La libertà cresce con l’evoluzione del sentire (l3)

Della nostra vita è tutto scritto? Il nostro presente, il nostro passato, il nostro futuro?
Sì, in un certo senso sì. Facciamo un esempio: nel corso di un’esistenza, mettiamo di settantanni come media, vi sono delle cose che l’individuo deve fare obbligatoriamente, mettiamo che è scritto che deve andare all’università e laurearsi in fisica, allora lo fa, c’è scritto che deve sposarsi e avere dei figli, allora lo fa e così via, poi vi sono invece tante piccole cose, tante piccole scelte che dipendono dall’individuo; per queste cose l’individuo ha una certa libertà di decisione, liberà di scelta, libertà di fare o non fare.

Però le cose più importanti, quelle che danno un certo indirizzo alla propria esistenza, un’impronta marcata, vengono scelte dall’individuo diciamo a “scatola chiusa”, quasi “per forza”.
Dunque la libertà di scelta è molto molto limitata, e naturalmente questa libertà cresce con il crescere dell’evoluzione, perché più l’individuo è consapevole più è libero di scegliere, e senz’altro sceglierà quello che a lui sarà necessario, quindi sarà in grado di fare questo tipo di scelta; mentre per l’individuo meno evoluto, con un Io ancora abbastanza forte e una consapevolezza limitata, voi capite benissimo che certe responsabilità se può non prendersele, è meglio, e, di conseguenza, fa tutto per non prendersele; allora l’esistenza è costretta, a questo punto, a fargliele prendere ed è per questa ragione che la libertà, la facoltà di scegliere in un certo senso va a carte quarantotto.
Quindi meno l’individuo è evoluto minore è la sua libertà di scelta, ed anche il tipo di scelte che egli può compiere è sempre proporzionale al suo livello evolutivo. Gneus

Tra le varie problematiche che hanno interessato l’uomo esiste certamente il problema del libero arbitrio, o, più genericamente, se si vuole, il problema della “libertà”.
È chiaro, e per comprendere questo basta guardarsi attorno o osservare la propria esistenza, che l’individuo, l’essere incarnato, costretto ad abitare un veicolo fisico, non gode di una libertà assoluta, ma il suo campo di azione, la sua possibilità cioè di prendere delle decisioni “in libertà” è molto ristretta e limitata.
Si può quindi affermare con facilità che l’individuo incarnato gode di una libertà relativa, tanto che addirittura si potrebbe parlare di evoluzione della libertà.
Infatti la libertà dell’individuo cresce proporzionalmente con il crescere dell’evoluzione, cosicché più l’individuo si evolve, grazie alle esperienze che prova nel corso delle varie esistenze, maggiore è la libertà di cui gode nel muoversi nell’ambito del mondo fisico.

Direi addirittura che questo ampliarsi della libertà, è un ampliarsi sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Cercherò di spiegarmi meglio: se la libertà dell’individuo cresce proporzionalmente – quindi diventa maggiore – con il crescere dell’evoluzione dell’individuo stesso, allo stesso modo accade per la qualità delle scelte che l’individuo si trova a dover compiere nel corso della propria esistenza.
Per fare un esempio direi così: se un individuo inevoluto si trovasse a dover scegliere se andare a destra o a sinistra, quando avrà raggiunto una maggiore evoluzione si troverà, ad esempio, a dover scegliere se andare a destra, a sinistra oppure dritto, quindi la sua libertà sarà aumentata quantitativamente perché le possibilità di scelta non saranno più due, come nel caso dell’inevoluto, bensì tre.

L’evoluto così non solo si troverà a dover scegliere se andare a destra, a sinistra, oppure dritto ma avrà anche la possibilità di scegliere se andarvi a piedi o in monopattino; e, in questo modo, anche la qualità delle sue scelte avrà assunto una connotazione diversa rispetto all’inevoluto che sarà costretto ad andare a piedi; questa nuova possibilità di scelta implicherà un maggior numero di responsabilità, delle responsabilità sempre più imponenti, più ponderose che egli dovrà accettare non soltanto per il proprio bene ma anche per il bene di tutti i suoi fratelli.

Gli individui attualmente incarnati hanno un livello evolutivo medio e godono di una libertà relativa, non assoluta, in quanto libertà assoluta significa necessariamente essere completamente al di fuori da ogni costrizione, da ogni coercizione; significa da parte dell’individuo prendere delle decisioni tali per cui nessun altro essere, che viva accanto a lui e assieme a lui, possa risentire in modo negativo di queste sue decisioni.
Ora è chiaro che questa libertà assoluta, prospettata quantomeno in questi termini, sia appannaggio soltanto dell’individuo che abbia raggiunto una determinata evoluzione, in quanto l’individuo meno evoluto non è in grado di prendere, nel corso della sua esistenza, delle decisioni senza che queste, in qualche modo, si riflettano negativamente sugli altri.
Onde evitare che la sua libertà di scelta lo porti ad accumulare sempre nuovi karma – proprio perché non è capace, non ha la possibilità di scegliere il bene per tutti – egli ha delle notevoli limitazioni che rendono il suo spettro di azione libera molto ristretto.

Ora io vorrei analizzare un momentino la qualità e la quantità delle limitazioni e vedere come esse limitino nelle sue scelte l’individuo inevoluto o di media evoluzione.
Possiamo distinguere due tipi di limitazione: esiste una limitazione che proviene dal suo stesso intimo, condizione quindi necessaria proprio del suo stato inevoluto, e una limitazione proveniente invece dall’esterno.

1- Facciamo un ulteriore esempio per semplificare un attimino le cose: un individuo inevoluto – ricordate che l’abbiamo chiamato inevoluto soltanto per comodità – potrebbe sentire dentro di il desiderio di dipingere, di fare sculture, o qualcosa di questo tipo ma non avere la capacità pratica necessaria affinché questo suo intimo desiderio possa essere in qualche modo realizzato; questo è un esempio di limitazione proveniente dall’interno.

2- La limitazione proveniente invece dal proprio esterno potrebbe essere invece il fatto che questo individuo desidera scolpire, desidera dipingere, ha la capacità di farlo, ma non ha, per ragioni pratiche, ovvie, legate alle circostanze, alla vita di tutti i giorni, il tempo materiale affinché ancora una volta questo suo desiderio possa in qualche modo venire realizzato. Questo è un esempio di limitazione proveniente dall’esterno.
Quindi, in pratica, l’individuo inevoluto non potrà dipingere, scolpire per soddisfare il propri desideri, sentendosi magari frustrato, non realizzato, insoddisfatto.

L’evoluto, invece, è al di fuori di queste limitazioni, anche perché egli, essendo in contatto con la propria parte spirituale, sarà al di fuori dei desideri, e ciò che per l’inevoluto costituisce una limitazione (vedi la mancanza di tempo materiale) per l’evoluto non sarà più vissuta come tale, inoltre conoscendo profondamente se stesso egli non si creerà delle illusioni e saprà certamente quali sono le sue reali capacità, quindi il non avere la capacità di dipingere o di scolpire non sarà per lui un’esperienza traumatica come potrebbe esserlo per l’inevoluto.

L’assenza di desiderio, come voi potete comprendere, porta ad una maggiore serenità interiore così come il conoscere se stessi porta ad essere in pace con il proprio intimo, e porta inoltre alla consapevolezza che ognuno degli esseri incarnati ha un suo ruolo, una sua parte d’attore sul grande palcoscenico che è il mondo della materia.
Naturalmente anche la qualità delle limitazioni sarà differente a seconda del grado evolutivo, ed anche questa qualità sarà sempre proporzionata al grado evolutivo raggiunto, il tutto sempre allo scopo di rendere il più innocuo possibile l’inevoluto, il quale, ripeto, se avesse la possibilità di scegliere, se fosse libero agirebbe soltanto allo scopo di soddisfare il proprio egoismo e questo lo porterebbe a produrre tante cause i cui effetti renderebbero la sua catena di vite sempre più pesante e pressoché interminabile. Vito


Letture per l’interiore: ogni giorno, una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp. Per iscriversi

Politica della privacy di questo sito da consultare prima di commentare, o di iscriversi ai feed

Ti avviso quando esce un nuovo post.
Inserisci la tua mail:

 

Print Friendly, PDF & Email

4 commenti su “La libertà cresce con l’evoluzione del sentire (l3)”

  1. troppo poche categorie …evoluto …inevoluto…..siamo tutti sfigati….la nostra vita rimane povera perchè non sappiamo amare gratuitamente …il vero problema del sentire e si che abbiamo esempi significativi, e che siamo legati al possesso delle cose, delle persone …..al crederci migliori degli altri ingrassandoci nel nostro io ….la vita è vita se “coscientizziamo” noi stessi nella realtà quotidiana nelle mille esperienze che danno valore al “merita di essere vissuta “

    Rispondi
  2. Le Guide dicono che l’evoluto ha più possibilità di scelta e per questo più responsabilità. Ma se non ci sono più desideri non c’è più neanche la scelta,vale a dire le decisioni avvengono spontaneamente. La libertà sta nella mancanza di desideri. O no?

    Rispondi
  3. “La libertà cresce con l’evoluzione del sentire” per assurdo che sembri è il contrario quello che chiamato l’evoluto, avrà solo una scelta, in conformità alla sua evoluzione e non potrà essere libero di comportarsi liberamente come invece farà l’inevoluto, magari pagherà sulla sua pelle l’inesperienzadella scelta fatta, ma avrà davanti a se mille strade, dicono che sbagliando strada scopri posti nuovi che mai ti sogneresti

    Rispondi
  4. Dal punto di vista dell’identità, la libertà è un concetto duale, quantitativo, è libertà di fare, di muoversi, di viaggiare, di possedere, di esprimersi anche per dire cose senza senso. Per l’identità non è concepibile l’idea che libertà equivalga a “fare la Sua volontà”, non la propria.
    E’ vero, la libertà si amplia con l’ampliarsi del sentire, eppure è sempre più spogliata dal desiderio di soddisfare se stessi, è sempre più libertà di Essere, piuttosto che di fare, sempre più si è liberi di compiere l’unica scelta possibile, e qui la mente incontra il paradosso, la possibilità di scegliere si amplia eppure si restringe, perché va nella direzione dell’unione. Essa si fonda sull’amore, non può contemplare le scelte che riconducono a se stessi, ma quelle dettate dal discernimento di cosa è bene per l’altro, per l’ecosistema, il discernimento del contesto, che va al di là del proprio misero orticello. L’amore che cresce con il sentire rende liberi dal condizionamento del bisogno, liberi dalla paura, paura di perdere, paura di morire.

    Rispondi

Rispondi a Roberta I. Annulla risposta