L’intenzione che muove la curiosità

Sotto il profilo dell’evoluzione dell’individuo non vi è curiosità giusta né curiosità sbagliata, ma vi è soltanto un tentativo di comprensione attraverso la curiosità a gradi ovviamente diversi e che tuttavia è giusta per quell’individuo in quel momento per arrivare a comprendere anche la più piccola delle cose che non aveva ancora compreso.

Al di là, però, di questi ragionamenti strettamente filosofici e quindi lontani alla fin fine da ciò che voi siete, vivete, patite, soffrite nel corso delle vostre esistenze c’è un modo per cercare di arrivare a comprendere non la curiosità degli altri ma quantomeno la curiosità che nasce in se stessi, cercare cioè di arrivare a comprendere se e fino a che punto la curiosità che vi sentite urgere dentro è giusta o sbagliata relativamente a ciò che voi avete compreso fino a quel momento.

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Questo non può essere altro che dato dall’intenzione che muove la vostra curiosità. Ecco, quindi, che nel momento in cui ognuno di voi – bene intenzionato – cerca di arrivare alla profondità del proprio essere per mettere in moto quel conosci te stesso che governa in via generale l’evoluzione degli individui, ecco – dicevo – che il modo migliore è quello di cercare ogni volta che vi ponete la domanda non soltanto di andare verso la risoluzione, la risposta alla domanda che vi ponete ma, ancor prima, di comprendere qual è l’intenzione con cui quella domanda ve la state ponendo.

In quel modo, anche se la vostra domanda in seguito non avrà la risposta che voi aspettavate o addirittura non avrà alcuna risposta, tuttavia quel vostro perché avrà espletato la sua funzione perché vi avrà indirizzato a raggiungere qualche cosa di voi stessi che non eravate riusciti a mettere a fuoco.

E se quel qualcosa, quella vostra intenzione che potreste riuscire a scoprire è un’intenzione altruistica, bene, siate felici per voi stessi; ma se per caso, come molto più spesso accade, arrivaste a scoprire che la vostra curiosità è mossa dal desiderio di comprendere qualcosa degli altri per avere potere su di loro, è mossa dal bisogno di sentirsi superiore agli altri smascherando magari l’altrui meschinità per coprire la propria, ebbene non vi abbattete, figli, rendetevi conto che se scoprite che è così vuol dire che siete giunti al punto in cui potete modificare questa vostra non comprensione, e partite da quel punto non per accumulare le azioni negative ma per immergervi ancora un pochino di più in voi stessi e riuscire a cambiare l’impronta del vostro ‘perché’. Moti


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3 commenti su “L’intenzione che muove la curiosità”

  1. Nella relazione la curiosità a volte porta al dolore. Nel momento in cui chiedi dai e le “meschinità” vengono fuori da una parte e dall’altra anche se problemi risolti, ma l uomo è un animale sociale, non è fatto x stare solo

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  2. Un bel lavoro quello di osservarsi, senza giudizio, senza condanna, andando semplicemente a vedere, a capire e semmai agire alla fonte, sull’intenzione che muove.
    Agire sull’intenzione credo sia un atto che attiene alla nostra parte intima, ai confini con la coscienza.

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