Le dinamiche vibratorie e formative interne alla relazione con le Guide

Più volte nei molti anni passati di incontri, di colloqui, di discussioni tra noi e voi, vi abbiamo posto una domanda, una domanda che è rimasta sempre in realtà senza risposta. Certo la domanda la conoscete tutti, è quel famoso “Perché siete qua”, che tante volte, ripeto, noi vi abbiamo proposto.

Ma questa domanda, forse, valeva la pena anche porla a qualcun altro, ovvero a noi e chiedere da parte vostra alle Guide: “Perché siete qua?”.

Perché siamo qua figli… Noi non abbiamo mai voluto, desiderato, o chiesto che voi ci chiamaste Maestri: quante, troppe volte viene abusato di questo termine per nascondere intenti strettamente egoistici, per cui abbiamo sempre preferito che venissimo semplicemente chiamati Guide.

Noi siamo qua dunque, perché siamo delle Guide. Siamo, alcuni di noi almeno, Guide personali di alcuni componenti, in particolare, come voi sapete, degli strumenti, e siamo Guide del Cerchio stesso.

L’essere Guide cosa comporta? Comporta venire tra di voi e cercare di instradarvi lungo le strade che dovete percorrere, facendo sì di cogliere i momenti più giusti in cui siete pronti a recepire, a comprendere, per fornirvi gli stimoli adatti a portare a termine quei piccoli lampi di comprensione che poi, sommati, danno la luce dell’evoluzione ad ognuno di voi.

Siamo qui, quindi, per dare! Infatti, il nostro compito principale è quello di dare a tutti voi pace alla vostra mente, affetto per i vostri cuori e perché no, carezze e fisicità per le vostre sensazioni immediate.
Ma il compito di una Guida non si limita, e non può limitarsi, soltanto a questo aspetto che è quello che solitamente voi nella mente preferite, ovvero dare, in quanto il compito di una Guida è anche quello di prendere.

Prendere in che senso? Certamente non portandovi via nulla delle vostre preziose cose fisiche quotidiane, certamente non prendendovi nulla di ciò che voi tanto amate possedere, prendere invece nel senso di sapervi anche togliere in qualche caso ciò che può servirvi da stimolo per comprendere in quanto, come tante volte abbiamo detto, molto spesso è attraverso alla sofferenza, alla vita, che l’individuo, l’essere umano riesce a rendersi conto di quello che è vero e, quindi, a fare un balzo per la propria comprensione, rimeditando su ciò che ha perso, perché l’ha perso e come lo ha perso. Questa, figli, è la direzione giusta per vederci come Guide; questo figli è l’insieme del compito a cui noi siamo preposti.

Infatti, se voi osservate il nostro operato, nel corso di tutti questi anni, potrete facilmente rendervi conto, che oltre a dare sempre in continuazione, come abbiamo fatto, qualche volta abbiamo anche levato, provocando chiaramente reazioni perché mai da parte vostra, del vostro io è facile essere derubati di qualche cosa che credevate vostro per diritto inalienabile!
Purtroppo chiunque si avvicini allo Spiritismo, all’Insegnamento, ha una visione sbagliata di quello che devono essere le Guide, infatti si pensa che le Guide debbano essere sempre e soltanto dolcezza, sempre e soltanto Amore, sempre e soltanto disponibilità, sempre e soltanto capacità di dare, senza mai fare nulla che possa disturbare.

Ma pensateci un attimo figli nostri: cercate di pensare col modo di pensare che ha cercato di insegnarvi in questi anni il fratello Scifo. Se davvero questa visione fosse giusta, allora questo vorrebbe dire che tutto quanto noi siamo andati insegnando in questi anni, era completamente sbagliato, e nulla delle cose che vi abbiamo insegnato, sia a livello morale che a livello filosofico, tutti i discorsi che riguardavano la comprensione, i salti di comprensione, di evoluzione, le possibilità offerte dal dolore, dalla sofferenza e via dicendo, non avrebbero in realtà alcun senso e alcuna necessità di essere. Queste parole, figli, stasera, sono per farvi meditare su questi aspetti forse ovvi per tutti voi, ma che così spesso si tende a dimenticare. Moti

E già… la fiera degli errori! In pochi campi come in quello che riguarda la spiritualità, e l’insegnamento, l’individuo si pone di fronte alle cose che incontra, con punti di vista sbagliati, limitati, o quanto meno travisanti la realtà, un po’ per pigrizia mentale, un po’ per mancanza di buona volontà di comprendere veramente le cose.
Prendiamo il discorso della vibrazione.

Ancora, direte voi: mamma mia!… Ebbene sì, d’altra parte il concetto della vibrazione è un concetto che sta alla base di tutto l’insegnamento che vi abbiamo portato o, per lo meno, che sta alla base del tipo d’Insegnamento che abbiamo portato, in quanto abbiamo voluto, proprio per distinguerlo da altri insegnamenti, che intorno al concetto di vibrazione ruotasse tutto quanto noi andiamo dicendo.

Tutto è vibrazione, abbiamo sempre detto, dalle cose che si muovono alle cose che apparentemente sono immobili. E questo, ripetuto ormai fino alla noia, penso che sia ben compreso da tutti quanti, vero?
Vediamo un attimo cosa comporta questo.

Se tutto è vibrazione, ognuno di voi questa sera qui presente è un insieme di vibrazioni, giusto?…L’ambiente stesso in cui voi, noi ci presentiamo, è un groviglio di vibrazioni… Anche questo non ve lo chiedo, ma è giusto.
Che tipo di vibrazione? Ve lo siete mai chiesto?…Panico!

Diciamo che le vibrazioni, come voi sapete, in realtà circolano all’interno dell’individuo, ricordate gli ultimi discorsi fatti, quindi prendendo come reale punto di partenza la scintilla: “La vibrazione parte dalla scintilla, attraversa i vari piani spirituali, e scende… Dove scende?… Scifo

D – Nel piano akasico.

Bene. Arriva al piano mentale, al piano astrale, al piano fisico, smuove quello che ha da smuovere, e ritorna indietro attraverso il piano fisico, il piano astrale, il piano mentale, il piano akasico, i piani spirituali, ritornando alla scintilla, in una specie di circolo continuo che si autoalimenta e che, a mano a mano che si autoalimenta, provoca delle modificazioni nell’individuo, e non soltanto nell’individuo, in quanto le vibrazioni che attraversano l’individuo non si fermano a lui stesso, ma in qualche modo interagiscono con le vibrazioni che lo circondano e che sono quelle, nel caso di un incontro come questo, che impregnano l’ambiente, e che circolano nelle altre persone che sono presenti. D’accordo?

Molti di voi sono appassionati di musica e ascoltandola, certi tipi di musica, provano delle sensazioni; per esempio dei toni molto bassi, possono provocare in una persona particolarmente, usiamo l’aggettivo “sensibile” per dare una definizione, una specie, una sorta di tensione a livello del plesso solare. Giusto? Una tensione in certi momenti quasi sgradevole. Questo è un effetto della vibrazione, che si combina con le vibrazioni che passano attraverso il chakra di quell’individuo, interagiscono con lui e poi l’individuo percepisce questa variazione di vibrazione, questa nuova combinazione di vibrazione che si forma.

Ora le vibrazioni che voi principalmente emanate all’interno dell’ambiente, sono prima di tutto chiaramente vibrazioni fisiche, ogni movimento che fate, interagisce con l’ambiente, con i movimenti che fanno tutti gli altri.

Vi sono poi le vibrazioni più leggere, più sottili, quelle delle emozioni, dei sentimenti, le quali non sono molto forti, non forti e pesanti come quelle che attraversano direttamente il piano fisico, tuttavia essendo in grande quantità complessivamente, creano intorno all’individuo un grosso guscio di vibrazioni astrali.
Lo stesso discorso anche se per tipi di vibrazioni più fini avviene per quello che riguarda le vibrazioni mentali, e via dicendo.

Chiaramente, quando ci si trova in un incontro di questo tipo, le vibrazioni principali che si sommano tra di loro, perché più facilmente si incontrano in quanto sono le più vicine anche come evoluzione, come possibilità di variazione tra di loro, sono quelle astrali e quelle mentali; ad esempio, supponiamo tutti voi possediate dei sentimenti di gelosia e un momento di gelosia, stimolato in qualche modo da quanto accade negli incontri, o dalle parole di noi Guide, provoca lo stesso tipo di vibrazione in tutti quanti, cosicché copre l’ambiente, si satura a livello astrale di questo tipo di vibrazioni. Naturalmente ho usato quell’esempio, ma potrei farne tantissimi altri.

Questo cosa comporta?… Comporta due fattori importanti, per quanto stavamo dicendo fino a questo punto. Che prima di tutto, come abbiamo cercato di spiegare più e più volte, gli strumenti sono le persone più sensibili, in quanto, lo abbiamo detto e lo ripetiamo (anche se loro non gradiscono la cosa) hanno una evoluzione maggiore.
Il che significa che sono più ricettivi, più sensibili alle vibrazioni, giusto?
E quindi più facilmente vengono sommersi da queste vibrazioni fastidiose quali possono essere, che so io, la gelosia, la noia, o il dispiacere o la rabbia, o il rancore e via e via e via.

Ma vi è ancora un altra componente importante, non indifferente, ovvero le Entità che si presentano.
Se voi comprendete l’influenza che la vibrazione astrale pesante può in qualche modo provocare sugli strumenti, cercate di immaginare lo scompiglio che può provocare una tale emozione nelle vibrazioni tranquille, serene e pacifiche di una Guida che decide di intervenire.
Già, perché forse voi pensate che la Guida che intende intervenire ad un incontro, arriva bella bella, fa un soffietto, manda via tutte le vibrazioni, si fa spazio, arriva, dice quello che deve dire, fa le carezzine, dà un bacino qua, una carezza là, bella tranquilla senza alcun problema, poi se ne ritorna sul suo piano bella soddisfatta magari andando a fare due chiacchiere con l’amico Willi.

No creature! Non è così, sarebbe troppo facile, troppo bello se così fosse… In realtà noi Guide che veniamo a parlare, abbiamo i nostri corpi (chiaramente con delle vibrazioni molto più fini), e ogni volta che dobbiamo venire a parlare in un ambiente perturbato, per noi è faticoso, e fonte di dolore. Forse più che un dolore è lo sforzo del momento, che poi termina allorché possiamo andare a “rinfrescarci l’anima” sui nostri piani di esistenza; tuttavia è una croce che dobbiamo assumerci, proprio per il fatto di essere delle Guide, le quali tra i loro compiti e fra i loro doveri, trovano proprio quello di dover subire questi scompensi vibratori, per intervenire e poter parlare.

Se noi fossimo essere umani, incarnati, in una situazione del genere, potremmo cercare di trovare l’alternativa, potremmo dire (come a volte capita di dire agli strumenti): “Ma chi ce lo fa fare?”. Oppure potremmo dire: “Vi possono essere dei modi più semplici per fare tutto questo…” e poi il senso di responsabilità, il senso del dovere che in questi anni ci ha portati avanti… Però io mi domando e vi domando: “la Guida o l’Entità che fa da Guida, non è possibile che continui il suo compito di dare anche nel momento in cui non interviene più?”. Scifo

Scorrendo le parole che noi abbiamo pronunciato per anni, potrete ritrovare un concetto al quale teniamo in modo particolare, che abbiamo cercato di sottolineare più volte, abbiamo ripetuto fino all’esasperazione: “Amare, amare di quell’amore che noi intendiamo, significa anche saper essere duri”. E questo, ognuno di voi, come già abbiamo detto, lo può osservare anche nel corso della sua esistenza, osservando magari la madre che con amore, educa e fa crescere il proprio figlio.

Quante volte una madre vera, una madre che sa amare veramente, sa essere dura? Magari andando anche contro se stessa, andando contro un suo bisogno, però sa essere dura.
E se questo si rendesse necessario, per la crescita di qualcuno, vi assicuro, carissimi figli, che anche noi sapremo prima o poi essere duri. Fabius

Tra i vari modi di dire della saggezza popolare, ve n’è uno che così recita: “Non si può fare di tutta un’erba un fascio”, il che sta a significare che non si può generalizzare, né giudicare determinate situazioni e nel nostro caso determinati individui, mi pare evidente questo!

Tuttavia per rifarci ad un esempio pratico, come è stato fatto in precedenza, noi viviamo osservando che so, una maestra di scuola elementare che se si trova di fronte a degli scolaretti che hanno difficoltà ad andare avanti, che fa? Si ferma.

Si ferma per far sì che chi è rimasto indietro, possa per lo meno mettersi alla pari degli altri e il lavoro possa andare avanti. Questo mi sembra che senza andare a cercare gli spiriti o chissà che cosa, faccia parte anche di una logica umana, vi pare?
Ma questo cosa sta a significare? Senza dubbio arriverà il momento che lo capirete! Vito

Om tat sat.
Ozh-en raccolse dal pavimento la bambola spezzata.
In una mano teneva il busto, nell’altra mano il resto della bambola.
Per un attimo nei suoi occhi brillò la rabbia.
Poi scosse la testa e disse tra e sé: “Poi in verità non era la mia bambola preferita!”.
Aprì la finestra e la gettò di sotto.
La bambola cadde tra i piedi di Krishna, il quale la raccolse, si tolse dai capelli una piuma di pavone, e l’avvolse per un attimo attorno ai due pezzi.
Poi si girò attratto da un bambino che passava e gli disse con un sorriso: “Hei, tu che sei così carino e innocente, ti sembra così brutta questa bambola?”.
Il bimbo la guardò sgranando gli occhi stupiti e disse: “No, è bellissima!”.
“Allora prendila tu” disse al bimbo.
Il bimbo se la strinse al cuore e se ne andò per andarla a mostrare a tutti coloro che incontrava, provocando in essi il desiderio di conoscerla meglio.
Om tat sat

Ananda

Nulla è perduto fratelli, niente nell’universo viene sprecato, tutto è utile e tutto serve e tutto ha una causa nel suo esistere.
Pensate che mai, qualunque cosa accada nelle vostre esistenze, che vi è stato uno spreco inutile in quello che vi può essere accaduto.

Tutto fa parte di quel grande disegno divino che, magari, ognuno di voi vorrebbe vedere completato nel corso di una stessa esistenza, ma ahimè non sempre è possibile che esso possa essere visto nella sua interezza nel corso di poche esistenze.

Tante, tante, tante esistenze occorrono, affinché una sola, una sola parte di quel disegno possa essere completata. E se per quanto riguarda questo Cerchio il discorso è cominciato qualche secolo fa, non è detto che il disegno lo si possa vedere nel corso di queste vostre stesse esistenze.

Ciò che è importante invece, è il fatto che qualche cosa sia stato vissuto nel corso di questa esistenza, perché se nulla va perduto, perché se niente nell’universo viene sprecato, quando sarete al di là delle barriere fisiche, comprenderete la realtà di queste mie parole. Baba


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8 commenti su “Le dinamiche vibratorie e formative interne alla relazione con le Guide”

  1. Come sempre le Guide, mi permettono di vedere la realtà dei fatti, in un’ottica di lungo respiro, non limitata all’emozione del momento, ma all’interno di un percorso evolutivo. Parole utili, particolarmente in questo periodo, in cui alcune relazioni mi provocano un certo disagio e identificazioni eccessive. Il ripetersi di alcune scene, mi indica che è necessario comprendere più a fondo ciò che le muove. La spiegazione sull’ambiente vibratorio che si viene a creare, lo trovo molto interessante. Mi permette di comprendere meglio lo stato d’animo che si crea in determinate situazioni.
    Infine il ribadire che tutti gli esseri, sia coloro che sperimentano il piano fisico sia coloro che si trovano su altri piani, hanno comunque il fine ultimo di ricongiungersi all’Uno passando dall’esperienza del donare, dell’amore come anche quella del dolore, pacifica non poco le mie rivendicazioni identitarie.

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  2. Io trovo difficoltà a cogliere il senso Profondo di quanto detto. Come mi succede spesso con i post del cerchio ifior raramente riesco a cogliere il significato nascosto oltre una apparente banalità. Sicuramente è un mio limite.

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  3. Mi interessa molto il discorso del campo vibratorio dell’altro, della possibilità di percepirlo per svelare la Realtà, del campo vibratorio del nostro organismo come termometro dei singoli e dell’insieme.

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