Medium e sensitivi: i molti malintesi [ms1]

D – Parlaci di medium, di sensitivi
Eh, che compito difficile questo! Qua siete, più o meno, una cinquantina (di persone) e su 50 ce ne saranno… 48 che hanno facoltà paranormali, 45 che sono sensitivi, 43 che sono maghi e una buona decina che saranno medium.

Già qua c’è da chiedersi come mai questa differenza di proporzioni, ma forse si capirà poi parlando della cosa, no? Ma quello che ci interessa di più questa sera – anche perché dei maghi ne parleremo di più nel prossimo incontro – è soffermarci un attimo sul sensitivo, sulla figura del sensitivo e sulla figura del medium

C’è molta confusione nell’ambiente su questi termini; in eccesso di «primadonnismo» molti tengono a essere sia sensitivi che medium, il che non sta mai male: meglio abbondare piuttosto che mancare di qualche attributo, c’est vrai? Ma in realtà non è che si abbia molto chiara poi che differenza ci sia fra queste due figure; vediamo allora di cercare di farvela capire. 

Il sensitivo

Il sensitivo è una persona che ha particolari qualità dei suoi corpi inferiori – e qualche volta anche dei corpi superiori, in casi molto rari – che gli permettono di usare facoltà che appartengono a questi corpi che non sono quello fisico; cosicché vi è chi riesce – in teoria, naturalmente  – a percepire pensieri degli altri, vi è chi riesce, attraverso il corpo astrale, a percepire le emozioni, le sensazioni delle altre persone o di un ambiente in cui è successo qualcosa di emotivamente forte, dove è successo, per esempio, qualche delitto.

Vi è la persona che ha la capacità di usare certe facoltà del corpo mentale e allora, magari, riesce a leggere in un libro chiuso o riesce, in qualche modo, a osservare i fotogrammi della realtà e a guardare indietro nel passato o avanti nel futuro. 

Queste, però, sono tutte doti tipiche dei corpi di quell’individuo, che gli appartengono, che devono essere messe in moto dalla volontà dell’individuo, e che l’individuo possiede, quasi sempre – tranne nei casi di grandissima evoluzione – allo scopo di adoperare queste possibilità, che possiede a differenza degli altri esseri incarnati, per diventare un personaggio a disposizione di altri personaggi che hanno bisogno di aiuto e che, magari, in qualche modo, possono ricevere un beneficio da queste qualità.

Il medium

Voi direte: «Be’, più o meno è un medium», ma lo è? Perché il medium non è necessariamente una persona sensitiva; non necessariamente, anche se accade molto spesso che il medium, al di là degli incontri, delle sedute, abbia dei fenomeni particolari o delle percezioni particolari. 

Il vero medium non è quello che, di punto in bianco, decide: «Vado in trance, faccio una seduta», pas vrai? Il vero medium, come lo intendiamo noi, è quello che si mette a disposizione e diventa la famosa «canna vuota» degli indiani (degli indiani dell’India e non degli indiani d’America, anche se vi era qualche cosa di analogo anche in quella cultura) affinché le vibrazioni di Entità disincarnate di una certa evoluzione riescano a ricoprirsi di materia fino ad arrivare a manifestarsi all’interno del piano fisico. 

Quindi il vero medium è quello che sa essere uno strumento di una volontà non sua in partenza; in qualche modo, cioè, mette in atto quel «sia fatta la vostra volontà e non la mia» di cui è stato parlato ultimamente parecchie volte dalle nostre grandissime Guide. Bien?

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Motivi di confusione

Ora dov’è che si pone il problema, si pone la confusione tra queste due possibilità? Si pone nel fatto che la persona sensitiva, in certe condizioni di interiorità ha la possibilità di percepire, di mettersi in contatto magari, con entità dei piani inferiori che hanno abbandonato il piano fisico, c’est vrai? 

E allora, magari, percepisce le parole o i desideri, o le emozioni di un’entità che è morta da poco; ma, a differenza di quello che accade con il medium, in cui l’entità che viene e che parla viene di «sua» volontà e dice quello che vuole dire, per quello che riguarda il sensitivo non è che l’entità che percepisce intenda parlare, accade che la persona percepisca questa entità, senta il suo desiderio, senta magari i suoi bisogni, e in qualche modo li recepisca, li introietti e li porti a manifestarsi all’interno del piano fisico.

Voi direte: «Mais, queste persone però vanno in trance, queste persone parlano direttamente: il figlio parla con la propria madre, il fratello parla con l’altro fratello» e via dicendo. 

Noi vi diciamo: «Bien, state molto attenti a questo tipo di manifestazioni perché, al di là dei moltissimi casi di frodi in cui ciò avviene, la maggioranza di questi casi risale appunto ad un meccanismo come quello di cui parlavo prima, ovvero il sensitivo percepisce, si mette in contatto tramite i suoi corpi non fisici con una determinata entità, percepisce ciò che questa entità in quel momento sta pensando, sta desiderando, sta sognando, e che cosa fa? 

La comunica alla persona che gli sta accanto; però, siccome vi è sempre la paura di non essere creduti, vi è sempre una certa reticenza – anche per paura di sbagliare o di fare del male – allora l’inconscio mette in atto dei meccanismi che fan sì che il sensitivo simuli in qualche modo una trance, di cui lui magari non è consapevole – di questa simulazione – ma è il suo inconscio che mette in movimento questo apparato scenico per nascondersi in qualche modo e far sì da poter sempre, all’ipotetico risveglio, di poter scaricare le sue responsabilità dicendo: «Ma è quello che è venuto, io non c’entro niente, è venuto perché un’entità l’ha comunicato». Avete capito o volete qualche chiarimento su questo? 

Ecco quello che noi vorremmo che voi comprendeste, poiché siete spesso a contatto con questo tipo di manifestazioni, che non vi illudeste troppo; perché, vedete, qualche rara volta accade che l’entità che ha abbandonato il piano fisico riesca, sotto lo sforzo del suo desiderio e con la possibilità di incontrare il canale, a mettersi in contatto con i propri cari direttamente, mais il 99,9% dei casi o si tratta di malafede da parte di chi mette in atto questo contatto oppure si tratta, ripeto, sì di un contatto ma involontario, in cui vi è la percezione di qualche elemento – da parte del sensitivo – dell’entità con cui si vorrebbe mettere in contatto e qua, allora, si complica molto la cosa, a questo punto.

Perché vedete, miei cari, la persona che si rivolge in questi casi ai sensitivi lo fa, molte volte, sulla spinta di dolore, di tormenti che non riesce a superare per la perdita di una persona amata e, in qualche modo finisce per mettersi in completa balia dell’altra persona, se l’altra persona asseconda questi suoi desideri, ma quest’altra persona non ha un controllo completo delle proprie facoltà; non lo ha perché, altrimenti, già in partenza non si comporterebbe in un certo modo. 

Il fatto di non avere le sue capacità affinate, il fatto di non essere sempre in grado di fare ciò che vuole, mettersi in contatto con ciò che vuole, le rende possibile mettersi in comunicazione non con l’entità che sta cercando, mais magari con un’entità che ha voglia di divertirsi in quel momento e quindi si comporta in modo fraudolento già in partenza; oppure, caso che succede ancora più frequentemente, sbaglia fotogramma e allora si mette in contatto con un fotogramma che esiste mais che non è stato vissuto dall’entità. 

Certo, qua la cosa si complica e molti di voi non sapranno neppure di che cosa sto parlando, ma quello che vorrei farvi capire è che queste facoltà non sono una cosa precisa e precisamente governabili da parte di chi le usa, anzi sono molto aleatorie e non basta il desiderio perché il fenomeno e il contatto avvenga.

Quindi cercate tutti sempre di stare molto attenti di fronte a persone che mettono in moto queste facoltà e specialmente se siete voi a cercare di raggiungere questi obbiettivi, queste capacità, cercate sempre di fare quanto meno in modo tale da essere sicuri che le vostre intenzioni siano sincere. Certamente non è possibile che siate sicuri al 100%, mais cercate per lo meno di arrivare verso l’80, il 90%; allora forse le cose saranno più facili e potranno risultare meno dannose o dolorose per le persone coinvolte nel discorso. Margeri 


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5 commenti su “Medium e sensitivi: i molti malintesi [ms1]”

  1. Grazie 🙏 e pace a Margeri , si può condividere ? Anche in Fb ? Trovo tanti gruppi in rete pieni di pseudo o presunti sensitivi / medium

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  2. Ho conosciuto ed utilizzato in questi giorni un rabdomante.
    Un uomo sulla settantina, umile e discreto, che non sa nemmeno lui come possa accadere il fenomeno e che quando accade ti guarda con sguardo interrogativo, quasi di stupore.
    Mi sembra una canna vuota, mi fido, ma forse è più un sensitivo perché le canne vuote sono i medium, pardon.

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