L’evoluzione di sé e del mondo è solo un punto di vista

Noi, fin dagli inizi dei nostri primi interventi, ormai decine d’anni fa – lasciatemelo dire con una certa soddisfazione perché non è stato facile portarvi avanti per tutti questi anni – abbiamo detto, nel presentarci, che non dovreste chiamarci “grandi Maestri”, o “Maestri”, ma chiamarci invece “grandi bugiardi”.
Molti di voi si ricordano questa frase che ha lasciato, magari, anche un po’ perplessi. Il problema è che quando noi vi presentiamo i concetti, anche quelli filosofici, dobbiamo ovviamente presentarveli in maniera che voi possiate capire, rivestendoli con parole che vi siano comprensibili; magari in cinese potevamo anche esprimerli meglio, ma forse non sarebbe stato molto utile per tutti voi, no?
Ecco, quindi, che abbiamo dei limiti ben precisi nella possibilità di comunicarvi quello che noi, forse, dal vostro punto di vista possiamo aver compreso; quello che però io ho cercato personalmente più di una volta di farvi comprendere, è che il concetto di evoluzione in realtà è un menzogna, perché l’evoluzione – come giustamente avete sussurrato – non esiste!
Il concetto di evoluzione è valido soltanto nel momento in cui viene osservata la realtà dal punto di vista di chi si trova immerso nella materia; certamente l’Assoluto che guarda la sua creazione non vede l’evoluzione della sua creazione, ma vede tutta la sua creatura nella sua interezza.
Quindi non vi è nulla che si trasforma, che cambia, che muta, ma tutto esiste.
La difficoltà, in tutto questo, sta nel fatto che se voi davvero riusciste a rendervi conto con la vostra mente – col vostro cervellino, come dico sempre, di individui incarnati – che l’evoluzione non esiste, che è un’illusione, che tutto ciò che vi circonda è illusione, sarebbe una cosa dannosa per tutti voi.
Se davvero riusciste a comprenderlo e a rendervene conto, in quel momento avreste la tentazione – il vostro Io avrebbe la tentazione – di prendere il concetto e usarlo per i vostri scopi, arrivando a dire: “Allora, a questo punto, io posso fare qualsiasi cosa perché, tanto, è un’illusione!”.
Quindi è una fortuna, alla fin fine, che voi queste nostre grandi menzogne le prendiate per verità, ma anche fino a un certo punto.
Certamente è necessario che noi vi presentiamo il concetto di evoluzione, perché voi, presenti nella materia, vivete quello che vivete come un cambiamento, come una trasformazione, quindi come un’evoluzione, e non possiamo venirvi a parlare di quello che voi non vivete come vero. Capite quello che intendo dire?
Ecco, quindi, la necessità di farvi comprendere, comunque sia, dal vostro punto di vista com’è che si trasforma la materia, la realtà, le vostre dinamiche, i movimenti di tutti i vostri corpi, di tutte le materie che vi circondano, per arrivare a darvi un quadro completo di quelle che sono le apparenti modificazioni che subite nel tempo. (Scifo)


Ti avviso quando esce un nuovo post.
Inserisci la tua mail:

 

 

Print Friendly, PDF & Email

8 commenti su “L’evoluzione di sé e del mondo è solo un punto di vista”

  1. Il concetto di illusorietà di tutto ciò che ci circonda è sicuramente uno dei concetti più difficili da comprendere. Credo si possa solo intuire o cogliere in qualche misura con la meditazione.

    Rispondi
  2. Il percorso di unificazione in realtà non esiste perché tutto è già unito, questa è la realtà ultima, ma l’illusione del divenire deve essere vissuto fino in fondo, vita illusoria dopo vita illusoria, senza sottrarsi dalle nostre responsabilità, in una danza perpetua tra essere e divenire, questo è l’unico modo.

    Rispondi
  3. Credo che una delle maggiori difficoltà che si incontra nell’insegnamento in qualsiasi campo sia proprio quella di “saperlo dosare” in modo che sia assimilabile da chi lo riceve.
    Occorre quindi una grande “sensibilità” nel cogliere le possibilità ricettive di chi ascolta e l’accortezza di “non dare troppo ma nemmeno troppo poco”
    Grazie

    Rispondi
  4. Letto il post posso dire tutto chiaro, i concetti espressi non sono nuovi quindi li ho capiti ma alzando lo sguardo dallo schermo devo affermare: capiti si, compresi no. Forse come dice Marco, con una pratica meditativa giornaliera…. grazie.

    Rispondi
  5. A volte mi sembra di essere in un sogno. In questi momenti, credo, il concetto di illusione del divenire esce dal piano mentale per divenire evidenza. Senza un paradigma che spieghi il nesso tra essere e divenire e soprattutto in assenza di stabilità interiore, l’esperienza potrebbe essere disorientante… credo.

    Rispondi
  6. Argomento ampio che spinge i miei limitati veicoli a danzare tra consapevolezza della parzialità della mia condizione umana e intuizione o percezione di quell’oltre che ha il sapore di una vastità inconcepibile.
    Spesso per tentare di equilibrare la danza tendo a contestualizzare, limito lo spettro percettivo su quello che ho dinnanzi e sposto l’accento dell’illusorietà su una focalizzazione piu stemperata, su un panorama piu generico, questo mi consente di non alienarmi dentro una bolla fatta di, come dice Scifo “Allora, a questo punto, io posso fare qualsiasi cosa perché, tanto, è un’illusione!”.
    Un piccolo esempio di contestualizzazione si può trovare all’interno di questo brano stesso.
    A chi parlava Scifo?
    Potremmo dire anche a noi che leggiamo il contenuto, come potremmo osservare che quando dice: “certamente l’Assoluto che guarda la sua creazione non vede l’evoluzione della sua creazione, ma vede tutta la sua creatura nella sua interezza.”
    venga introdotto un dualismo tra osservato ed osservatore all’interno dell’Assoluto stesso, dualismo che molti di noi tentano di superare andando nella direzione dell’unificazione.
    Probabilmente questo passaggio era necessario ad altri interlocutori o forse è solo una provocazione, lo trovo comunque funzionale per la meccanica del mio corpo mentale, al quale viene fornito un argomento abbastanza sofisticato con cui trastullarsi e (si spera) sofisticarsi, e lascia libero il campo al resto della comunicazione sull’illusorietà della forma.
    Se mi fossi focalizzato su questo dettaglio, probabilmente mi sarei inerpicato in una disquisizione filosofica sterile, se non lo avessi colto, forse, questo scritto sarebbe passato sotto i miei occhi senza la dovuta attenzione.

    Perdonatemi la lungaggine.

    Rispondi
  7. Anche a me sembrano più concetti astratti che profondamente sentiti … non so… sarà che sono giorni in cui c’ è fatica nel tornare a zero…

    Rispondi

Rispondi a Eddy Annulla risposta