Nella conoscenza di sé, incominciare da poco e da vicino [A65]

D – Cominciare da poco e da vicino a fare cosa?
Ovviamente la risposta è (e non può essere altrimenti): “a cercare di conoscere voi stessi”. Perché incominciare da poco e da vicino?

Perché il “poco e da vicino” è la situazione sulla quale avete i maggiori dati disponibili, non riportati da terzi ma vissuti personalmente, quindi frutto della vostra interpretazione soggettiva, non di quella degli altri.

Inoltre il “poco e da vicino” permette la relazione diretta con le situazioni e, perciò, ha la possibilità di rimandarvi più immediatamente le conseguenze di ciò che fate.

Per fare un esempio stupido: potreste inviare soldi a un’associazione che, come facciata, ha degli scopi umanitari ma, segretamente, usa quei fondi per finanziare attività illecite. Non lo saprete mai, quindi la vostra interazione sarà monca e inattendibile.

Potreste rispondere che comunque è l’intenzione quella che conta. Posso essere d’accordo (supponendo che la vostra intenzione sia davvero altruistica o non nasconda un’intenzione di comodo, per esempio messa in atto per apparire altruistici), ciò non toglie che la vostra intenzione ha provocato dei danni ad altre persone, in quanto non vi è alcuna possibilità di controllo e di verifica da parte vostra sui risultati della vostra azione.

Se, invece, lavorate sul “poco e da vicino” avete sempre la possibilità di verificare la giustezza delle vostra azioni (e delle vostre intenzioni) dagli effetti che esse provocano sulle persone che vi stanno accanto, e dall’esame di ciò che le loro reazioni provocano, di riflesso, dentro di voi.

Se, per esempio, aiutate una persona convinti di agire con intenzioni “pure” e magari ci restate male perché l’altra persona non vi dimostra gratitudine, potete facilmente rendervi conto (a meno che, come tendete a fare spesso, non preferiate non vedere o non cerchiate di distogliere l’attenzione da voi stessi sottolineando, appena possibile, il comportamento dell’altro) di quanto la vostra intenzione fosse realmente altruistica, ottenendo così degli elementi di comprensione su voi stessi che vi aiuteranno a modificare e ampliare il vostro sentire.

  • Letture per l’interiore: ogni giorno una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp e su Telegram.
  • Sintesi dell’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior: COME LA COSCIENZA CREA LA REALTA’ PERSONALE, qui puoi ordinare il libro. Se lo stai leggendo e vuoi supporto, scrivici.

D – Le esperienze utili all’evoluzione individuale sono solo quelle “che si vivono sulla propria pelle” in diretta relazione con gli altri individui?

Qua è facile rispondere: non esiste esperienza che sia inutile, che sia o no in diretta relazione con gli altri. Per fare un esempio: se avete degli incubi vi trovate in una situazione in cui non vi è diretta relazione con gli altri. Tuttavia quel tipo di esperienza vi può fornire elementi utili per la comprensione di voi stessi e, di conseguenza, per la vostra evoluzione.

D – Che senso ha, allora, aiutare persone lontane per distanza, per cultura (archetipi), fare scelte a favore dell’ambiente…

Se queste azioni vengono compiute non per esaltare il proprio Io o per seguire una moda ma perché si sentono, il senso è ovvio: state capendo che tutto è unito e che le cose che vanno male nel mondo sono anche una vostra responsabilità, per quanto lontane nello spazio e nel tempo esse possano essere, perché avete concorso con la vostra indifferenza o con il vostro disinteresse al loro continuare a manifestarsi.

Se così non è, saranno utili comunque (nulla è sprecato nell’economia del cosmo) perché, prima o poi, arriverete a rendervi conto delle vostre vere motivazioni e quello che avete fatto vi servirà come pietra di paragone col vostro sentire. Margeri

Annali 2008-2017

Print Friendly, PDF & Email

2 commenti su “Nella conoscenza di sé, incominciare da poco e da vicino [A65]”

Lascia un commento