L’organizzarsi della materia akasica attraverso le esperienze [IF25]

[…] Come si può descrivere in termini comprensibili il corpo akasico di un individuo? Per analogia con quanto è stato detto per i corpi dei vari piani, il corpo akasico di una individualità non può essere altro che costituito da tutte le densità di materia appartenenti al piano akasico.

Quindi ogni corpo akasico avrà una certa quantità di materia akasica nei vari stati di aggregazione; quindi vi sarà una parte di corpo akasico inferiore – quella di cui abbiamo detto la volta scorsa – che in qualche modo è direttamente legata all’impulso incarnativo sul piano fisico dell’individualità, e poi la parte di corpo akasico costituito di materia più sottile, che si collega al famoso «tappeto» (materia akasica più sottile e connessione con gli altri corpi akasici, ndr).

Certamente all’inizio dell’incarnazione il collegamento è soltanto fatto per pochi fili, e questi pochi fili sono la parte strutturata del corpo akasico.
Voi ricordate che abbiamo detto che il corpo akasico si deve strutturare, deve strutturare la sua materia, deve organizzarsi: l’incarnazione sul piano fisico, e il passaggio attraverso gli altri piani, genera come conseguenza una comprensione, e questa va a influire sul corpo akasico dell’individualità strutturandone la materia. 

Ecco, proprio in questo senso intendevamo «strutturare la materia», ovvero: il corpo akasico dell’individualità è composto inizialmente di materia pressoché totalmente disorganizzata; attraverso le spinte della comprensione acquisita nel piano fisico questa materia si organizza e, attraverso questa organizzazione, si costituiscono via via i collegamenti con il «tappeto» e, quindi, si comincia questa riunione con l’insieme di tutti i corpi akasici.

Ora, l’individualità inizia il suo cammino all’interno della materia – come voi sapete – non dalle incarnazioni umane ma dalle incarnazioni nei regni inferiori, ovvero minerale, vegetale e animale, e questo avviene, direi, inconsapevolmente (anzi, totalmente inconsapevolmente) in quanto quel corpo akasico non ha ancora strutturazione di alcun tipo. 

Non ha ancora strutturazione, però è già collegato, per sua stessa natura, anche se in piccolissima parte, con gli altri corpi akasici e questo collegamento è quello che dà la spinta al corpo akasico, e indirizza la sua voglia di sperimentare all’interno dei piani inferiori. Siccome, naturalmente, non ha alcuno strumento per indirizzare in modo particolare e preciso la sua voglia incarnativa, egli arriva sul piano della materia fisica e si unisce, risuona, vibra assieme – tanto per dare più possibilità di comprensione – con il tipo di materia che meno difficoltà di assonanza gli offre, e questa materia è senza dubbio quella più simile a lui, in quel momento, ovvero quella più indifferenziata, quella che meno coscienza ha, ovvero la materia minerale. 

Come voi sapete, l’individualità nel mondo minerale non è legata a una pietra, a un sasso, ma è legata a tanta materia diversa, quindi può essere collegata contemporaneamente, che so io, a un sasso, a un diamante e via e via e via, e quindi fa parte di più materia minerale.

Dalle esperienze – se così si possono definire – di questa materia, col passare delle stagioni, col flusso del tempo all’interno del piano fisico, qualcosa arriva fino al corpo akasico ed è qualcosa che dà una sorta di impronta che non struttura ancora la materia del corpo akasico, tuttavia dà un orientamento alle vibrazioni che in esso sono contenute, vibrazioni che fino a quel momento erano completamente caotiche in quanto non vi era nessuna comprensione.

Quindi non è che il corpo akasico venga strutturato perché ha compreso qualcosa, vi è soltanto un allineamento di queste vibrazioni, allineamento che poi, al termine dell’incarnazione nel regno minerale, indirizzerà l’allacciamento di questo corpo akasico verso i piani inferiori con la materia vegetale nel regno vegetale, e qua il procedimento si ripeterà: l’esperienza fatta come vegetale ritornerà al corpo akasico, quest’esperienza non strutturerà ancora la materia akasica perché non vi è sentire, non vi è comprensione, vi è soltanto acquisizione di sensazioni; e questa acquisizione darà un ulteriore aggiustamento, migliorando ancora il rapporto omogeneo tra le varie parti che compongono questo corpo akasico. Mi seguite?

Lo stesso, naturalmente, avviene per quello che accade allorché l’individualità arriva a contatto con il regno animale. Questo sarebbe il «quid» a cui mi riferivo e capite bene che, senza tutto quello che abbiamo detto fino adesso, era difficile poter dare spiegazione di un procedimento che ricorda, in qualche modo, un concetto psicologico che è conosciuto anche ai vostri tempi: l”imprinting”. 

Non soltanto però, c’è da notare anche qualche altra cosa: questo allineamento delle vibrazioni nella materia del corpo akasico dà – anche se non una comprensione – un indirizzo al cammino dell’individualità, specialmente allorché si avvicina ai confini con l’incarnazione umana; tant’è vero che per quello che sarà poi il cammino percorso dall’individualità all’interno dell’incarnazione umana, sono importanti le ultime incarnazioni avute come animali, in quanto certe caratteristiche tipiche di quegli animali saranno l’ultima impronta data al corpo akasico e, quindi, costituiranno un substrato a tutto il cammino, una specie di filo conduttore che indirizzerà verso un certo tipo d’esperienza di partenza l’individualità, partendo da quel punto per ampliare poi la sua comprensione.

Ecco perché succede – come abbiamo sempre detto – che ognuno di voi, ogni individualità che si incarna ha una “sua” evoluzione che confluirà, poi, in una meta comune ma che lo farà attraverso percorsi diversi e che non sono migliori o peggiori dall’uno all’altro, ma sono semplicemente strade diverse per arrivare a uno stesso cammino e, quindi, hanno tutte, una per una, la stessa importanza, al di là della morale, dell’etica, dei condizionamenti, della società, della cultura e via e via e via e via (ho aggiunto anche un «e via» in più, per farvi felici!). Vi sembra chiaro questo discorso?

Fra l’altro, questo riecheggia in molte teorie che leggiucchiate a volte qua e là nei libri… ah, che passione che sono i vostri libri!, nei libri di cui vi appropriate spesso, bramosamente, nella vostra sete di immagazzinare dati (che poi vi confondono, molte volte, invece di aiutarvi) e che collegano l’individualità, l’individuo, l’uomo – perché è sempre visto sotto questo punto di vista, in quei libri – a una certa pietra, o a un certo vegetale, o a un certo animale. In questo, in realtà, vi è un certo substrato di verità che va visto, però, appunto nell’ottica che abbiamo appena esaminata.

D – Scifo scusa, volevo chiederti una cosa: allora le medicine alternative, quelle che sostengono che nei minerali, oppure nei fiori, ci sono delle vibrazioni che possono interagire con delle nostre vibrazioni interiori, trovano conferma in quello che stai dicendo?

Senz’altro, e, effettivamente, non può essere che così perché quelle vibrazioni, in qualche modo, hanno influito sul vostro modo di essere, hanno una certa importanza nel vostro – continuiamo a chiamarlo così – «imprinting», tanto per tenere un termine usabile, accettabile. 

L’unica cosa che forse si può dire è che non ci si può aspettare dei grandi miracoli; senza dubbio però degli effetti benefici, specialmente per quello che riguarda la tranquillizzazione, la normalizzazione, la regolarizzazione delle vibrazioni interiori dell’individuo possono essere ottenuti.

D – C’è qualcosa che ho difficoltà a immaginare…

Solo qualcosa!? Sapessi quanti «qualcosa» che ci sono qua in giro! Dimmi, cara.

D – Per quanto riguarda il regno minerale, noi siamo abituati a pensare che «esperienza» vuol dire qualcosa (per quanto riguarda noi) di cosciente che si fa; per quanto riguarda il regno minerale, che tipo di esperienza si fa nel regno minerale che poi porta man mano ad arrivare all’essere umano?

L’esperienza che usiamo sempre come esempio è quella del passare delle stagioni, quell’avvertire il secco, l’umido, il caldo, il freddo; quindi semplicemente delle esperienze a livello di sensazione.

D – E questo come porta poi a cambiare, a passare nell’altro regno, quello più vicino, che è l’animale? Cos’è che fa scattare il passaggio?

Dopo secoli, millenni, milioni d’anni che sarete collegati ai minerali accadrà che avrete avuto una panoramica abbastanza generale di tutte le sensazioni «epidermiche» che possono essere avute dai minerali e allora l’individualità, il corpo akasico, cercherà qualcosa di più, qualcosa di più completo e passerà dal minerale alle forme di vita vegetale che sono proprio al confine tra il minerale e il vegetale e, quindi, hanno qualche sensazione in più; e allora cominceranno a percepire la luce, cominceranno ad avere effetti di movimento delle foglie. Ricordate che, in linea di massima, per esempio, il minerale è fermo; invece, passando nel regno vegetale, c’è quanto meno già l’esperienza del movimento.

D – E l’animale, come poi arriva a interagire? 

L’animale non sarà più, chiaramente, soltanto legato a questi fattori che, bene o male, lo limitano a una certa zona, a una certa passività, se così si può dire, nei confronti dell’ambiente; l’animale ha una sua libertà di movimento e questo porta già ad un ampliamento di possibilità di percezioni ed anche di sensazioni: avrà la possibilità di avere un corpo astrale e, quindi, emozioni, desideri e via dicendo. 
Questo corpo astrale manda poi degli impulsi al corpo akasico dell’individualità e anche questi impulsi daranno già un’impronta diversa, un’impronta peculiare, tipica di quell’individualità.

D – L’animale più vicino al passaggio alla vita umana? Il cane, forse?

Ce ne sono diversi, e poi è abbastanza relativo questo discorso perché conta molto anche quanto, in realtà, l’animale vive vicino all’uomo. Potrebbe essere  tanto per dire una sciocchezza, perché assolutamente non è vero, potrebbe essere una tartaruga, se la tartaruga fosse una tartaruga che vive a contatto con l’uomo. In realtà non è così, perché la tartaruga non è un animale molto sensibile e, quindi, molto vicino all’incarnazione umana.

D – Scusa, e prima? Milioni di anni fa, quando l’uomo non c’era, gli animali si sono dovuti evolvere, indipendentemente dal rapporto con l’uomo, perché non c’era ancora; per cui allora?

Allora, cosa?

D – Hai detto che l’evoluzione dell’animale si facilita con il rapporto più frequente che ha con l’uomo…

No, l’evoluzione dell’individualità, non dell’animale.
L’individualità incarnata nell’animale ha una maggiore acquisizione di esperienza se è a contatto con l’essere umano. D’altra parte abbiamo detto una volta, e lo ripetiamo perché è un concetto poco conosciuto e secondo noi abbastanza interessante, che le stesse piante, a contatto con l’uomo, hanno una possibilità di esperire diversamente dalle piante – per esempio – presenti in una foresta.

Le piantagioni, gli orti, anche gli orticelli delle case, in realtà hanno una molto maggiore possibilità di esperire perché sono a contatto con l’uomo e con l’amore che egli mette nel cercare di trarre nutrimento da ciò che coltiva.
D’altra parte, si sa che chi parla alle piante ha una risposta da loro.

D – Perché questo discorso mi è abbastanza chiaro per quanto riguarda il regno vegetale e il regno animale, perché ho l’idea che poi questi corpi muoiono e quindi l’individualità prosegue il suo cammino…

E il minerale no.

D – Ecco! Cosa capita? Cioè, resta vuoto? Cioè, si dissolve quando l’individualità esperisce quel pezzettino da minerale?

Vedi, cara, prendiamo, che so io, un diamante; il fatto che il diamante si frantumi e, quindi, perda la sua connessione attraverso le spinte del tempo o di qualsiasi altro agente esterno, è molto equivalente alla morte dell’individuo, anche se lui non è cosciente; però questo senso di rottura, di separazione, l’avverte, e l’individualità che è collegata a quel diamante acquisirà quell’esperienza, quella sensazione di rottura.
Ora naturalmente tu dici: «Però il diamante vive per centinaia o migliaia di anni», e allora cosa succede? E’ sempre collegata alla stessa individualità, ad esempio, o vi sono altre individualità che si collegano, oppure resta materia senza nessun collegamento?

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D – Eh, ci pensavo. Cioè resta vuoto, io ho pensato. Per un certo periodo magari resta vuoto.

No, non resta mai vuoto per quello che riguarda il piano dei minerali. Vi è sempre, proprio per questa lentezza di evoluzione all’interno del regno minerale, vi è sempre diciamo il contatto con qualche materia akasica in via di sviluppo.

D – Per cui è la materia che lo abbandona, a un certo punto?

Sì, diciamo; più che lo abbandona, che interrompe i collegamenti.
Un punto che va ricordato, però, è questo: per la parte che riguarda quella particolare parte del corpo akasico ciò è vero, ma a livello di minerale non si ha un solo corpo akasico di una sola individualità (e sottolineo che è inesatto parlare di individualità in questo caso), ma si ha un corpo akasico collettivo (ricordate l’anima-gruppo?), o meglio, una porzione di materia akasica che tende ad organizzarsi e che si frantumerà, con i vari passaggi attraverso le esperienze nei regni inferiori, in più corpi akasici, ognuno di essi a capo di un individuo umano

Tutti questi corpi akasici avranno buona parte delle esperienze nei regni inferiori in comune e ciò costituirà, senza dubbio, un collegamento nel loro cammino evolutivo, ma anche esperienze personali risalenti a quella parte di materia akasica da cui provengono, per cui si evolveranno in maniera simile ma non identica tra loro…

Ma qua è un po’ come riuscire a spiegarvi in modo efficace il corpo akasico. Avete le stesse difficoltà di comprensione: il minerale è una cosa così aliena, per voi, come il corpo akasico; e sono concetti che attraverso la vostra mente, i vostri processi mentali, è difficile da immagazzinare e comprendere razionalmente.

D – La materia gassosa non può essere oggetto di incarnazione?

Può essere oggetto di incarnazione, certamente.

D – Sempre a livello minerale?

Sempre a livello minerale.

D – Quindi anche a livello di particelle elementari fisiche?

Ma, direi che a livello di particelle elementari fisiche ritorniamo a quel discorso su cui il nostro amico S. non era d’accordo ma che, secondo me, derivava da una sua cattiva comprensione di un altro insegnamento; si ritorna al discorso della materia disorganizzata all’interno del piano akasico.

Allorché si arriva a una materia così sottile del piano fisico, questa materia così sottile non è più collegata a un’individualità particolare, ma è collegata a materia sottilissima del piano akasico, quindi a una materia che ancora non è organizzata, non fa parte di individualità; ma qua è un discorso difficile da fare perché, allora, bisognerebbe entrare nel discorso degli elementali (si veda allegato a fondo pagina, ndr), nel discorso delle forze della natura e via e via e via, e non è il momento, secondo me. 

Diciamo che, comunque sia, vi è una parte di questa materia che ho chiamato «disorganizzata» sui vari piani di esistenza che fa capo a certe caratteristiche del corpo akasico che non conoscete ancora e che servono come supporto per far sì che il disegno universale segua il suo cammino per quello che riguarda la parte fisica, fisiologica, del disegno stesso: quello che dà le leggi della natura sui vari piani di esistenza.

Ecco, per renderlo il più semplice possibile: certamente è tutto scritto, però è tutto scritto perché avviene anche, e se avviene deve esserci qualcosa che lo aiuta, lo induce ad avvenire, per lo meno guardando dal punto di vista del divenire; quindi delle leggi della materia, delle leggi della natura esistono e queste leggi della natura e della materia sono messe in moto, necessariamente, da particolari forze di cui – ripeto – adesso non è il caso di parlare, anche perché state già facendo molta confusione su quanto detto fino ad ora e, se aggiungiamo anche questo, diventa veramente impossibile uscirne, persino per me. Scifo


Dal Dizionario del Cerchio Firenze 77, edizioni Mediterranee.

SPIRITI Elementari (o Essenze Elementari Improntate)
– Forze intelligenti personificate che si distinguono in “naturali” e “artificiali”. Le “naturali” sono strumenti delle “leggi divine” atti a costituire il veicolo astrale e il veicolo fisico degli individui, in modo consono allo sviluppo da questi conseguito. Governando direttamente la vita della natura, creano l’ambiente adatto all’evoluzione individuale. Le “artificiali” sono quelle che si costituiscono allorché l’uomo formula una imperiosa volontà. L’esistenza e l’azione delle stesse è volta all’attuazione della volontà espressa, 215c.
 
SPIRITI Elementari o Elementali
– Ogniqualvolta si crea l’ambiente favorevole non occorre l’intervento diretto di Dio per creare la vita, ma è la stessa legge insita nella materia a creare la vita.
È altresì vero che quell’ambiente favorevole, quella legge vitale, non è insita solo nella materia visibile ma anche nella parte sottile della materia che sfugge alla vostra vista. Ora, tutte queste meravigliose confluenze di leggi e di forze che creano la vita sono regolate da altrettante forze e altrettante leggi. Possiamo dire che certi elementi grossolani si accostano e compongono in un determinato modo perché esiste una controparte sottile che ne facilita l’accostamento: e sono le forze elementali (o spiriti elementali, nella definizione personalizzata). Ve ne sono moltissime, conosciute sotto varie forme. Sono stati chiamati elementali dell’acqua, del fuoco, della terra e dell’aria – i quattro elementi conosciuti nell’antichità -; e sono stati rappresentati in forma umanoide, alcuni in veste maschile e altri femminile, sempre in una configurazione caratteristica, originale, poiché si capiva, nel dar loro una forma antropomorfica – che non potevano essere uguali agli uomini. Sono stati chiamati gnomi, silfidi, e così via, 41g.

SPIRITI Elementari Artificiali
Gli spiriti elementari artificiali si possono più propriamente definire “essenze elementari improntate”: in definitiva, non sono che forme-pensiero che trovano la loro corrispondenza nel piano astrale, e dal piano astrale al piano fisico (vedi “Forma pensiero”), 43g.
 
SPIRITI Elementari Naturali
Gli abitatori permanenti del piano astrale sono i cosiddetti “spiriti elementari”, (vedi) i quali sono i costruttori della natura, dei corpi astrali, e anche i distruttori (vedi “Aiutatori astrali”) dei corpi astrali abbandonati dagli individui che sono trapassati e poi sono passati dal piano astrale al piano mentale 39g In ogni piano ci sono, diversi per sottigliezza, degli automatismi o essenze elementari o spiriti elementari che governano la vita della natura, creando l’ambiente adatto all’evoluzione individuale. Essi sono strumenti delle leggi divine atti a costituire i veicoli astrale e fisico degli individui in modo consono allo sviluppo da essi conseguito. Certi automatismi, i quali presiederanno alla diversa condizione fisica degli uomini del futuro, giacciono attualmente inattivati. Siccome opereranno anche nel piano astrale, e riguarderanno certe possibilità dell’uomo del futuro attinenti al suo corpo e alla sua persona, e siccome l’uomo attualmente non ha queste possibilità, il loro germoglio, il loro seme è nel piano mentale, quello antecedente per sottigliezza. Voi sapete infatti che tutto ha sempre origine nel piano immediatamente antecedente per sottigliezza, 40g.


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1 commento su “L’organizzarsi della materia akasica attraverso le esperienze [IF25]”

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