Chi compie la scelta delle condizioni di una nuova incarnazione?

Com’è che avviene l’incarnazione? Da molte parti, nel tempo, nei secoli addirittura, è stato supposto che l’individuo disincarnato avesse la facoltà di poter scegliere se incarnarsi in un posto o nell’altro.
Al di là di questo – evidentemente impossibile, perché allora sarebbero tutti ricchi, belli e intelligenti! – è ovvio che non è possibile che sia l’akasico (la coscienza, ndr), o l’entità disincarnata a scegliere la propria incarnazione.
Se cosi fosse, come potrebbe essere possibile strutturare la Realtà, così complessa com’è?
Vi dovreste rendere conto che tutti cercherebbero di incarnarsi nel modo migliore possibile, tutti cercherebbero di evitare la sofferenza, magari ci sarebbe un parapiglia perché tutti vorrebbero incarnarsi in un corpo invece che in un altro!
Ovviamente questo non accade e vi è qualche cosa di particolare che smista le entità disincarnate – quando è il momento dell’incarnazione – e fa sì che vi sia un certo ordine nell’arrivare ad affrontare l’incarnazione sul piano fisico.
A me è piaciuto, nel tempo, ridurre questo fattore che ordina l’incarnazione a quell’elemento che abbiamo ritenuto di mettere al centro del nostro modo particolare di portare l’Insegnamento – ripeto: nel nostro modo particolare di portare l’Insegnamento – ovvero “la vibrazione”.
Voi sapete che tutto quanto costituisce la Realtà, è costituito in realtà da che cosa?
Dalla vibrazione; il che significa che lo stesso corpo akasico dell’individuo, con i suoi bisogni, le sue incomprensioni – ma soprattutto i suoi bisogni, che sono quelli che spingono la nuova incarnazione – potrebbe teoricamente essere rappresentato dalla codifica della vibrazione che lo caratterizza.
Spiegando meglio: nel corso delle varie vite l’individuo accumula esperienza, accumula quindi “sentire”; questo sentire si va a iscrivere all’interno del corpo akasico come una vibrazione; questo significa che le vibrazioni del corpo akasico si trasformano e cambiano a mano a mano che il sentire si amplia e si completa per l’individuo.
Il corpo akasico però non è strutturato soltanto dalle comprensioni, è strutturato anche dalle incomprensioni; come si identificano queste incomprensioni all’interno del corpo akasico? Sono identificabili, a loro volta, come delle vibrazioni diverse.
Quindi ci sono le vibrazioni di quello che si è compreso e le vibrazioni di quello che il corpo akasico non ha ancora compreso.
Quando vi è la spinta all’incarnazione, ovvero quando ormai il corpo akasico ha ricevuto di ritorno tutti i dati accumulati, li ha tutti messi al loro posto, ha inscritto tutte le vibrazioni giuste al proprio interno, ecco che vi è la spinta a ritornare sul piano fisico per verificare quello che è da modificare, ed eventualmente comprendere altre cose.
Cos’è che guida questo ipotetico viaggio (perché sono soltanto figurazioni mentali quelle che stiamo dando) del corpo akasico verso il mondo fisico?
Ciò che lo guida è il tipo di vibrazioni che lo supportano: le comprensioni e le incomprensioni che il corpo akasico ha, hanno delle vibrazioni che in qualche maniera si indirizzano verso il piano fisico.
Com’è allora che avviene l’incarnazione? Avviene l’incarnazione quando, all’interno del piano fisico, vi è un nucleo di vibrazione che in qualche modo si può riallacciare a quelle che sono le vibrazioni tipiche di quel corpo akasico; quindi non vi è alcuna “scelta consapevole” da parte del corpo akasico, ma vi è una sorta di essere attirato (nelle vibrazioni del corpo akasico) verso quella situazione all’interno di quella famiglia, all’interno di quel nuovo individuo che deve nascere, che, per affinità di vibrazione – in particolare per quello che riguarda le vibrazioni bisognose di comprensione – vibrano all’unisono con lui e quindi lo attirano, lo risucchiano verso la materia fisica.
Accadrà così che l’individuo si unirà a questa materia in via di sviluppo all’interno del piano fisico e l’individuo vedrà la luce (la luce fisica, naturalmente; non l’altra). Scifo


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11 commenti su “Chi compie la scelta delle condizioni di una nuova incarnazione?”

  1. L’idea che esista una legge universale che regola, in maniera, potrei dire matematica, tutti i meccanismi del cosmo, quindi anche il ciclo delle nascite e delle morti, è assolutamente affascinante. Tutto è vibrazione; a secondo del grado di vibrazione ci si ritrova vicini nei vari gradi di sentire. Certo mi è incomprensibile come tutto ciò possa accadere, ma questo mi fa riflettere sul mio vissuto, su quale possa essere stato il bisogno della mia coscienza di incarnarmi in questa vita e in questa forma. Mi aiuta sapere che la fine ultima è comunque la possibilità di procedere sempre più verso una maggior consapevolezza e comprensione.

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  2. In musica si parla di vibrazione simpatica per indicare quel fenomeno per cui un suono di una certa frequenza mette in vibrazione tutto ciò che nell’ambiente in cui si propaga è in grado di vibrare alla stessa frequenza. Mi sembra che ci sia una certa affinità con il processo descritto da Scifo.

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  3. Bellissima anche la chiusa finale di Schifo:
    ‘..e l’individuo vedrà la luce (la luce fisica, naturalmente; non l’altra).’

    Questo mi induce a riflettere quanto sia importante lavorare in questa vita per preparare il sistema vibratorio della prossima incarnazione.
    Altra riflessione sull’impossibilità di alimentare il proprio vedersi come vittima della famiglia di provenienza. E’ esattamente ciò che rappresenta la continuità del nostro tracciato esistenziale!
    Grazie!

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  4. Grazie all’insegnamento di Scifo e del cerchio ifior x aver portato chiarezza su interrogativi che sarebbero stati senza risposta .

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