L’evoluzione del pianeta e della forma umana [sf13]

Ma come si può definire, in realtà, l’evoluzione? Qual è il significato più semplice che si può dare a questa parola? Osservando la realtà che si vive da incarnati, apparentemente tutto evolve, tutto cambia, tutto muta, è un continuo fermento di trasformazione.

Basta questo per dire che si tratta di evoluzione o vi è qualche cosa di più che dà un significato particolare al termine di evoluzione, che non la rende limitata al semplice cambiamento di forma dell’individuo che attraversa il piano fisico?

Per evoluzione noi intendiamo il passaggio dell’individuo nel tempo dallo stato di non coscienza a uno stato di coscienza, da uno stato di assenza di coscienza a uno stato via via più ampio di coscienza e quindi di “sentire”.

Tutto, nell’ambiente in cui siete inseriti, nel corso dei millenni ha subito delle metamorfosi.
Agli inizi, quando ancora il pianeta non portava in il germe della vita ma stava raffreddandosi per arrivare a creare le condizioni affinché le prime forme di vita incominciassero a manifestarsi, ecco che già si poteva parlare di evoluzione.

Certamente non dell’evoluzione di una coscienza individuale ma, quanto meno, evoluzione dello stato di coscienza della materia che prendeva coscienza di se stessa e, un po’ alla volta, sotto la spinta delle varie vibrazioni provenienti dall’Assoluto, cambiava la sua intrinseca natura. Moti

Ecco, così, che il pianeta si è raffreddato, via via i mari si sono allargati, la terra si è ritratta ed è incominciato a esserci sul pianeta la prima forma di vita.

Dal minerale all’umano

La prima forma di vita – voi lo sapete – è quella del minerale. L’insieme della massa akasica, dalla quale venne la prima razza che si incarnò sul pianeta, incominciò un po’ alla volta a fare esperienza nella materia collegandosi appunto a quella che è la materia minerale. Non vi era ancora coscienza; vi era soltanto una presa di contatto con quelli che erano gli strumenti per arrivare a possedere coscienza.

E così, col passare dei secoli, col passare dei millenni, ecco che si arrivò a un punto in cui la massa akasica aveva bisogno di forme diverse, più complesse, per riuscire ad aumentare le possibilità di esperienza all’interno del piano fisico e, sotto le vibrazioni, gli ordini, gli influssi della “vibrazione prima”, sul pianeta incominciò a nascere, dopo varie trasformazioni, la materia vegetale.

Oh, con che gioia accolse la materia akasica – alla ricerca di se stessa – questa nuova possibilità di espressione! Certamente la vita era molto più complessa, certamente gli stimoli che riceveva erano molto più adeguati a quelle che erano le sue necessità ma, col passare del tempo, come sempre accade, anche questo nuovo vestito incominciò a diventare stretto ed ecco che, sempre sotto la spinta della “vibrazione prima”, la materia vegetale incominciò a trasformarsi in maniera sempre più vicina a quella che è la materia animale, incominciando a possedere delle qualità che, prima, nella materia vegetale non erano presenti.

Ancora una volta, la massa akasica, che – grazie all’incarnazione sulle varie parti del pianeta – incominciava a diversificarsi al suo interno, accolse con gioia questa nuova possibilità di evoluzione e si collegò alla materia animale.

Tutta la realtà del Cosmo è fatta di questo ripetersi continuo, ciclico, di elementi, di passaggi da una fase all’altra, in cui le meccaniche sono le stesse ma i risultati, via via, cambiano sempre di più.
E poi, dopo molti, molti millenni, la materia si trasformò ancora. Scifo

I bisogni della massa akasica erano ormai tali per cui non potevano più essere soddisfatti da quello che la forma animale dava. Ecco, quindi, che seguendo il piano preordinato da ‘Colui che tutto ha sognato’, la materia animale incominciò a sua volta a differenziarsi e, attraverso molteplici momenti, in molteplici posti, qualche piccolo cambiamento delle molecole del DNA incominciò a creare i presupposti perché nascessero delle forme in grado di ospitare la massa akasica, ormai particolarmente frantumata, offrendo a ogni Scintilla della massa akasica un corpo con cui fare esperienza. Era giunto, insomma, il momento in cui c’era necessità della nascita dell’uomo. Moti

La nascita dell’uomo: dove e quando?

La nascita dell’uomo è difficilmente collocabile dalla vostra scienza, anche perché si limita a osservare questo concetto, questa realtà, parlando o giudicando soltanto quella che è la forma fisica dell’essere umano.

Ma l’umanità, in realtà, non è identificabile con la forma fisica; è identificabile, invece, con il raggiungimento di un certo tipo di evoluzione che induce l’individualità a collegarsi con la forma fisica.

Se voi poteste andare a ritroso nel tempo – e, ahimè, non è possibile, quindi vi dovete fidare delle mie parole – vedreste che la forma umana, o semi-umana, o sub-umana, come preferite, incominciò a presentarsi molte migliaia di anni fa in vari punti del pianeta; non vi fu un punto preciso in cui essa nacque, in cui le trasformazioni del DNA si concentrarono.

Questo significa che con le trasformazioni del corpo in una forma vicina a quella umana attuale si può già parlare di esseri umani? No, non è così. In realtà, queste creature, che si andavano modificando geneticamente, e quindi anche fisicamente, non erano ancora esseri umani e non lo diventarono fino a quando la razza, le individualità che stavano facendo esperienza sul pianeta, non incominciarono a incarnarsi all’interno di queste forme.

Ecco, così, che queste forme che erano ancora a livello animale incominciarono ad avere quella “scintilla” che le diversificava dalle altre, la scintilla che era costituita dalla coscienza dell’individuo che, fino a quel momento, nella forma animale, non esisteva ancora. 

È qui, in questo punto indefinito della storia umana, in questo “attimo” di cui è difficile precisare l’inizio, che nacque il vero uomo, che nacque il vostro antenato. Scifo

La prima razza: Mu, o Lemuria

La prima ondata di vita, la prima razza, incominciò a incarnarsi sul vostro pianeta molti millenni fa; era una razza che non aveva bisogno di tecnologia, era una razza vicina alla natura, una razza che portava ancora in sé gli imprinting provenienti dall’essere stati così vicini, prima di acquistare la loro forma più sensibile, a quella che era la realtà del mondo.

Nella vostra mitologia qualche traccia, qualche ricordo ancestrale esiste ancora di questa razza, quella che è conosciuta come Mu (o Lemuria, c’è molta confusione fra i termini); malgrado i millenni passati da quell’epoca, come dicevo, nella vostra mitologia esiste ancora il ricordo di questa razza e lo potete trovare nelle fiabe che parlano di nani.

La prima razza che si è incarnata sul pianeta può essere, infatti, fatta risalire, come forma fisica, a quelli che voi conoscete – dalla mitologia – come nani. Era una razza piccola, una razza robusta, dalla vita breve (non lunghissima, come si tramanda) che viveva per la natura, nella natura, e conosceva tutti i segreti che la natura possedeva, e compì la sua evoluzione proprio all’interno di questo mondo naturale.

Voi sapete – perché ve lo abbiamo detto più volte – che circa a metà dell’evoluzione di una razza incomincia a incarnarsi la razza successiva ed ecco così che, sotto la spinta della “vibrazione prima”, incominciò all’interno della razza dei nani a nascere un tipo di corpo fisico diverso da quello tipico della prima razza. Moti

La seconda razza: gli elfi, o di Atlantide

Infatti, in un mondo di nani incominciarono a nascere individui più alti, tanto longilinei quanto i nani erano tozzi, tanto sognatori quanto i nani erano pratici, tanto irrequieti quanto i nani erano statici.

Ancora una volta, nella mitologia è facile trovare il ricordo ancestrale di questa razza: è conosciuta dalle vostre storie come la razza degli elfi.

Questo sembra un racconto di fantasia, eppure tenete presente, creature, che tutto ciò che viene dalla vostra mitologia, alla fin fine, ha sempre una traccia di verità; trasformata, ovviamente, dall’inserimento su queste verità di quelli che sono i desideri, i pensieri, le fantasie dell’individuo che le osserva.

E così la seconda razza, quella che noi vi abbiamo detto essere la razza di Atlantide, prosperò sul pianeta e, un po’ alla volta (dal momento che non vi era più necessità del corpo fisico dei nani – ancora così rudimentale, in realtà, per esprimere un corpo mentale e astrale più sensibile e più ampio) il corpo dei nani sparì, abbandonato proprio per la non-necessità della sua esistenza; e il corpo predominante sull’intero pianeta fu quello legato alla civiltà atlantidea.

Ora, noi vi abbiamo detto, anni e anni fa, che il continente di Atlantide era situato subito dopo le colonne d’Ercole, però, in fondo, fare un’affermazione di quel tipo significa indurre in confusione, perché se si parla di razza atlantidea, di continente atlantideo, si ha idea che gli atlantidei fossero limitati a quel continente; in realtà la razza di Atlantide è denominata tale non in base alla posizione geografica in cui era dislocata, ma in base al tipo di corpo fisico che possedeva.

Certamente, la punta di maggior evoluzione della razza atlantidea era in quello che conoscete come continente di Atlantide, ciò non toglie che i rappresentanti di questa razza fossero dislocati un po’ in tutte le zone abitabili del pianeta.

Si narra che Atlantide venne distrutta da sconvolgimenti fisici così enormi che, in una sola notte, l’intera civiltà atlantidea scomparve dalla faccia della Terra: questa è una favola per bambini; in realtà la civiltà atlantidea, la “civiltà fisica” atlantidea arrivò al suo culmine e, come tutte le storie dell’uomo, incominciò un po’ alla volta a declinare e a perdere il senso di quello che stava vivendo.

La terza razza: attuale, minoritaria

E un po’ alla volta, poiché la nuova razza che si doveva incarnare aveva bisogno di corpi mentali più forti, a scapito del corpo astrale, ecco che anche la nuova forma fisica che incominciò a presentarsi all’interno della razza atlantidea incominciò a possedere delle qualità diverse: un corpo più forte ma non forte come quello dei nani, una sensibilità più accentuata di quella dei nani ma non predominante come quella degli atlantidei e, soprattutto, una capacità di ragionamento, di applicare la logica, ben diversa da quella delle razze che l’avevano preceduta. Ed ecco, così, che siamo giunti alla vostra razza. Scifo

La quarta razza: attuale, maggioritaria

Anche la razza dopo quella di Atlantide incominciò a un certo punto a non offrire più alla nuova razza che si doveva incarnare un corpo adeguato a quello che doveva esprimere nel corso della sua evoluzione; ed ecco, così, che la quarta razza incominciò a incarnarsi ed essa è tra voi, giovane razza con qualità diverse che ancora voi non potete essere in grado di riconoscere in quanto i cambiamenti genetici sapete che prendono molto tempo per diventare evidenti; ma verrà un tempo in cui la vostra forma fisica attuale, le vostre caratteristiche predominanti attuali saranno sostituite da altre caratteristiche fisiche più adatte a permettere l’evoluzione della coscienza della razza successiva. Rodolfo

Dal ciclo Sfumature di sentire 2002-2007

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1 commento su “L’evoluzione del pianeta e della forma umana [sf13]”

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