Favola di Atalia, sulla responsabilità dell’evoluto

Un giorno, davanti a Sulaimon, vennero portate due donne affinché venissero giudicate. Le due donne si chiamavano l’una Milca e Atalia l’altra.
Sulaimon le guardò con attenzione e poi disse: «Donne, siete qua al mio cospetto per essere giudicate; voi vi siete azzuffate sulla piazza del mercato offrendo spettacolo indecoroso alla gente e rovesciando il banco di un mercante che esponeva vasellame il quale, giustamente, chiede di essere risarcito dei danni che ha patito. Che cosa avete da dire a vostro favore?».
Atalia sbottò subito, sotto lo sguardo acuto di Sulaimon:

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Darsi tempo e dedizione: il capire prepara il comprendere

Fratelli miei, da anni seguo il vostro insegnamento, da anni vengo ad ascoltare le vostre parole, da anni rileggo ciò che voi dite, cercando di capire, cercando di “comprendere”, come dite voi, e cercando di mettere in pratica quanto voi mi volete insegnare.
Per quanto riguarda il capire, non trovo nessuna difficoltà: quanto voi affermate è così razionale, così logico, che mi sembra addirittura in alcuni momenti semplice, direi quasi banale.
Per quanto riguarda il comprendere, io credo di avere introiettato, se non tutto, almeno una buona parte di quello che voi mi avete insegnato.

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Le tappe della formazione dell’Io (IIF4)

Introduzione insegnamento filosofico 4
Per chi si avvicina alle nostre parole spinto dal desiderio di comprendere non solo ciò che diciamo ma, soprattutto, quali sono gli elementi indispensabili per affrontare la propria interiorità allo scopo di migliorare la qualità della propria vita, il concetto di Io risulta essenziale.
Quello che più vi mette in difficoltà nelle nostre parole è il fatto che vi proponiamo in continuazione l’Io nei nostri messaggi ma, contemporaneamente, asseriamo altrettanto spesso che esso non esiste ed è soltanto un’illusione.

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Ciò che vi fa soffrire è il vostro Io ferito

Padre mio,
tutto – dicono – mi parla di Te e quindi, secondo logica, dovrebbe bastare che io mi guardassi attorno per trovare tutte le risposte, per arrivare al punto finale dei miei perché; basterebbe che io volgessi intorno lo sguardo per farmi una ragione di quella che è stata, che è, e che magari sarà la mia esistenza.
Eppure, Padre mio, tutto questo non mi riesce di farlo e anzi, ti dirò di più, ci sono dei momenti in cui mi ribello a tutto questo, dei momenti in cui dico a me stesso, al mondo e anche a te: basta, io non ci sto più a soffrire, a star male, e non riesco a convincermi che questa sofferenza, questo dolore, hanno in fondo una loro ragione.

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Preveggenza e precognizione, la prudenza del ricercatore (VS5)

Criteri per scegliere la propria via spirituale 5

Abbiamo esaminato abbastanza diffusamente ciò che noi pensiamo, figli nostri, dei cosiddetti fenomeni fisici (anche se, senza dubbio, non mi era possibile esaurire l’argomento nel poco spazio che mi viene concesso in questi brevi interventi) e ribadisco che i miei non sono stati interventi distruttivi, bensì tesi a mettere in guardia chi si avvicina a queste cose senza un’adeguata preparazione, con tutti i rischi che ne conseguono.

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Tu sei il bene e sei il male, l’odio e la dolcezza

Ma io, chi sono in realtà io?
Io sono l’uomo che al mattino sale sull’autobus e si irrita allorché sente gli altri uomini che lo pressano, che lo spingono, che lo urtano inavvertitamente; o sono l’uomo che vede un posto vuoto e preferisce restare in piedi accanto ad esso, pensando che altri abbiano più bisogno di lui di accomodarvi le membra?

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Evoluzione della coscienza (IIF3)

Introduzione insegnamento filosofico 3
Come abbiamo visto in precedenza, la materia dei vari piani si struttura in maniera diversa per formare i corpi che ogni individuo incarnato possiede, sempre diversi e sempre costruiti dal nuovo ogni volta che vi è la necessità di una nuova vita fisica. Quindi, ad ogni incarnazione, l’entità “indossa” un nuovo abito fisico, un nuovo abito astrale e un nuovo abito mentale, diversi da quelli posseduti nelle vite precedenti non soltanto come forma ma anche come struttura e composizione dei vari tipi di materia che li compongono.
Questi tre corpi (che noi definiamo transitori) devono essere rinnovati ogni volta proprio in quanto esauriscono la loro necessità e la loro utilità nel periodo che serve all’individualità incarnata per fare esperienza sul piano fisico e per trarre da questa esperienza ciò di cui abbisogna, in quel momento, per crescere.

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Siamo la causa del nostro dolore

Fratelli, sorelle, figli nostri che qua venite ad ascoltare noi, umili portavoce di Colui che un tempo venne per parlarvi e disse: “Siate come fanciulli”.
Figli miei, tornate semplici, puri, liberi come fanciulli, ritrovate cioè la spontaneità e l’entusiasmo del bimbo.
Osservatelo questo bimbo e tante tante cose potrete veramente imparare dal suo comportamento: egli sa soffrire, sa piangere profondamente, sa disperarsi, ma subito dopo sa anche gioire.

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Coltivare la fiducia, oltre l’apparente assurdità del mondo

Fratelli, sorelle, molto spesso vi osservo nel corso delle vostre giornate e vedo che vi lasciate prendere dallo sconforto, quasi dalla disperazione nel vedere la società, il mondo che vi sta attorno andare avanti in modo così brutto.
Vi vedo soffrire, fratelli, vi vedo versare lacrime, sorelle, e vi sento pensare che nulla di positivo mai potrà accadere.
Ma io sono qua tra voi questa sera per esortarvi, per chiedervi personalmente di imparare ad avere fiducia, a sperare, a credere che il domani possa essere diverso, ma soprattutto ad essere convinti che il vostro domani possa essere migliore.

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L’evoluzione della forma e della materia (IIF2)

Introduzione insegnamento filosofico 2
Nel fantasmagorico scenario che l’Assoluto ha sognato per rappresentare la Realtà sul palcoscenico del suo immenso teatro, il concetto di evoluzione può essere assimilato al canovaccio che, in qualche maniera, stabilisce il binario, il percorso obbligato lungo il quale la storia e gli intrecci che la compongono debbono incanalarsi.
E’ difficoltoso, per voi che osservate dal relativo, comprendere la logica del «Tutto E’», cioè del fatto che tutto esiste già nella sua interezza e appare come un quadro già, comunque, dipinto. E’ per questo motivo, figli e fratelli, che per spiegarvi lo sviluppo della Realtà siamo partiti dal vostro punto di vista, ovvero dal punto di vista dello spettatore che osserva la recita,

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