Non si mette nei problemi un altro per liberare sé

D – Tu prima parlavi in merito alla felicità, che tante volte bisogna mettersi delle maschere per non apparire, non so, sempre sorridenti oppure gioiosi; ma succede spesso che uno deve mettersi delle maschere, magari c’è un trasporto di amorosi sensi, cioè uno deve mettersi la maschera in quel momento lì?

Come sei poetico! Dipende sempre dall’altra persona: come reagirebbe a questo… trasporto di amorosi sensi.

Letture per l’interiore: ogni giorno, una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp. 
(Solo lettura, non è possibile commentare) Per iscriversi

D – Ho capito, spero. Per esempio, tu conosci una persona, sia di sesso femminile che di sesso maschile, e ti viene spontaneo abbracciarla; potrebbe esserci anche questo trasporto, no? Che poi vada o non vada a buon fine, va bene; però in quel momento lì, se tu lo manifesti e l’altra non lo accetta è un problema suo, perché in quel momento lì ti giudica?

Certamente è un problema suo, però si richiede alla persona sensibile, con una certa evoluzione, di rendersi conto “quando” può tenere un certo comportamento o quando non può tenerlo.

D – Quindi dipende dalla mia sensibilità, quando mettere la maschera?

Senza dubbio, certamente.

D – E se io volessi parlare a questa persona, cioè togliere la maschera sapendo che questa persona potrebbe anche momentaneamente non accettarlo… in quel caso posso spassionatamente parlare sapendo già di perdere l’amicizia, supponi il caso.

Dipende dal perché lo fai, mio caro.

D – Per liberarmi, sicuramente.

Se è per liberarti, allora è una cosa chiaramente egoistica; quindi il problema ritorna ad essere di nuovo tuo a quel punto, e vuol dire che c’è qualcosa che devi ancora comprendere perché non si mette nei problemi un altro per liberare qualcosa di se stessiScifo


Politica della privacy di questo sito da consultare prima di commentare,
o di iscriversi ai feed.


Print Friendly, PDF & Email

9 commenti su “Non si mette nei problemi un altro per liberare sé”

  1. L’intenzione e’ sempre da indagare, tante cose svela di me. In fondo non è neanche così difficile riconoscerla, più faticoso è accettare quell’aspetto di me che mi rivela, quando questo smonta l’immagine con la quale mi presento al mondo.
    L ‘ indagine dell’intenzione pone l’attenzione sul particolare, sul dettaglio, sulle infinite minuzie che compongono la giornata. E con un cesello posso lavorarle.

    Rispondi
  2. Apprezzo che si trattino anche questioni, come dire, del piccolo quotidiano. Ogni situazione, minuta o eclatante fa parte della nostra vita e rimane inscritta nell’eterno presente.
    Grazie.

    Rispondi
  3. Sì è la intenzione che conta quando ci si svela all altro. Non possiamo mettere in difficoltà lo altro se ka nostra intenzione è egoistica.

    Rispondi
  4. Importante ribadire che bisogna essere sensibili a cogliere il momento adatto per comportarsi in un determinato modo. Sottoscrivo anche il commento di Lorena, che dice, attenzione diversa anche secondo di chi ci sta dinnanzi.

    Rispondi
  5. Fa riflettere la centralità dell’intenzione. Mille volte al giorno ci scopriamo, guardando bene, come le nostre azioni siano mosse da fini egoistici.
    Grazie per avercelo ricordato.

    Rispondi
  6. Si , dipende dall’intenzione , non possiamo mettere in difficolta’ l,’altro e non possiamo usare lo stesso registro con tutte le persone con cui dobbiamo confrontarci

    Rispondi

Rispondi a Catia belacchi Annulla risposta