Le fasi dello sviluppo dell’Io e la consapevolezza del suo agire

È bene ricordarvi, allo scopo di non farvi incorrere in errori di cattiva interpretazione e valutazione, che è sempre molto difficile riuscire a scorgere dove finisce l’“esaltazione” dell’Io e dove inizia l’“annullamento”.
Mi spiegherò meglio: qualcuno tra voi potrà pensare o affermare di compiere una determinata azione (fors’anche umile o “degradante”) non per l’Io, ma, anzi al contrario, a spese del proprio Io; il nostro consiglio è quello di non fare mai affermazioni di questo genere poiché riuscire a distinguere dove sta il confine tra “esaltazione” e “annullamento” non è poi una cosa così semplice; d’altra parte, se lo fosse, ognuno di voi avrebbe ormai raggiunto un ottimo livello evolutivo, e questi discorsi sarebbero superati. Federico

Bisogna tener conto anche di altri fattori: vedete, molto spesso si tende a dire: “Voglio combattere questo mio Io”.
Io vi dico che combatterlo (nel senso, almeno, che comunemente si attribuisce a questo termine) serve a ben poco; infatti combattere l’Io implica un’azione di forza, e non è certo con la forza, e tanto meno con la violenza, che potrete ottenere i vostri risultati.
Le misure repressive, dall’altra parte, hanno sempre sortito l’effetto contrario di quello che stava alla base del loro esistere.
Tenete anche conto del fatto che, al vostro attuale stato evolutivo, il vostro Io non si manifesta più in modo “grezzo” e grossolanamente evidente, ma tende ad agire in modo molto più sottile, insinuante, e vi fa muovere subdolamente in modo tale da crearvi confusione, tanto da farvi apparire altruista un’azione miseramente egoista.
Cosa fare dunque per tirarvi fuori da questa confusione e quali misure adottare per non incorrere più in quegli errori che, da molto tempo, sono la vostra “spina nel cuore”?
Senza prendere le armi in mano, osservate e analizzate tutte le vostre azioni quotidianamente, e cercate di arrivare (si richiede per far questo la massima sincerità verso voi stessi) alle motivazioni che vi hanno spinto a comportarvi in quel modo, poi prendete coscienza di quanta dose di Io era presente nelle vostre azioni e, senza recitare inutili “mea culpa” o macerarvi nei sensi di colpa – che tanto non vi servono a nulla se non a soffrire e stare male – aspettate un’altra esperienza, grazie alla quale potrete verificare quanto avete compreso di voi stessi e del vostro Io.
Questo soltanto può essere il primo passo verso quell’annullamento prospettato dalle Guide, quindi nessuna azione di forza o di violenza verso voi stessi, basta soltanto molta sincerità.
Non abbiate, dunque, timore di scoprirvi egoisti, e cercate di usare tutto il coraggio che possedete mentre vi osservate, per gettare via le maschere di altruismo che l’Io – a questo punto della vostra evoluzione – sta creando per portare avanti “i suoi interessi” e, alla peggio, “per fare i propri comodi”. Francesco

Si tende generalmente ad attribuire a quest’Io soltanto qualità negative, ma voi sapete che così non è; l’Io è molto importante nel corso dell’evoluzione degli individui poiché, se non ci fosse stato, oggi nessuno di voi potrebbe godere di tutto ciò che l’uomo (anzi l’Io) ha creato, inventato per il proprio benessere. Possiamo affermare che la manifestazione dell’Io, come quella della mente, è tanto indispensabile all’uomo per la sua crescita, quanto lo è il suo annullamento affinché quello stesso uomo possa raggiungere il massimo “sentire”.

Fasi dello sviluppo dell’Io

Ora se voi osservate un individuo dalla sua nascita fino alla sua maturità, che fissiamo tra i 20 e i 25 anni (momento in cui si dovrebbe avere l’allacciamento con il piano akasico), potrete vedere quella che è stata l’evoluzione dell’individuo fin dal suo primo apparire nel mondo fisico come “uomo”.

1- Osservando un bambino nelle sue fasi di crescita, si può ritrovare la storia dell’Io, dell’uomo, fin dalle sue prime incarnazioni umane.
Vedrete infatti che nella primissima infanzia l’individuo ha un Io molto forte e molto rozzo, limitato cioè alla soddisfazione dei propri bisogni personali; egli vuole essere al centro dell’attenzione di tutti, e mette davanti a tutto la ricerca della soddisfazione dei propri bisogni e dei propri desideri.
Questa, indicativamente, è la prima fase di crescita e di sviluppo dell’Io.

2- Via via che l’individuo cresce, l’Io si attenua, almeno per quello che riguarda la sua manifestazione esterna, e riesce a lasciare dei piccoli spazi ai bisogni degli altri.
Il bambino che, ad esempio, va a scuola, e che per questo inizia ad avere i suoi primi rapporti sociali, interpersonali, comincia a comprendere di non avere soltanto dei diritti ma anche dei doveri nei confronti degli altri, e così via, lentamente, fino alla propria maturazione.
Questa è la seconda fase, per cui l’Io – pur continuando ad esistere, ad essere presente all’interno dell’individuo – comincia a manifestarsi in maniera sempre più raffinata e meno evidente; tanto da riuscire quasi a passare inosservato, se non addirittura a rendere il suo agire “altruistico”.

3- Quando poi l’individuo arriva ad avere 20-25 anni, il suo Io raggiunge la sua completa maturità ed è da questo momento in poi che quest’ultimo inizia a manifestarsi in quel modo più subdolo, come diceva prima Francesco.
Si può quindi affermare che, al vostro stato evolutivo attuale, voi siete come il giovane di 25 anni che ha un Io ancora forte ma che tende a manifestarsi in modo più fine e meno evidente. Da questo momento in poi tutto il lavoro per avvicinarsi all’“annullamento” dipenderà dall’individuo soltanto e dalla sua capacità di rendere il proprio Io sempre meno attivo.

Ecco, ho voluto fare questa precisazione per ricordarvi che non dovete riguardare all’Io sempre con disprezzo, ma accettare che esso esista in voi e comportarvi in modo da ammansirlo, da renderlo innocuo alla vostra crescita interiore. Serena


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10 commenti su “Le fasi dello sviluppo dell’Io e la consapevolezza del suo agire”

  1. Ringrazio tanto per il lavoro che sta dietro la pubblicazione di questi post, perché messaggi importanti e di rilievo esistenziali vengono resi disponibili e fruibili per tutti coloro che sono pronti.

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  2. Questo post contribuisce a dare corpo a una domanda che si era andata già delineando da qualche tempo in previsione di un prossimo incontro.
    Grazie.

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  3. Massi’! Benvenuto io e benvenuta la non identificazione nell’io, il non costringersi nei suoi spazi angusti. Niente colpa e l’egoismo? Benvenuto sinche’ e nella misura in cui non si aprono spazi di comprensione, tasselli di sentire che inducono a superarlo. Non c’è colpa, non c’è penitenza, c’è quel che c’è, l’importante è tornare all’eremo interiore da cui tutto osservare. Grazie

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  4. Essere o non essere non è più un problema, visto che sono le condizioni indispensabili per la nostra evoluzione. Grazie

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  5. L’osservazione continua del nostro agire porta alla trasformazione, il processo inizia dalla conoscenza per arrivare alla comprensione. Il concetto e’ quello di non abbassare mai la guardia.
    Questa lettura mi rasserena nel lavoro che in particolare in questa fase sto facendo proprio sull’ io.
    Grazie

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  6. …”riuscire a distinguere dove sta il confine tra “esaltazione” e “annullamento” non è poi una cosa così semplice”.
    L’ho constatato, sì…
    D’altronde come può l’io annullare se stesso? E’ nella sua natura l’autoaffermazione e quando adotta scelte apparentemente altruistiche, queste sono dettate dalla paura piuttosto che dall’amore, finalizzate ad un riconoscimento di sé e quindi ad una conferma piuttosto che al servizio verso l’altro percepito come se stesso.
    Proprio prima di leggere questo post, constatavo con una certa amarezza la presenza dell’egoismo in me e dell’aridità che esso comporta. E’ questa aridità che mi inquieta, non tanto un senso di svalutazione o la paura di essere giudicata. L’aridità derivante dal sentirsi separati… e nello stesso tempo la sento così innaturale, così finta…

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  7. il conosci te stesso. Quando l’ego si presenta, osservarlo senza giudicare e accettare quella scena. Allenamento continuo che porterà i suoi frutti. Grazie.

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