Il corpo akasico e i meccanismi della fecondazione [IF23]

Cosa succede allorché sta per avvenire la fecondazione? Sia l’ovulo che lo spermatozoo, così come i capelli, la saliva o altro, sono parti di materia che l’individuo, nel suo laboratorio interno, elabora e poi espelle in quanto necessari ad espletare determinate funzioni o determinati cicli, o necessità biologico-evolutive della specie.

A queste parti è associata sì della materia akasica, ma è materia akasica indifferenziata e non strutturata, non appartenente in realtà all’individualità a cui apparteneva l’ovulo in partenza. Capite cosa intendo dire? Cerco di spiegarmi meglio: non è facile farvi comprendere!

Noi abbiamo un corpo akasico, astrale, mentale, fisico, per ogni individualità; supponiamo che sia una donna. La donna, una volta al mese più o meno, per necessità biologiche e di evoluzione, di continuazione della specie, emette per un certo periodo di anni un ovulo. 

Quest’ovulo è costituito dalle materie dei vari piani, perché non vi è nulla che non sia costituito dalla materia di tutti i piani, però è praticamente aggregata al nuovo ovulo attraverso ai meccanismi, ai processi dell’individualità; allo stesso modo come potrebbe essere la vostra saliva, la quale non ha una parte del vostro corpo akasico, ma è materia dei vari piani aggregata per essere espulsa e continua a restare indifferenziata, pur includendo della materia akasica che non appartiene ad una individualità particolare. 

Semmai, se proprio si vuol dire, è una parte di materia che contiene della materia akasica appartenente «al grande tappeto», quindi alla comunità di tutta la realtà che comprende tutto il piano akasico, tutta la materia akasica. Sono stato più chiaro così?

La stessa cosa, naturalmente, vale per il maschietto, il quale crea, dà il via allo spermatozoo e questo spermatozoo – come dicemmo una volta – incomincia il suo cammino verso l’ovulo.

Ora, una cosa è da sottolineare – per amore dell’altro strumento – in questo meccanismo, ovvero il fatto che il corpo akasico della nuova individualità che si andrà a manifestare sul piano fisico si mette in contatto per prima cosa con la madre dell’individuo che si va formando: si metterà in contatto con quell’ovulo che sta per essere in qualche modo estromesso (fine di un processo) dalla madre; e quindi la donna, l’essere femminile, senza dubbio acquista un’importanza primaria, precedente rispetto a quella maschile.

E questo concetto, se ci pensate bene, è legato al concetto degli antichi della Grande Madre; questo perché, attraverso cognizioni provenienti anche da altre antiche civiltà – la mia (atlantidea, ndr), ad esempio – era nata questa concezione del femminile come prima parte della specie umana che si metteva a contatto con la realtà ultrasensibile per dare il via a quel fenomeno misterioso che era una nuova vita sul piano fisico. 

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Naturalmente abbiamo detto che il corpo akasico si mette in contatto con questo ovulo, e cosa fa? Non fa – come dicevate voi – vibrare l’ovulo: non ho detto che fa vibrare l’ovulo, ho detto che crea un alone vibratorio attorno all’ovulo ed è ben diverso il discorso.

Quell’ovulo di per , essendo materia indifferenziata in partenza, ha già una sua vibrazione particolare che è quella che, necessariamente, deve avere per avere le sue qualità di ovulo, altrimenti non sarebbe un ovulo se vibrasse in una maniera diversa.
Potrebbe avere – sì, certo – delle variazioni di vibrazione all’interno di una certa gamma; però, senza dubbio, se deve attirare quello spermatozoo e nessun altro che quello, sarebbe un po’ difficile e complicato riuscire a produrre un ovulo, quell’ovulo particolare, con quel particolare codice vibratorio. Giusto?
Molto più semplice, invece, creare questo alone di attrazione vibratoria intorno all’ovulo. 

Questo alone attira quel particolare spermatozoo che ha vibrazioni complementari e attrattive nei confronti delle vibrazioni dell’ovulo, viene a contatto con l’ovulo, le vibrazioni respingono gli altri spermatozoi – tanto è vero che non riescono assolutamente a penetrare nell’ovulo – e quest’ultimo «fortunato» (si vedrà poi, nel tempo, se e vero!) pianterà la sua bandiera da conquistatore all’interno dell’ovulo, dando il via ad una nuova vita, ora maschile ora femminile a seconda delle necessità, delle esigenze del corpo akasico che si andrà ad incarnare.

D – Scifo, scusa; e lì che c’è un punto importante: perché quello spermatozoo?

Perché proprio quel tipo di spermatozoo… 
Diciamo che il corpo akasico emette delle vibrazioni attorno all’ovulo, però la scelta del momento in cui questo avviene sul piano fisico è fatta in funzione del «disegno» e, quindi, deve essere fatta nel momento in cui vi è lo spermatozoo corrispondente che possa fecondare l’ovulo, altrimenti potrebbero esserci 10.000 ovuli e 10 miliardi di spermatozoi che non vi sarebbe nessuna riproduzione.

Anzi, se proprio si volesse essere più precisi, si potrebbe presupporre che sia l’ovulo, con la vibrazione connessa (perché, per attirare quello spermatozoo, possa in qualche modo dare un segnale agli spermatozoi del maschio prima che essi siano emessi e mettano in moto quello spermatozoo) sa far sì che proprio quello spermatozoo sia compreso in quell’emissione, ad esempio. Pensateci. Scifo


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2 commenti su “Il corpo akasico e i meccanismi della fecondazione [IF23]”

  1. Molto belle le origini terrene dell archetipo della Dea Madre.

    Stupefacente come nel Grande Disegno tutto segua una logica ineccepibile, impossibile da immaginare a menti umane.

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