La fede che ci sostanzia (2)

Certo, guardandovi in giro e osservando il mondo che vi circonda, sembra esservi un’enorme carenza di fede.
Avere fede in chi, in che cosa – vi chiedete – ed osservate la società così come è strutturata, una società in cui quello che conta è il possedere, il mettere da parte, l’ammucchiare, lo spendere per comprare cose piacevoli – magari – ma inutili.

Avere fede in chi, in che cosa, quando basta aprire le vostre televisioni o i vostri quotidiani per scoprire che la malafede impera ovunque.
Avere fede in che cosa, nella fratellanza, nell’unione con le altre creature? Guardatevi in giro: un pazzo che uccide o ferisce più persone è diverso nel trattamento soltanto per il fatto che sia un pazzo “bianco” o un pazzo “di colore”. E quante persone sono pronte con maggiore ira, con maggiore veemenza, per dar scarico alle frustrazioni, a scagliarsi contro il pazzo di colore piuttosto che contro il pazzo bianco, quelle stesse persone che – magari – quindici giorni dopo andranno in estasi per il “goal” di un Gullit?

Avrei potuto ironizzare molto su questi argomenti, invece è con una certa tristezza, contrariamente al mio solito, che mi soffermo su di essi, in quanto pur sapendo che tutto questo è necessario all’evolversi non solo della razza vecchia ma in particolare della razza nuova, mi rattrista vedere come ogni razza, alla fin fine, debba passare attraverso a certe esperienze, tristi, dure da accettare eppure necessarie per la comprensione.

E necessarie proprio, creature, alla fin fine per che cosa? Per arrivare a guardarvi in giro e rendervi conto che, anche se non volete accettarlo, anche se non volete comprenderlo, anche se cercate di rifiutarlo, anche se vi dibattete come pesci presi all’amo, in realtà in voi la fede esiste.

Nel vostro più profondo, in quella perla sepolta nella vostra interiorità, la fede che andate cercando, e che rifiutate, e che non accettate, e che non avete il coraggio di presentare di fronte agli altri ed a voi stessi, esiste, è presente e governa ogni vostro modo di essere, trascinandovi in mezzo alla strada quando non volete camminare, spingendovi quando volete fermarvi, abbracciandovi e dandovi consolazione quando vi avvicinate, lentamente, alla disperazione.

Io sono certo, creature, ne sono sicuro, ho fede in quanto dico che tempo verrà in cui vi sarà il passaggio tra lo stato attuale di confusione dell’uomo ad uno stato di felicità, ad uno stato di serenità, ad uno stato di fiducia e, quindi, di fede non soltanto in se stessi ed in una divinità che sembra sfuggire, ma negli altri uomini che stanno attorno.

Io credo, creature, che il buon senso, la fratellanza, l’amore prevarranno alla fin fine su tutto ciò che intorno a voi, ora come ora, sembra essere più importante di qualsiasi altra cosa. Scifo

Dio mio, io Ti cerco, ma qualche cosa in me, fa sì che io non Ti riconosca.

Eppure la mia ricerca continua, non mi fermo un attimo, ed anche quando non me ne rendo conto, i miei occhi si posano intorno al mondo cercando in esso i segni della Tua presenza.

Dio mio, com’è possibile – a volte mi chiedo – continuare a cercarTi, presumendo che Tu esista quando vedo intorno a me tante cose che potrebbero farmi pensare e credere che la Tua esistenza sia simile all’esistenza di quella chimera che c’era e non c’era, che tutti cercavano e nessuno mai trovava, e che si rivelava, alla fine, essere soltanto un miraggio, un’illusione?

Eppure, Dio mio, io continuo, malgrado tutto e contro tutto, anche contro me stesso, a volte, a cercarTi.

Com’è possibile questo, Padre? Che senso ha questa mia ricerca, se ogni logica, ogni ragione, ogni pensiero, ogni sentimento mi dovrebbero invece portare a diventare completamente ateo? Anonimo

Figlio mio, mio piccolo figlio, mio piccolo dolce figlio che ti senti abbandonato, abbandonato a te stesso e perso in un mondo che sembra non appartenerti.

Figlio mio che ti chiedi il perché di questa tua affannosa, ansiosa ricerca che sembra già fallita in partenza.

Figlio mio che ti chiedi come mai continui a ricercarmi malgrado tutto… il fatto è che la ricerca è qualche cosa che ti appartiene così intimamente, è così intimamente legata a te che non potrai mai scioglierti da essa; e come potrebbe d’altra parte essere diversamente se Io sono in te, se Io sono al tuo interno e se tu appartieni a me, se Io costituisco te e tutti gli altri fratelli che con te vivono nel mondo che vi circonda?

Fermati un attimo figlio, chiudi gli occhi, lascia per qualche secondo fuori della tua mente e da te stesso gli avvenimenti che ti circondano, cerca di ascoltare non il silenzio ma quella vibrazione che in te giace, e che pure, pur essendo nascosta nel tuo intimo sentire, vibra in maniera tale da condizionare tutto il tuo essere.

Ascolta quella dolcezza che senti venire dentro di te nei momenti in cui meno te lo aspetti, ascolta quel desiderio che ti prende, in alcuni momenti, di porgere la mano all’altro; odi le lacrime che sgorgano dai tuoi occhi per un momento di felicità inaspettata.

Renditi conto che tutte queste piccole cose sono per te, per la tua ricerca, gli effetti di quella vibrazione che dentro di te si muove e che cerca di spingerti a trovare ciò che sei davvero.

Perché solo allora, figlio, soltanto allorché tu scoprirai ciò che sei veramente dopo esserti tolto tutte le maschere che celano il tuo vero essere, soltanto allora scoprirai che la tua fede esisteva e che era riposta in te, e che, essendo riposta in te, amato figlio, ti parlava di me, di me che sono nascosto nel tuo profondo così come nel profondo di ogni essere, attraverso a quella piccola scintilla che di me fa parte, e che ti unisce come essenza a tutti gli altri tuoi fratelli.

Cercami, figlio, continua a cercarmi e senza dubbio verrà il giorno, giorno verrà che tu mi troverai. Pace. Anonimo

Noi tutti, ormai, sappiamo che Egli nei suoi infiniti attributi è Amore, Amore Assoluto, e ognuno di noi rappresenta una piccolissima parte di quell’Amore, al punto da poter affermare:

Io sono una piccola goccia di quell’Amore che vorrei possedere ed offrire agli altri, e sono consapevole che è imparando a donare agli altri quella piccola quantità di Amore che mi appartiene, che potrò avvicinarmi a quella meta che mi sembra, ora, così lontana: io so che amando gli altri, magari cominciando con qualche piccolo sforzo per superare le inevitabili antipatie che potrò incontrare sulla mia strada, imparerò a non aspettarmi nulla in cambio.

E già, figli amatissimi, questo è un punto che spesso si dimentica, anche se le motivazioni per cui questo accade sono chiare e lapalissiane: per imparare ad amare veramente non ci si deve aspettare nulla in cambio.

Per comprendere questo, guardate e rendetevi consapevoli di quanto Dio ci ama, non aumentando o diminuendo mai la quantità di Amore per ognuno di noi, relativamente ai nostri comportamenti: anche quando noi sbagliamo, consapevoli dei nostri limiti di egoismo (il più grande, naturalmente) Egli continua ad amarci allo stesso modo.

Forse che ci toglie (e, badate bene, dovrebbe farlo per ogni singolo che sbaglia) il calore del sole, la bellezza del mare, il colore dei fiori, il profumo dell’aria, gli occhi radiosi di chi, anche solo per un attimo, è felice?

No, mai, mai è accaduto e mai accadrà.

Allora perché non imparare anche noi; nel nostro piccolo, limitatamente a quello che siamo in grado attualmente di operare, a fare altrettanto?

Forse avete visto un vostro fratello ricevere da Dio qualcosa in più rispetto a quello che è stato dato a voi? No, anche questo non è mai accaduto e mai accadrà!

La differenza può risiedere nel fatto che una persona è in grado di “sentire” di più o di meno quello che sta ricevendo, ma non certamente nel fatto che quanto viene dato sia di più o di meno.

E allora, ancora, perché non imparare ad osservare, a sentire di più quello che gli altri stanno cercando di donarci? Perché sempre, comunque, in ogni situazione che state vivendo, c’è sempre qualcuno che vi offre qualcosa.

Quando, poi, i vostri sensi dell’Amore si saranno affinati, quando avrete una più ampia capacità di sentire e questo Amore farà parte di voi, allora, tutto sarà più facile, e l’Amore fluirà in voi, con voi e per voi, riempiendovi di gioia, e vi sentirete gratificati soltanto da quella capacità di amare veramente che, sola e unica, vi renderà grazie del vostro esistere. Michel


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4 commenti su “La fede che ci sostanzia (2)”

  1. Sono convinta che la fede ci sostanzia ed esiste in ciascuno di noi, che ne siamo consapevoli o meno. Certo che amare senza aspettarsi nulla in cambio è il cammino che noi chiamiamo procedere da ego ad amore, è un percorso, passo dopo passo. Quando il traguardo sarà più vicino l’io sarà veramente messo da parte.

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