Il processo evolutivo della coscienza, della forma e della materia [evo1]

Il contenuto in sintesi
Primo di una serie di tre post sul tema dell’evoluzione. Baba spiega con la consueta chiarezza e semplicità uno dei pilastri dell’insegnamento filosofico.

Nel fantasmagorico scenario che l’Assoluto ha sognato per rappresentare la Realtà sul palcoscenico del suo immenso teatro, il concetto di evoluzione può essere assimilato al canovaccio che, in qualche maniera, stabilisce il binario, il percorso obbligato lungo il quale la storia e gli intrecci che la compongono debbono incanalarsi.

È difficoltoso, per voi che osservate dal relativo, comprendere la logica del “Tutto È”, cioè del fatto che tutto esiste già nella sua interezza e appare come un quadro già, comunque, dipinto. È per questo motivo, figli e fratelli, che per spiegarvi lo sviluppo della Realtà siamo partiti dal vostro punto di vista, ovvero dal punto di vista dello spettatore che osserva la recita, vive e interagisce con la storia e gli attori che di volta in volta salgono sul palco, e si rende solo vagamente conto che, in realtà, la storia è già tutta esistente, fin nel suo più piccolo dettaglio, nella mente di chi ha ideato la trama, la scenografia e la regia.

Nel timore che voi poteste non accettare o non comprendere fino in fondo quanto noi vi andiamo dicendo da così tanto tempo, vi abbiamo parlato dell’evoluzione come di un raggiungimento di uno stadio diverso da quello di partenza, poco evidenziando il fatto che anche l’evoluzione è un’illusione. D’altra parte, figli nostri, colui che è immerso nell’illusione del divenire pensa e agisce nel divenire in maniera così coinvolgente che ha ben poca importanza, per lui, capire correttamente che quel divenire è un’illusione (e con esso la sofferenza e le problematiche interiori) la quale cadrà nel momento in cui il suo sentire si sarà strutturato in maniera tale da permettergli di riguardare con occhi più consapevoli non solo la sua esistenza ma il divenire stesso.

Questa è una tappa futura obbligatoria nel dipanarsi dell’evoluzione, ma per arrivare a essa è necessario attraversare l’illusione con tutte le sue problematiche, e il nostro compito, in questi anni d’insegnamento presso di voi, è stato proprio quello di cercare di farvi comprendere che, comunque sia, l’illusione non è vuota e priva di significato, ma esiste come fase necessaria e indispensabile all’esistenza della Realtà.

Osserviamo, perciò, l’evoluzione, riguardandola dalla prospettiva del divenire pur restando consapevoli che il divenire stesso, a un certo punto, finirà con il rilevarsi un’illusione.

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All’interno del divenire tutto è compenetrato, tutto interagisce e ogni effetto possiede una causa, così come ogni causa produce un effetto. Non è privo di difficoltà, figli nostri, riuscire a darvi una visione completa e complessiva del divenire, ed è ancora più difficile indurvi a rinunciare alle vostre abitudini di pensiero che tendono a farvi incasellare in categorie a stanti gli elementi che acquisite.

L’evoluzione comprende una miriade di elementi che si intersecano tra di loro, interagendo, e vorremmo che nel momento in cui noi vi parliamo di tre fasi dell’evoluzione (evoluzione della forma, evoluzione della materia ed evoluzione della coscienza) voi non pensaste che esse siano fasi distinte tra di loro o susseguenti l’una all’altra: esse sono in relazione tra di loro e, in buona parte, agiscono contemporaneamente e in maniera inscindibile, al punto che, senza una di esse, le altre non solo perdono la loro realtà, ma si trovano anche a essere mancanti del loro scopo e degli elementi indispensabili per poter costruire l’evoluzione stessa.

L’evoluzione della coscienza ha la sua ragione d’essere nella necessità di ampliare il sentire individuale, portandolo a un contatto via via più diretto con il riconoscimento e il superamento dell’illusione. Tuttavia, se non vi fosse l’evoluzione della forma l’individualità non avrebbe gli strumenti a lei più idonei per evolvere la sua coscienza, così come, se non vi fosse l’evoluzione della materia, la forma non riuscirebbe a evolvere e, di conseguenza, non vi potrebbe essere evoluzione della coscienza.

Cerchiamo, fratelli, di spiegare nel modo più semplice cosa intendiamo per evoluzione della forma e della materia.

Con “evoluzione della forma” intendiamo dire che, al fine di poter interagire con le esperienze che l’individuo deve affrontare (mettendo in atto l’evoluzione raggiunta e tendendo al suo ampliamento), egli deve avere gli strumenti adatti.
È necessario, quindi, che sul piano fisico l’individuo trovi dei veicoli commisurati a quella che è la sua evoluzione. Ma, affinché ciò accada, è indispensabile che questi veicoli fisici possano essere disponibili: il corpo del troglodita era in grado di esprimere l’evoluzione che il troglodita possedeva, ma non sarebbe mai stato in grado di esprimere la sensibilità espressa dall’evoluzione che possedeva, ad esempio, un Leonardo Da Vinci.

Ecco così che, per ottenere un veicolo più adatto a esprimere un sentire più raffinato, diversi fattori si mettono in movimento: ad esempio le leggi fisiche della natura che inducono modificazioni sul corpo fisico, o le condizioni ambientali che, alla lunga, influiscono sia sulla fisiologia dell’individuo, sia sullo scenario sociale in cui egli si trova a dover fare esperienza.

Vedete, cari, in qualche modo il concetto di Darwin sull’evoluzione della specie è da noi confermato per quanto riguarda l’evoluzione della forma, tuttavia nella nostra concezione di evoluzione vi è una differenza sostanziale che, pur non disconoscendo la realtà, ad esempio, delle modifiche genetiche quali mezzi di cambiamento del veicolo umano (e non solo umano ma, anche, vegetale e animale), tuttavia non accetta il meccanicismo che questa concezione può indurre ad abbracciare, ma individua una finalità ben precisa verso la quale il processo evolutivo della forma tende (ovvero la costituzione di un veicolo fisico adatto a esprimere il sentire raggiunto) e un elemento logico scatenante il processo stesso della trasformazione (ovvero la necessità di adeguare il corpo fisico ai bisogni evolutivi di chi lo anima).

È in questo contesto che va considerata anche l’evoluzione della materia: voi sapete che l’individuo non è formato solo dal corpo fisico e dalla materia fisica che lo compone, ma che possiede anche un corpo di materia astrale che lo mette in grado di desiderare e di provare emozioni, e uno di materia mentale che gli conferisce la capacità di ragionare ed elaborare logicamente ciò con cui entra in contatto nell’attraversare le esperienze della sua vita.

Ora, questi corpi nascono come conseguenza di quello che è il sentire raggiunto dall’individuo e cambiano di vita in vita (quindi, in un certo senso, evolvono) formandosi con materia astrale e mentale sempre più raffinata.

Immaginate tutto il procedimento evolutivo come una sorta di circolo che si ripete simile ogni volta ma mai uguale: ad ogni immersione nei piani inferiori il corpo akasico crea i nuovi corpi dell’individuo sulla base del sentire che ha raggiunto; questi nuovi corpi contribuiscono a formare l’ambiente psico-sociale in cui l’individuo agisce; l’ambiente psico-sociale si somma a quello fisico per creare i presupposti adatti all’evoluzione dell’intera razza, portandola ad ampliare il sentire di ogni individuo che lo compone.

Questo nuovo sentire ricomincerà il ciclo incarnativo successivo dando il via a un nuovo moltiplicarsi di effetti partendo, però, da un punto di partenza diverso da quello precedente che porterà alla necessità di usare diversa materia astrale e diversa materia mentale e, di conseguenza, diversa materia fisica e diverso veicolo fisico.

In ultima analisi noi affermiamo che è lo spirito che, al fine di ampliare il suo sentire, produce degli effetti che si ripercuotono nelle materie dei piani mentale, astrale e fisico, dando il via a un susseguirsi di effetti che porteranno al punto di indurre modifiche perfino nello sviluppo del corpo fisico della razza umana, non casualmente, non meccanicisticamente bensì adeguandosi al tessuto della Realtà e tendendo al fine ben preciso di un proprio ampliamento.

È evidente, figli e fratelli, che se così non fosse e se la modifica del corpo fisico, nei millenni, avesse dovuto soggiacere soltanto a casuali modifiche genetiche indotte dall’ambiente o dalla combinazione dei geni dominanti, la razza umana sarebbe ormai scomparsa dalla faccia della Terra, oppure vi sarebbe una grandissima uniformità di corpi fisici e di capacità mentali ed emotive… ed è evidente che così, per fortuna, non è!

Nel fantasmagorico scenario che l’Assoluto ha sognato per rappresentare la Realtà sul palcoscenico del suo immenso teatro, è a nostro conforto la consapevolezza che non esistono comparse ma che tutti, e nella stessa misura, siamo protagonisti insostituibili della sua Realtà. Baba


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3 commenti su “Il processo evolutivo della coscienza, della forma e della materia [evo1]”

  1. Quando si afferma che il divenire è un’illusione non si vuole dare un giudizio di valore negativo, ma solo affermare che la base del mondo del divenire è “vuota” e per questo non men degna di essere vissuta.
    Affiora in questi passaggi la necessità di tenere insieme, per non perdere l’unità del Reale, Essere e divenire.

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  2. Questo insegnamento è di importanza fondamentale per comprendere l’evoluzione di coscienza, che in ultima analisi è illusoria

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  3. Mi viene da considerare l’illusione del divenire come quella relativa all’illusorieta che sia il sole a girare attorno alla terra.
    Pur sapendo che non è così, osserviamo le albe e i tramonti come se il sole davvero nascesse e scomparisse ogni giorno.
    Per quanto riguarda il concetto di evoluzione, evoluzione di forma e materia sono strettamente congiunti.

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