la volontà non è quella che voi intendete: la volontà in se stessa non esiste come cosa reale, ma nasce soltanto dalla relazione tra fattori diversi. Questi fattori diversi sono il corpo astrale, il corpo fisico e il corpo mentale; la conoscenza infatti attraversa tutti e tre i piani, non un piano solo.

  • Se non potete, tramite il piano fisico, avere le esperienze che ampliano la vostra conoscenza e raggiungere le cognizioni necessarie a questo ampliamento, chiaramente non potete arrivare a conoscere.
  • Se non desiderate conoscere, se i vostri sentimenti, se i vostri desideri sono diretti in altre direzioni, per quanto voi vi sforziate di comprendere e di conoscere, questi vostri desideri (ovvero l’insieme del corpo astrale), vi allontanerà dalla conoscenza, distoglierà la vostra attenzione.
  • Se la vostra mente si rifiuterà di comprendere, si rifiuterà di trattenere gli elementi conosciuti perché nel frattempo cercherà invece di arrivare a possedere, ad elevarsi, ad immagazzinare dati su dati senza fermarsi un attimo a meditare, allora la vostra conoscenza ancora una volta sarà bloccata.

La volontà di conoscere nasce proprio dalla relazione tra essere fisico, essere astrale, essere mentale.
E’ necessario, per avere la volontà di conoscere:

  • che il corpo fisico possa essere veicolo di conoscenza,
  • che il desiderio muova l’intelligenza verso la conoscenza,
  • che il corpo mentale trattenga la conoscenza e la faccia sua, lavorandovi, per capirla sempre più profondamente.

La pigrizia di cui si parlava prima nasce sempre e soltanto dalla diversità di impulsi e di tendenze di questi tre corpi.
Se il corpo fisico coltiva altri bisogni, che non contemplano la conoscenza, se, ad esempio, l’impulso sessuale vi chiama ripetutamente, questo basterà a distogliervi dal ricercare la conoscenza.
Se il vostro desiderio per il possesso sarà tale da sovrastare il vostro desiderio di conoscere, inevitabilmente, non arriverete a conoscere.
Se la vostra mente vorrà possedere, inevitabilmente non potrete conoscere.
E se uno soltanto di questi tre aspetti è in contrasto con gli altri ecco che allora, come conseguenza, nasce la vostra pigrizia.

Cercate, quindi, di orientare i vostri desideri, la vostra mente, verso gli stessi intenti. L’uomo equilibrato è l’uomo che veramente riesce a raggiungere qualche cosa per se stesso e per gli altri. La situazione di disequilibrio, amici, ricordatelo, è quella dalla quale sempre nascono i problemi e, addirittura, le somatizzazioni e le malattie. Georgei


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5 commenti su “La volontà e il processo dalla conoscenza alla comprensione (v1)”

  1. Dalla conoscenza alla comprensione per ampliare il sentire di coscienza……fai esperienza, ti interroghi su ciò che vivi, indaghi e ti confronti, arrivi a comprendere aspetti ingombranti dell’io, lo vedi ribellarsi e scalpitare, ti sforzi di tenerlo a bada, attingi al paradigma……ma sembra non accadere nulla. Di nuovo ti si ti presenta l’esperienza …..e tutto ricomincia per l’ennesima volta…..fino a quando? Perché il sentire non si amplia e continui ad emettere sempre il medesimo raglio?

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  2. I processi di comprensione a volte possono essere molto lunghi. La trasformazione può essere lenta, ma continuamente cambiamo e la Vita poi, ci porta dove è più giusto per noi e non dove crediamo sia giusto andare. Forse più che tenere a bada l’io, sarebbe utile andare a fondo delle sue dinamiche, sapendo che quell’espressione è parziale e non mostra ciò che realmente siamo. Credo sia necessario lasciar cadere molti di quelle che sono le convinzioni che fino ad oggi hanno indirizzato le nostre azioni, affinché ci sia spazio per nuovi modi di osservare e comprendere il cammino che si sta facendo.

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  3. Mi è chiaro, ora, quali sono le componenti che orientano la volontà. Il post è molto chiaro quando afferma che tutti e tre i corpi inferiori devo essere orientati a perseguire lo stesso scopo.

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  4. Molto chiaro che il processo di comprensione è un insieme di tasselli che hanno origine da vite passate, perché spesso capita di aggiungerne uno e di rendersi conto che si è trattato del lavoro di una vita, non in senso metaforico…lì lo avevi lasciato e da lì prosegui…non so se chiaro.
    Leggendo queste righe mi pare anche di capire allora che, un essere umano in condizione di infermità mentale e fisica non potrà raggiungere comprensioni. Ho capito bene?

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  5. Come per ogni nostra espressione si mettono in gioco tutti i nostri corpi, così anche il processo che porta alla comprensione coinvolge l’ interezza della persona.

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