Vi sono dei momenti in cui la vita, l’esistenza, vi mettono davanti ad esperienze traumatizzanti e spaventose di fronte alle quali quasi sempre siete impreparati e ognuno di voi reagisce secondo la modalità che gli è propria e possibile.
Come ho sentito dire da voi, è anche possibile percepirsi come all’interno di un buco nero e trovarsi su una sponda isolata, in una solitudine irriducibile in cui sembra che nulla possa servire a distogliere dal dramma che si sta vivendo.
Questa è una delle tante modalità di reazione di fronte all’esperienza drammatica, ma io vorrei che vi chiedeste un attimo perché può accadere questo e per quale motivo si sviluppa questa reazione interiore quando, in realtà, tutti voi siete parte di uno stesso essere e potreste sentirvi vicini agli altri, e quindi ricevere da essi quel che vi necessita in quel momento, e non ritrovarvi annientati dall’isolamento e dalla solitudine anche nella situazione più difficile e più buia della vostra esistenza.
La risposta, per chi conosce a grandi linee l’Insegnamento, è abbastanza semplice da poter essere fornita: è ovvio che quando vi capita la situazione drammatica, specialmente se inaspettata, questa situazione così lacerante è l’indicatore di qualche cosa che trasformerà da quel momento in poi la vostra vita, e quel senso di blocco, di solitudine e di isolamento in cui nulla sembra poter essere d’aiuto, non è altro che la reazione di paura dell’Io che si trova di fronte a qualcosa di ignoto che sembra sfuggire a qualsiasi tipo di controllo, di possibilità di mediazione e di gestione.
Se ci pensate, voi che a volte vi siete trovati in queste condizioni alquanto tristi, vi renderete conto che poi, un po’ alla volta, comunque sia, siete usciti da quelle situazioni in cui vi trovavate grazie anche a piccoli gesti, a piccole parole, a piccole comprensioni, e il vostro Io ha ricominciato a riprendere il controllo della situazione, ha ricominciato quindi a vivere e a non sentirsi più paralizzato e isolato, ma esistente all’interno del mondo e alla ricerca di una soluzione che alleviasse almeno in parte il dramma che stava vivendo.
Voglio invitarvi a meditare su quali possono essere le cause per certe vostre reazioni, certi vostri modi di essere che vi lasciano disorientati e anche, talvolta, spaventati e sul fatto che, comunque e sempre, dentro di voi esiste la spinta a lottare, a crescere, a sperare e a vivere, affrontando quello che l’esistenza ha preparato per voi. Rodolfo
Grazie.
L’esperienza personale conferma queste parole, grazie.
Sull’ultima frase, quel comunque e sempre, non saprei.
Ho sperimentato stagioni di vita in cui quella spinta è forte e quando vissuta poi lascia spazio a una stagione in cui è assente. Poi tornerà e scemerà su un altro fronte.
E’ quel ‘comunque e sempre’ che sottolinea una costante unidirezionale, una continua tensione o inspiro che non mi torna, come se non ci fosse mai un espiro.
Poi su quello che l’esistenza ha preparato per noi lì c’è poco da fare, è il nostro e a noi tocca lavorarlo.
Grazie
Molto chiaro e sperimentato , mi viene da dire qualcosa che appartiene al passato…..ma potrei anche sbagliarmi.
Questa incertezza denota ancora la strada da fare.
Grazie
Senza dubbio vi è un riassestamento dell’Io per trovare un nuovo equilibrio sulla base degli elementi che è costretto a cambiare a seguito del suo impatto con l’esperienza. E’ un processo che avviene continuamente, anche se molte volte non ce ne rendiamo neppure conto perché, magari, riguarda solo le sfumature di comprensione che vengono raggiunte.
Non riesco a pensare a questo accadimento in termini di potenza dell’Io… l’Io è illusorio e illusoria è anche la potenza che esso possiede, così, raggiunto il nuovo equilibrio, l’Io si illuderà nuovamente di aver ripristinato anche il suo predominio sulla realtà mentre, alla fine dei conti, è sempre la realtà che ha una maggiore e concreta potenza sull’Io stesso.
Penso che quel “comunque e sempre” si rivolto alla spinta della coscienza che è comunque unidirezionale, che sottende anche il fatto che in fondo ci arriva ciò che siamo pronti ad affrontare.
L’io in scacco mi sembra una descrizione che coincide con la mia esperienza di sofferenza, almeno in buona parte. Non mi è chiaro il passaggio dalla perdita del controllo iniziale ad un nuovo equilibrio che prevede forse un altro tipo di controllo. Quindi un riassestamento dell’io , una perdita in potenza?
Un attenuarsi dell’identificazione e della fibrillazione emotivo/cognitiva e un emergere di forze più profonde: ” dentro di voi esiste la spinta a lottare, a crescere, a sperare e a vivere, affrontando quello che l’esistenza ha preparato per voi”
Si Sandra è giusto quello che dici!
Certo, spostare l’attenzione dal problema alla reazione al problema è già un primo passo.