L’umano e la Realtà conseguenza dell’incontro tra materia e vibrazione (IIF8)

Introduzione insegnamento filosofico 8/8
Come hanno cercato, con pazienza ineguagliabile, di farvi comprendere le nostre Guide nel corso di questi anni, tutta la Realtà è sorretta e modulata dalla vibrazione che, partendo dall’Assoluto al momento dell’emanazione, inizia a mettere in moto la materia, fino a quel punto inerte, dei vari piani di esistenza. Nello scontrarsi con le varie materie la vibrazione si differenzia, si moltiplica, si modifica facendo scaturire un tessuto di vibrazioni via via più complesse e numerose che finiscono con il costituire la trama su cui la Realtà si costituisce non soltanto nelle sue varie forme, ma anche nelle sue qualità.

Tutto, quindi, affermano i Maestri, può essere riportato al concetto di vibrazione, e seguire il cammino di questa vibrazione sui vari piani di esistenza, esaminandone gli effetti prodotti, è una delle mille maniere per esaminare il grande disegno che l’Assoluto ha emanato. 

[…] Abbiamo, dunque, visto che la materia, da indifferenziata che era, si differenzia grazie all’incontro con la vibrazione, la quale le fornisce la possibilità di aggregarsi in maniere diverse, interagenti tra loro in maniere differenti, fino a costituire quella molteplicità di forme che ognuno di noi, quando è incarnato sul piano fisico, può osservare intorno a .
«Ma – potreste chiedervi, figli e fratelli – se la vibrazione cessasse, cosa accadrebbe?».
Qualcuno tra voi potrebbe rispondere che tutto si fermerebbe, come se si congelasse improvvisamente e il Grande Disegno diventasse improvvisamente statico. Non è così, miei cari: se la vibrazione si fermasse, la materia tornerebbe a perdere coesione e non vi sarebbe nessuna immagine da poter fermare
– perché è la vibrazione che tiene unita la forma,
– è la vibrazione che le conferisce qualità particolari (colore, calore e via dicendo);
– e non solo, ma è la reazione delle possibilità percettive dell’individuo alle vibrazioni che lo circondano che gli fanno percepire la materia che lo circonda in una certa maniera invece che in un’altra.
Immaginate per un attimo di perdere la possibilità di percepire le vibrazioni che, grazie ai vostri strumenti percettivi di tali frequenze, vi offrono la possibilità di vedere le immagini e le caratteristiche che le contraddistinguono: sareste ciechi e non avrebbe alcun significato, per voi, la variazione di un colore non soltanto tra una sfumatura e l’altra dello stesso colore ma, addirittura, tra un colore e l’altro.

E’ evidente, quindi, che la vostra vita di esseri incarnati ha una insostituibile relazione con la vibrazione nel rapportarvi con la realtà che vi circonda.
E fino ad ora abbiamo parlato solamente della vibrazione in relazione a ciò che, comunemente, si intende per materia; ma il discorso, in realtà, è ben più ampio:
– i vostri sentimenti, le vostre emozioni, i vostri desideri sono anch’essi rapportabili insostituibilmente con la vibrazione, in quanto nascono dalla materia astrale che costituisce il vostro corpo astrale e che è sorretta dalle vibrazioni che, sul piano astrale, hanno fatto sì che quel determinato tipo e quella determinata quantità di materia astrale si collegasse al vostro corpo fisico per accompagnarvi nel corso di quel vostro momento di immersione nella materia fisica.
– E altrettanto, miei cari, è valido per i vostri pensieri, per i vostri ragionamenti, i quali vengono messi in essere dalle vibrazioni che hanno radunato e messo in movimento la materia che costituisce il vostro corpo mentale.

Una domanda da porsi, secondo me, è la seguente: «se i corpi inferiori (il mentale, l’astrale e il fisico) sono, come appare logico a questo punto dell’insegnamento, una conseguenza vibratoria delle vibrazioni del corpo immediatamente precedente, cioè quello akasico, quello della coscienza, allora questa catena vibratoria che dal corpo akasico arriva a interagire nel mondo fisico grazie ai tre corpi inferiori, è percorribile per entrare in contatto con la propria coscienza e, quindi, con la propria evoluzione?».

E’ evidente, fratelli, che non può che essere così e, se ci pensate bene, cos’altro è il nostro suggerirvi di conoscere voi stessi attraverso l’osservazione, se non l’indicarvi il cammino che da voi stessi, sul piano fisico, può condurvi a riconoscere la vostra comprensione sul piano akasico?
Quello che non riuscite bene ad afferrare, e che dà il senso a quest’osservazione che noi così spesso vi proponiamo come via per migliorare voi stessi, è che il cammino tra il corpo fisico e quello akasico non ha una direzione o un percorso che si inoltra sempre lungo gli stessi binari, ma costituisce un ciclo che non si snoda mai esattamente lungo gli stessi argini.

Cercherò di spiegarmi meglio, per quanto possa essere possibile: il fatto stesso di osservare e riconoscere le vostre vibrazioni fisiche, astrali e mentali (perché di questo è fatto l’osservare voi stessi) non lascia immutate queste vibrazioni ma, poco alla volta, le modifica, cosicché, arrivate al vostro corpo akasico, vengono ad essere modificate anche le vibrazioni che lo compongono (procedimento che noi abbiamo definito «comprensione») e che si riflettono in maniera diversa verso i corpi inferiori provocando diverse vibrazioni astrali e mentali che, arrivate sul piano fisico, indurranno un diverso modo di osservare se stessi (ciò che voi osservate come cambiamenti del vostro carattere e del vostro modo di interagire con la realtà che vi circonda).
E’, insomma, come diciamo spesso, un circolo che si autoalimenta in maniera sempre diversa, il cui risultato è quello di indurre, vita dopo vita, una sempre maggiore strutturazione del vostro corpo akasico e, cioè, una sempre maggiore comprensione dalla quale scaturisce un sempre più ampio sentire.

Voi sapete che in natura esistono cicli che governano la vita stessa del vostro pianeta, sempre collegati tra di loro: dai cicli di rotazione del vostro pianeta intorno al sole nascono i cicli delle stagioni, dai cicli delle stagioni nascono i cicli della riproduzione delle forme di vita, dai cicli della riproduzione delle forme di vita nascono i cicli delle vite individuali e via dicendo, ma esistono anche cicli biologici e cicli fisiologici che permettono l’esistenza stessa della vita e il suo dipanarsi nelle varie forme.
Pensateci un attimo, miei cari, e capirete che tutti questi cicli, in realtà, non sono altro che vibrazioni, riconducibili ad altre vibrazioni, interne o esterne, e questa visione potrà aiutarvi a comprenderci quando noi diciamo che tutto è vibrazione, perfino la vita stessa.

Limitando il nostro parlare all’individuo, per cercare di creare una scenografia più comprensibile dell’immenso teatro in cui si svolgono le nostre vite, possiamo affermare che ogni individuo incarnato è costituito da cicli ben precisi (affettivi, emotivi, intellettivi e via dicendo), osservando i quali è possibile arrivare alla sua radice che, apparentemente, risiede in quello che è il suo corpo akasico.
In realtà, figli nostri, comprendere il ciclo che porta, spesso con fatica e dolore, alla comprensione che soltanto un corpo akasico strutturato può fornire, è solo un trampolino per riagganciarsi all’altro grande ciclo che, dalla vibrazione akasica, porterà, inevitabilmente, all’entrare in contatto e a riconoscere la «vibrazione prima», la quale condurrà ognuno di noi e di voi per mano fino alla fusione con gli altri fratelli, in cicli sempre più ampi, fino a giungere alla fusione nel seno di quel Tutto Uno Assoluto che contiene e causa tutte le vibrazioni pur trascendendole. Baba


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